skip to Main Content

La trita ramanzina della Commissione europea all’Italia

Che cosa sostiene la Commissione europea sui conti pubblici e crescita dell'Italia

 

“Siamo preoccupati perché il debito italiano non cala dati i programmi di bilancio e lo stallo delle riforme. Resteremo vigili seguendo da vicino gli sviluppi in Italia”, ha detto il vicepresidente della Commissione europea, Valdis Dombrovskis, e le sue parole riassumono quanto è emerso dal Country Report, l’analisi che viene fatta annualmente sulle economie dei paesi dell’Unione. L’analisi arriva dopo che la Commissione all’inizio di febbraio aveva abbassato le stime di crescita del pil italiano nel 2019, passando da 1,2 a 0,2%.

Come ha ricordato il il commissario europeo agli Affari economici, Pierre Moscovici: “Il messaggio all’Italia è noto ed è piuttosto forte: dovrà adottare misure per migliorare la qualità delle finanze pubbliche. Le stime di crescita per il 2019 non vanno oltre lo 0,2%, quindi sentiamo questo senso di urgenza in modo molto forte”. Moscovici ha precisato anche che “il patto di stabilità non è rigido ma tiene conto del ciclo economico”.

In particolare nella valutazione della Commissione europea si legge che la Commissione monitorerà con attenzione gli sviluppi in Italia e valuterà le misure prese per fronteggiare gli squilibri di bilancio, in particolare il livello di ambizione del Programma nazionale di riforma, nel contesto del prossimo pacchetto di primavera del Semestre europeo. Secondo la Commissione nonostante qualche progresso nella pulizia dei bilanci delle banche, le riforme sull’insolvenza e le politiche attive del mercato del lavoro, nel 2018 lo sforzo riformatore si è interrotto.

Secondo il Country Report la manovra 2019 include misure che contraddicono le importanti riforme fatte in passato, in particolare per quanto riguarda le pensioni, e non prevede misure efficaci per aumentare la crescita potenziale. Si sottolinea come l’alto livello del debito pubblico in Italia e la persistente debole produttività costituiscono un rischio contagio per altri Paesi, in un contesto di livelli di crediti deteriorati ancora alti ed elevata disoccupazione.

La Commissione europea sottolinea come nei prossimi mesi non è prevista una diminuzione del debito pubblico; inoltre le deboli prospettive macroeconomiche, insieme all’attuale politica di bilancio del governo, sebbene meno espansiva rispetto ai piani iniziali, provocheranno un deterioramento dell’avanzo primario. Il Report ricorda che la competitività sui costi è stabile, ma la crescita della produttività resta debole, a causa di problemi di lunga durata che riguardano il mercato del lavoro e quello dei capitali, uniti ai problemi della pubblica amministrazione e del sistema giudiziario, che fa diminuire la crescita potenziale del pil.

La crescita dei tassi sul debito pubblico rispetto all’inizio del 2018, spiega Bruxelles, ha ripercussioni sui costi di finanziamento delle banche e i buffer di capitale, quindi sui prestiti all’economia e sulla crescita del pil. L’Italia presenta squilibri macroeconomici eccessivi. E’ quanto emerge dalla valutazione della Commissione europea, che inserisce l’Italia nel gruppo dei tre Paesi che presentano squilibri eccessivi insieme a Cipro e Grecia.

Sono invece 10 i Paesi che presentano squilibri macroeconomici: Bulgaria, Germania, Spagna, Francia, Croazia, Irlanda, Paesi Bassi, Portogallo, Romania e Svezia. La Commissione continuerà a seguire gli sviluppi e le misure prese da tutti gli Stati membri con squilibri eccessivi attraverso uno specifico monitoraggio nell’ambito del semestre europeo.

(estratto di un articolo pubblicato su Mf/Milano Finanza; qui la versione integrale)

Back To Top