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L’azzardo del Corriere dello Sport: fatti e commenti

Come funziona il Corriere dello sport Fun?

Scommettere senza rischiare nulla. Una chimera? No, il nuovo gioco targato Corriere dello Sport. Il quotidiano sportivo ha messo a disposizione dei suoi utenti il nuovo “Corriere dello sport Fun”, un gioco in cui si simulano nelle scommesse e, se si indovina, si possono vincere buoni da spendere su Amazon. 

Come funziona il Corriere dello sport Fun

Le scommesse, cui si accede previa registrazione, riguardano i campionati europei (Serie A, Premier League, Ligue 1, Liga e Budesliga) e le competizioni europee, come la Champions League o la UEFA Europa Conference League. Si scommette attraverso gettoni virtuali che il giochino assegna ad ogni giocatore all’atto dell’iscrizione: più dati si comunicano (codice fiscale e numero di telefono) più gettoni si ottengono. I giocatori sono invitati a “scalare lo status sociale” da “New Entry a Campione passando per 4 livelli intermedi: Promessa, Mago, Professionista, Esperto”. Per ogni set di scommesse indovinate si vincono punti che possono essere convertiti in premi “più è alto lo stato sociale più è conveniente la conversione”, si legge tra le istruzioni.

Azzardo è divertimento?

Un’attività all’apparenza innocua che però potrebbe nascondere alcune insidie. Non a caso il giochino accoglie il visitatore che un messaggio che invita alla moderazione. “Siamo qui non solo per giocare for fun ma anche per svelare come funziona davvero la scommessa sportiva, scindere il divertimento dall’azzardo e aumentare la consapevolezza – si legge sul sito – La scommessa sportiva non può essere che un divertimento in cui le tecniche e i suggerimenti hanno il solo scopo di allungare il tempo di gioco a parità di spesa. Se pensiamo di vivere o di guadagnare nel lungo periodo con le scommesse, rimarremo delusi”. 

Nel 2020 mandati in fumo 2,48 miliardi in azzardo online

Il mercato del gioco d’azzardo non ha conosciuto stop nemmeno durante la pandemia. Nel 2020 il gioco online ha raggiunto un valore complessivo di 2,48 miliardi di euro, in crescita del 43% rispetto agli 1,73 miliardi del 2019. I dati raccolti da iGB relativi al Gross Gaming Revenue mettono al primo posto slot e casino online, che hanno totalizzato oltre 1,2 miliardi di euro in puntate nel 2020. Al secondo posto ci sono le scommesse sportive online, con volumi per 997,75 milioni di euro, davanti al Poker online, con volumi pari a 206,97 milioni, e al Bingo (58,2 milioni).

Le preoccupazioni degli esperti

Il nuovo gioco ha fatto drizzare le antenne a chi ogni giorno si confronta con i danni causati dai disturbi del gioco d’azzardo. “A me questo sembra l’ultimo atto di una campagna delle lobby delle società di scommesse che, da quando il decreto dignità ha vietato la pubblicità al gioco d’azzardo e ha vietato anche quella indiretta, non hanno fatto altro che cercare di fare annacquare le norme di questo decreto – dice a Startmag Remigio Del Grosso, ex vice presidente del consiglio nazionale degli utenti dell’autorità per le garanzie nelle comunicazioni, membro Comitato Scientifico RAI e dell’Osservatorio GAP Regione Lazio -. Qualche volta ci sono riusciti e qualche volta no. La vecchia AGCOM, per esempio, ha emesso linee guida un po’ permissive che hanno lasciato libere le emittenti di fare informazioni sulle quote. Ma se si parla di quote si parla di scommesse. Qualche volta l’ha fatto anche Mediaset ma in misura minore, di solito lo fanno le tv minori come SportItalia”. 

I siti informativi delle società di scommesse parlano di quote

Le società di scommesse più importanti hanno siti informativi, che riportano il loro nome, sui quali fanno informazione su quote e statistiche. “Se una società di scommesse crea un sito che si chiama con il suo nome in qualche modo aggira la normativa. E poi la pubblicità di questi siti, cosiddetti informativi, appare anche negli stadi e sulle televisioni – continua Del Grosso -. Ora è vero che è difficile controllare la pubblicità perché sì, è stato vietato alle squadre di calcio di mettere gli sponsor sulle magliette, è stata vietata la pubblicità sui cartelloni però non è stato possibile vietare la pubblicità di ritorno, quella che arriva dalle pubblicità di gioco d’azzardo all’estero”. 

Paola Ferrari e Stefano Fiore nel gioco del Corriere dello Sport

Nel giochino del Corriere dello Sport sono coinvolti in qualità di giocatori anche nomi importanti del mondo sportivo italiano come Paola Ferrari o l’ex calciatore Stefano Fiore. “Ora, se non si può fare tutto si può fare qualcosa. Non penso che sia stato l’editore del Corriere dello sport a ideare questo gioco, sarà stato spinto da qualcuno – aggiunge Del Grosso -. Cosa ci guadagna il Corriere? Spero che non ci guadagni in sponsorizzazioni delle società di scommesse. Perché mi sembra una classico esempio di invito indirizzato ai più giovani a scommettere, a far acquisire un comportamento ora gratuito ma che poi può diventare a pagamento. Mischiare le scommesse gratuite con quelle fatte per soldi è gravissimo, pericolosissimo. Io non so chi abbia consigliato il Corriere dello Sport ma spero che questa nuova Agcom, con il presidente Lasorella che mi sembra illuminato, intervenga”

Dipendenza da gioco d’azzardo: un male trasversale

La dipendenza da gioco d’azzardo è un male che può interessare chiunque, a prescindere da età, sesso o classe sociale. “Io faccio parte dell’Osservatorio regionale del gioco d’azzardo, noi lì tocchiamo con mano il dramma delle famiglie in cui c’è qualcuno affetto dal disturbo del gioco d’azzardo – conclude Del Grosso -. Osserviamo conseguenze psicologiche, comportamentali e economiche perché le famiglie si sovra-indebitano. È un dramma trasversale rispetto alle classi di età però gli eccessi si trovano negli estremi, cioè tra i più giovani e i meno giovani, i pensionati”.

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