IL QUADRO SULLE ASSICURAZIONI SECONDO SIGNORINI (IVASS) E IL FOCUS EUROVITA
Il settore delle assicurazioni mostra un quadro complessivamente sereno ma non bisogna abbassare la guardia. Così il presidente dell’Autorità di vigilanza, Ivass, Luigi Federico Signorini, alla presentazione della relazione annuale. “La dotazione patrimoniale delle imprese si è consolidata, la redditività è migliorata e la liquidità è divenuta più distesa. La crisi di Eurovita si è risolta con l’intervento di un pool di assicurazioni e banche. Non è però il caso di abbassare la guardia”. A giudizio di Signorini “l’esperienza di questi ultimi anni ha richiamato l’attenzione di tutti sulla necessità di adottare con rigore strategie caute e lungimiranti; di riflettere sulla robustezza degli attuali modelli di attività, sulle correzioni da apportare e sulle nuove prospettive che si possono aprire; di mantenere fermi presidi a tutela della stabilità, anche a fronte di eventi rari e di forte impatto. Oggi la situazione macroeconomica è meno tesa, e tuttavia a livello internazionale non mancano incertezze e possibili rischi “di coda”, legati a tensioni politiche, frammentazione commerciale, conflitti militari”.
L’INADEGUATEZZA DELLA NORMATIVA CONTABILE PER IL SETTORE ASSICURATIVO
A detta del presidente dell’authority che vigila sulle compagnie assicurative, in Italia c’è una “palese inadeguatezza” della normativa contabile italiana per il settore assicurativo. L’Ivass ha prospettato al governo una modifica della normativa che “se adottata, consentirebbe di definire un impianto prudente, trasparente e ragionevolmente stabile”. Il problema è “la difficoltà di riconciliare il bilancio civilistico con quello prudenziale nonché con i principi contabili internazionali”.
Lo scorso anno il Mef, ricorda Signorini, “ha esteso la facoltà concessa alle imprese di assicurazione di sterilizzare temporaneamente nel bilancio di esercizio le minusvalenze latenti presenti nel portafoglio investimenti non durevoli, nonché quella di tener conto, per la distribuzione dei dividendi, della quota delle minusvalenze sospese riferite alle Gestioni separate ritenute contrattualmente ribaltabili sui sottoscrittori delle polizze. L’esercizio di tale facoltà ha consentito di sterilizzare minusvalenze per circa 7 miliardi, per la gran parte nel ramo Vita”. L’Ivass però, sottolinea Signorini, ha già manifestato il suo “disagio” rispetto al “ricorso ripetuto a deroghe temporanee dalle regole attuali, deroghe che – seppure adottate in risposta a specifiche situazioni – col loro reiterarsi mettono in ultima analisi in discussione la capacità di quelle regole di rappresentare correttamente la situazione patrimoniale e finanziaria e il risultato di esercizio delle compagnie; abbiamo ribadito la preferenza per interventi più sistematici e ponderati”.
DOSSIER SOLVENCY 2
Dall’Italia si passa poi all’Ue, nella relazione del presidente Ivass. L’accordo provvisorio raggiunto in Europa per la riforma di Solvency2 dal punto di vista dell’Ivass presenta “luci ed ombre” ha indicato Signorini nelle Considerazioni alla presentazione della relazione annuale. A preoccupare l’Autorità è “l’alleggerimento dei requisiti prudenziali”. Signorini afferma: “Genera qualche preoccupazione il significativo alleggerimento dei requisiti patrimoniali che deriva dalla revisione dei criteri prudenziali. Nell’intenzione delle istituzioni europee, questo alleggerimento contribuirà ad accrescere il ruolo del settore assicurativo nel finanziamento della transizione”. L’Ivass ha una visione però diversa sul punto. “A nostro modo di vedere, il miglior contributo possibile a una crescita sostenibile che gli attori del sistema finanziario possono offrire consiste nella loro solidità e stabilità, presupposto essenziale di un’efficiente allocazione delle risorse; a questo obiettivo dovrebbe mantenersi orientato il quadro normativo, più che a indirizzare più o meno direttamente tale allocazione”. A giudizio del presidente dell’Autorità le assicurazioni, come investitori istituzionali, devono garantire che le scelte di destinazione delle risorse siano coerenti con la natura, il tipo e il grado di liquidità degli impegni assunti. Come fornitori di protezione, esse hanno poi un ruolo centrale nel gestire i rischi legati alla transizione, con la prudenza e la competenza necessarie. Entrambi i ruoli implicano investimenti in tecnologia, innovazione di processo e di prodotto e, non certo all’ultimo posto per importanza, una dotazione patrimoniale robusta”.
IL RIALZO DELLE POLIZZE VITA E LE “TENSIONI”
L’anno scorso il rialzo dei tassi ha continuato ad incentivare i riscatti delle polizze Vita da parte degli assicurati più sensibili ai rendimenti e il modello con rendimenti garantiti e facoltà di riscatto senza penalità può creare “tensioni quando mutano le condizioni di mercato”. Per questo motivo, afferma il presidente dell’Ivass, “anche normativi” che possano accrescere “la stabilità e l’efficienza dei prodotti Vita valorizzando il contenuto di protezione”.
