Non si può non guardare a Parigi in questo prossimo fine settimana.
Oggi il primo turno delle elezioni legislative potrà dare un serio scossone alla governabilità di quel Paese e, di conseguenza, anche agli equilibri politici nel resto della UE.
Ancora oggi tutti i principali media internazionali ribadivano i toni allarmati sulle conseguenze di una vittoria della coalizione di sinistra (Fronte Popolare) o della coalizione di centro-destra (capeggiata dal Rassemblement National di Jordan Bardella).
Alcuni articoli credibili, altri meno. Perché visibilmente intrisi di quell’operazione “paura” che il fronte di Emmanuel Macron ha massicciamente lanciato da qualche settimana. Al punto che qualche investitore ha fatto sapere che non intende abboccare e che non è il momento di vendere, ma anzi di comprare.
Sta di fatto che da quando Emmanuel Macron ha chiamato il voto anticipato l’indice della Borsa di Parigi ha perso quasi il 7% e il bond governativo francese paga uno spread sul bund tedesco di 80 punti, e lo spread positivo con il Btp si è ridotto a 77 punti, ai minimi storici.
Insomma pare che il panico stia prendendo piede tra i grandi capitalisti francesi. Anche se Edouard Carmignac ritiene che i mercati imporranno la loro disciplina e terranno al guinzaglio stretto RN. Curioso modo di rispettare la volontà popolare espressa attraverso il sistema democratico.
Ma ieri pomeriggio sul Financial Times è apparso un dettagliato resoconto sulle manovre in corso per proteggere le grandi ricchezze minacciate da prelievi straordinari, soprattutto dal Fronte Popolare. Che fanno il paio con i violenti attacchi a Macron che tra ieri e oggi sono apparsi sul Daily Telegraph e sul Wall Street Journal.
“Siamo sommersi dalle richieste di investitori preoccupati di capire se il loro denaro in Francia è ancora al sicuro”. È scattata la ricerca al “porto sicuro” tra cui appare bene in vista l’Italia, oltre alla solita Svizzera e alla Spagna.
“Dall’inizio della mia carriera non ho mai ricevuto così tante telefonate”, il commento di uno dei gestori di patrimoni sentito dal FT. Tra i tanti timori, quello di subire prelievi forzosi, non poter disinvestire i propri titoli, un aumento dell’imposta sulle successioni, o quello di un aumento sulla tassazione delle rendite finanziarie. Tutte opzioni in qualche modo paventate dalla coalizione di sinistra.
Dell’Italia piace lo speciale regime che consente agli stranieri di pagare una cifra fissa di 100mila euro per esentare i proventi esteri dalla tassazione. Però bisogna qualificarsi come fiscalmente residenti in Italia e cioè essere fisicamente nel Bel Paese per almeno 183 giorni. Insomma, non è un’operazione che si può fare in fretta ed è particolarmente complessa. In ogni caso si parla del nostro Paese come “un nuovo El Dorado”.
Allora – parola degli esperti del FT – qualche danaroso francese ha deciso di portarsi avanti e ha prenotato una camera d’albergo in Italia, pensa di fermarsi almeno fino alla fine di luglio e poi deciderà sul da farsi.
Saremo il paradiso fiscale dei francesi?