Il drammatico grido di allarme lanciato ieri sera, sulla Rai, dal ministro dell’Interno Luciana Lamorgese sulla “rabbia” montante degli italiani per gli ormai inaccettabili ritardi delle misure economiche, a partire dalla cassa integrazione, sancisce, se ce ne fosse stato ancora bisogno, il “fallimento”, morale prima che politico e sociale, dei tre decreti economici del Governo Conte.
Provvedimenti scritti male, farraginosi, pasticciati sul piano giuridico, inapplicabili e, cosa gravissima, annunciati dal cosiddetto “Avvocato del Popolo”, in tre mirabolanti conferenze stampa, a reti unificate, che passeranno alla storia della mistificazione politica, come immediatamente esecutivi e dispensatori solleciti di centinaia di miliardi. Balle!
Signor Ministro dell’Interno, gli italiani sono stati illusi e ingannati, la cosiddetta fase 2 è iniziata peggio della fase 1, mai superata, anzi, la rabbia degli operatori economici ha oltrepassato da settimane il livello di guardia e minaccia di trasformarsi ben presto in incontrollabili proteste popolari, che metterebbero in crisi l’ordine pubblico e la stessa pace sociale del nostro paese.
Non basta più a Conte giustificare la propria sprovvedutezza di capo del governo, rovesciando le “sue” responsabilità politiche sull’inefficienza operativa dell’Inps o sui ritardi cronici del sistema bancario italiano.
Né basta annunciare ora, ex post, nuovi decreti di semplificazione, di sburocratizzazione o di riforma. Bisognava provvedere prima e non dopo.
Il suo responsabile grido di allarme, Signor Ministro Lamorgese, appare un appello estremo, ultimo, affinché con una norma ben scritta e chiara, immediatamente esecutiva, da convertire insieme con il cosiddetto “Decreto Rilancio”, si distribuiscano, ad horas, almeno quelle misure di sostegno economico, rimaste in stand by, a partire dalla cassa integrazione, alle famiglie e agli operatori economici (artigiani, commercianti, professionisti, piccoli e medi imprenditori e altri).
Non c’è più tempo da perdere!