Le compagnie, “anche su impulso formale o informale dell’Ivass”, negli ultimi due anni hanno attuato azioni “efficaci” a presidio della liquidità ma l’esperienza, nota Signorini, “ha messo in evidenza i rischi connessi ad alcuni modelli di business vita”. Secondo Signorini “correttivi strutturali sono perciò necessari” e le compagnie dovranno ripensare l’offerta cambiando “la struttura delle garanzie offerte e i connotati di liquidità delle polizze”.
IL “FONDO ASSICURATIVO VITA”
Una decisione “che avevamo auspicato”, ha sottolineato Signorini, “è quella di creare un fondo assicurativo per proteggere gli assicurati sulla vita nel caso della crisi di una compagnia”.
“Un ‘fondo assicurativo vita’ è stato anch’esso introdotto dalla legge di bilancio 2024. Anche qui – aggiunge – occorre procedere speditamente con l’attuazione. Lo strumento potrà essere utilizzato per rendere tempestiva la gestione di crisi aziendali a tutela degli assicurati; costituisce anche un tassello importante nel futuro quadro di risoluzione nazionale”.
RC AUTO, RALLENTA IL RINCARO DEI PREMI
La crescita dei premi per la Rc Auto è proseguita nei primi mesi di quest’anno e a maggio il premio medio è di 400 euro e sta ora rallentando. Signorini ricorda che dalla seconda metà del 2022 l’inflazione ha cominciato a spingere verso l’alto i premi della Rc Auto. “Alla fine del 2023 i prezzi delle relative polizze erano cresciuti del 7,9 per cento rispetto a un anno prima”. Ora però l’inflazione è scesa e il premio medio di maggio a 400 resta peraltro, seppure di poco, inferiore a quello dell’anno precedente la pandemia. Ci attendiamo che la tendenza al rallentamento prosegua nei prossimi mesi”.
Secondo Signorini possono essere utili interventi normativi “per tornare a comprimere i prezzi, accrescendo la concorrenza e incentivando l’adozione di comportamenti di mitigazione del rischio”.
L’ARBITRO ASSICURATIVO, SEI ANNI DOPO
A sei anni dall’istituzione per legge dell’Arbitro assicurativo il nuovo strumento di tutela per i consumatori assicurativi non vede la luce e Signorini ha espresso “rammarico” per la situazione.
L’iter ha prodotto nel tempo “utili affinamenti ma qualche volta il meglio, come si dice, è nemico del bene. L’arbitro si è rivelato “molto utile” nel comparto bancario e finanziario ricorda, il presidente dell’Autorità. “Dopo il parere interlocutorio reso da ultimo dal Consiglio di Stato, abbiamo fornito ai ministeri competenti tutto il nostro supporto per riscontrare debitamente le osservazioni avanzate. Vi è ora un nuovo testo; confidiamo che le rimanenti difficoltà siano superate e che si possa finalmente completare in tempi stretti il quadro normativo, cui seguiranno gli adempimenti organizzativi indispensabili”.
A CHE PUNTO SI E’ SULLE POLIZZE ANTI CATASTROFI
Le regole di attuazione per la novità delle polizze catastrofali obbligatorie dal prossimo anno “vanno costruite in modo da minimizzare la selezione avversa (un problema che l’obbligatorietà della copertura contribuisce a ridurre) e da incentivare scelte e comportamenti da parte degli assicurati che mitighino il rischio; il tutto preservando una sana concorrenza, condizione essenziale di efficienza ed economicità”. Così il presidente Signorini, nelle Considerazioni alla presentazione della relazione annuale. “Non ci nascondiamo la complessità tecnica del progetto; la legge è solo il primo, essenziale passo. Da un lato, è necessario che lo schema operativo da mettere in piedi sia sostenibile per le compagnie assicurative. L’assicurazione dei rischi catastrofali può infatti comportare, se e quando si realizzano eventi rari ma di grande impatto, oneri pesanti e concentrati; e tra l’altro, con il manifestarsi degli effetti dei mutamenti climatici, le compagnie incontrano crescenti difficoltà a riassicurarsi sul mercato. Dall’altro lato, lo schema deve risultare efficiente e proficuo per le aziende assicurate, tramite una mutualizzazione ottimale dei rischi”. Secondo fonti a conoscenza del dossier l’iter dovrebbe completarsi nei tempi previsti in modo da consentire dal primo gennaio 25 di attuare il nuovo regime che obbliga le imprese ad assicurarsi a fronte dei rischi legati al clima e impone alle compagnie l’obbligo a contrarre polizze catastrofali. Secondo Signorini sarà importante assicurare “la semplicità dei prodotti assicurativi offerti, l’adozione di modalità di sottoscrizione chiare e la massima trasparenza circa l’estensione delle coperture e le eventuali esclusioni e limitazioni. Particolare attenzione andrà riservata alla tempestività e congruità degli indennizzi”.
