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Invimit

Invimit del Mef è in catalessi?

Cosa fa e cosa non fa, cosa comunica e cosa non comunica, la sgr Invimit (Investimenti Immobiliari Italiani) controllata dal ministero dell'Economia

 

Che fine ha fatto l’Invimit? Almeno lato social e comunicazione, non si può dire che la società partecipata al 100% dal Ministero dell’Economia e delle Finanze si dia particolarmente da fare. Potrebbe essere un peccato veniale, se non fossimo in un periodo di trasformazioni digitali da attuare di gran lena anche per accelerare il processo di trasparenza sul funzionamento della pubblica amministrazione. Ma andiamo con ordine.

COS’È L’INVIMIT E COSA FA

Investimenti Immobiliari Italiani Sgr S.p.A. (Invimit Sgr) è una società di gestione del risparmio del Ministero dell’Economia e delle Finanze che ha ad oggetto la prestazione del servizio di gestione collettiva del risparmio realizzata attraverso la promozione, l’istituzione, l’organizzazione e la gestione di fondi comuni di investimento immobiliare chiusi, l’amministrazione dei rapporti con i partecipanti, la gestione del patrimonio di fondi comuni di investimento di propria o altrui istituzione e di altri organismi di investimento collettivo, italiani ed esteri, ivi comprese le funzioni di natura amministrativa, nonché la gestione di fondi immobiliari. Questa la definizione istituzionale.

LE ULTIME NOMINE

Le ultime nomine erano arrivate proprio a fine 2021, quando l’assemblea di Invimit ha confermato Trifone Altieri presidente della società e indicato Giovanna Della Posta per proseguire nella carica di amministratore delegato. In quell’occasione l’assemblea ha inoltre nominato Raffaele Agrusti, Carlo Cerami e Monica Scipione come nuovi consiglieri di amministrazione, Giovanni Ciuffarella come presidente del Collegio sindacale e Giuliana Tulino e Stefania Viscomi come componenti del Collegio sindacale.

IL PIANO PARTENOPEO

Da allora, dicembre 2021, dai media si erano perse le tracce di Invimit. Almeno fino al 13 aprile scorso, quando le agenzie hanno battuto la notizia che Invimit e il Comune di Napoli hanno siglato un Piano di valorizzazione ed efficientamento del patrimonio immobiliare della città partenopea, tramite l’istituzione di fondi comuni di investimento gestiti dalla società di gestione del risparmio del ministero dell’Economia e delle Finanze. La prima tranche sarà costituita da circa 600 unità immobiliari, per un valore di circa 30 milioni di euro. Il secondo e terzo apporto sono previsti entro settembre 2023 e aprile 2024.

 

E qui c’è la prima stranezza, perché la notizia viene data via Twitter dal Comune di Napoli, che tagga Invimit, ma non da Invimit, che nemmeno la riprende quando sarebbe bastato pigiare sul pulsante re-tweet.  L’ultimo cinguettio della Sgr risale al 17 febbraio, mentre quello precedente al 18 gennaio 2021. Insomma, un tweet all’anno (e nel 2019 manco quello). Si comprende perché la partecipata del Tesoro, nonostante il suo ruolo, abbia solo 145 follower.

Sempre il comune di Napoli ha dato conto dell’intesa tramite la propria pagina Youtube. Non ha fatto altrettanto Invimit, che non la aggiorna da 2 anni e l‘ultimo video è per di più interamente in inglese, come viene fatto notare dai soli commentatori, due. Soltanto il profilo LinkedIn di Invimit ha un sussulto e, dopo mesi di silenzio, riprende compiutamente la notizia. Su Facebook, invece, l’ultima attività risale al 16 luglio 2019 (ben tre anni fa) e riguarda l’aggiornamento dell’immagine del profilo.

L’AFASIA DI INVIMIT RIGUARDA PURE IL SITO

L’inattività di Invimit si estende contagiosamente dai social al sito istituzionale, che pure dovrebbe essere sempre aggiornato. Le news si fermano al 6 ottobre 2021, mentre in alcune sezioni dedicate alla trasparenza i numeri, a occhio, paiono piuttosto scarni. Solo scartabellando un po’, poi, si risale ai nomi degli ultimi consulenti e collaboratori, aggiornati al 27 settembre scorso. Di certo, oltre a essere scarsamente aggiornato, non è esattamente un sito user friendly, e anche quello, in tempi di massicci investimenti sulla digitalizzazione della PA, ha il suo peso.

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