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Francia

La Francia preoccupa i mercati più dell’Italia

Che cosa pensano i mercati della Francia. Il corsivo di Liturri per la newsletter Out

 

Che la Francia sia oggi il grande e grave malato d’Europa non è più una notizia. È invece una notizia, e anche clamorosa, l’ipotesi avanzata oggi da uno dei più autorevoli editorialisti di Bloomberg, Marcus Ashworth, che il rendimento dei titoli di Stato transalpini possa equipararsi a breve a quello dei nostri Btp.

Qualche tempo fa sarebbe sembrata una follia, oggi non lo è più. Perché chi avanza questa ipotesi è il gestore del fondo di investimento lussemburghese Candriam che gestisce una massa di 145 miliardi. Non proprio bruscolini.

È un fatto che, negli ultimi 8 mesi lo spread tra i titoli di Roma e Parigi si sia quasi dimezzato, scendendo da circa 140 punti ai 75 di oggi e, fa notare, Ashworth non ci sono segnali che il trend si possa invertire, al contrario.

Soprattutto dopo la proposta della Commissione di proporre al Consiglio l’apertura della procedura d’infrazione contro la Francia, ci sono seri dubbi tra gli investitori circa la capacità della Francia di ridurre il deficit. Emmanuel Macron è ormai azzoppato e la politica di bilancio del nuovo governo è una grande incognita. Bruxelles dovrà fare molta più fatica con Parigi che con Roma, anche se le regole europee somigliano ad un suk.

Gli investitori vendono Francia più dell’Italia perché, da noi, le famiglie e le imprese sono solide finanziariamente e le prospettive di crescita sono migliori, aumenta così il premio al rischio richiesto dagli investitori per comprare debito francese e, dopo le elezioni, tutto può accadere.

Fin qui Ashworth. A noi però torna il mente l’editoriale di Federico Fubini sul Corriere della Sera del 14 giugno, secondo il quale “i titoli italiani tremano più di quelli francesi” e ci chiediamo quale peccato abbiano fatto i lettori del Corriere per leggere la realtà capovolta.

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