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ESTRATTO DALLE CONSIDERAZIONI DI SIGNORINI DALLA RELAZIONE SULL’ATTIVITÀ SVOLTA DA IVASS NEL 2023
La lotta alla piaga dei falsi siti assicurativi è proseguita, con armi ora un po’ più affilate. Dal novembre dell’anno scorso l’Ivass è in grado di ordinare direttamente l’oscuramento dei siti abusivi. Ne abbiamo chiusi finora 119; altri 96 si sono messi spontaneamente off-line, a seguito delle nostre richieste di chiarimenti, senza attendere la fine dell’istruttoria. Anche prima dell’avvio degli oscuramenti segnalavamo al pubblico la presenza di siti fake tramite comunicati stampa: nel 2023 si è trattato di ben 205 casi, di cui quasi il 90 per cento poi neutralizzato. Tutti i siti irregolari sono stati segnalati alle autorità competenti. Abbiamo intensificato il dialogo con i gestori della rete internet, chiedendo loro di verificare ex ante la regolarità degli intermediari e negare l’accesso ai canali online a tutti gli pseudo-intermediari assicurativi privi di autorizzazione e assenti dal registro ufficiale.
Dopo un lungo, tormentato negoziato durato circa due anni, il Consiglio e il Parlamento Europeo hanno raggiunto un accordo provvisorio sulle modifiche alla direttiva Solvency II. L’Ivass si è attivato in tutte le sedi nazionali ed europee, tra l’altro fornendo supporto al Governo nell’ambito del negoziato politico, per portare all’attenzione dei co-legislatori i temi più rilevanti per l’Italia e proporre soluzioni volte a rafforzare gli obiettivi di tutela del consumatore e della stabilità finanziaria.
La conclusione di questo processo presenta luci e ombre.
Tra le novità positive, rilevano la revisione del volatility adjustment e il rafforzamento dei presidi a tutela degli assicurati con imprese che operano in diversi Stati membri. Sono entrambi temi su cui l’Italia si è spesa molto.
Il volatility adjustment resta un elemento necessario del quadro prudenziale, data la scelta di principio per cui la normativa prudenziale è basata su una contabilità integrale a fair value, che in determinate circostanze produce risultati volatili, potenzialmente prociclici. Benché non si sia riusciti a rimuovere del tutto gli elementi di complessità e opacità che contraddistinguono questo strumento (sul tema mi sono ampiamente intrattenuto in passato), i correttivi apportati nella Direttiva dovrebbero renderne il funzionamento più equilibrato, più efficace – in buona parte per effetto della revisione della componente volta a correggere la volatilità specifica di titoli di emittenti nazionali – e più coerente con la sua finalità. Seguiremo con attenzione la definizione della complessa normativa tecnica di attuazione, puntando anche a evitare che si possano riprodurre in Italia fenomeni di iper-correzione analoghi a quelli osservati in passato in altri paesi europei.
La tutela dei clienti di compagnie insediate in altri Stati membri è una questione importante per l’Italia, perché da noi si sono verificati diversi casi di pratiche scorrette o peggio, ai quali, data la responsabilità pressoché esclusiva delle autorità del paese di insediamento stabilita dalla legge europea, è Considerazioni del Presidente risultato assai difficile per l’Ivass dare risposte tempestive ed efficaci. La nuova versione della Direttiva rafforza la cooperazione e lo scambio di informazioni tra le autorità del paese di origine e di quello ospitante, nonché il ruolo dell’EIOPA.
Le procedure sono ancora alquanto complesse e articolate, ma confidiamo che si sia fatto un passo avanti; vedremo ì quanto esso si dimostrerà risolutivo in pratica.
Genera invece qualche preoccupazione il significativo alleggerimento dei requisiti patrimoniali che deriva dalla revisione dei criteri prudenziali.
Nell’intenzione delle istituzioni europee, questo alleggerimento contribuirà ad accrescere il ruolo del settore assicurativo nel finanziamento della transizione ecologica e digitale e nel supporto dell’economia (sebbene in realtà – dobbiamo osservare – non vi siano strumenti cogenti in grado di assicurare che il conseguente rilascio di capitale sia effettivamente indirizzato a questi fini).
Mi sono già soffermato in passato su questo punto. A nostro modo di vedere, il miglior contributo possibile a una crescita sostenibile che gli attori del sistema finanziario possono offrire consiste nella loro solidità e stabilità, presupposto essenziale di un’efficiente allocazione delle risorse; a questo obiettivo dovrebbe mantenersi orientato il quadro normativo, più che a indirizzare più o meno direttamente tale allocazione. In particolare le assicurazioni, come investitori istituzionali, devono garantire che le scelte di destinazione delle risorse siano coerenti con la natura, il tipo e il grado di liquidità degli impegni assunti. Come fornitori di protezione, esse hanno poi un ruolo centrale nel gestire i rischi legati alla transizione, con la prudenza e la competenza necessarie. Entrambi i ruoli implicano investimenti in tecnologia, innovazione di processo e di prodotto e, non certo all’ultimo posto per importanza, una dotazione patrimoniale robusta.