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Investire con Trump?

I mercati finanziari e Trump. L'analisi di Gloria Grigolon, Investment Specialist di Pictet Asset Management

Ciò che abbiamo vissuto sui mercati a partire dal mese di aprile ha impattato anzitutto la fiducia di investitori e consumatori, che negli Stati Uniti è scesa fino a toccare i minimi storici (Fig.1). La mancanza di visibilità sul futuro di brevissimo termine ha portato ciò che i mercati più di tutto temono: l’incertezza (Fig.2). Questo si è riflesso sulle aspettative di rendimento, sull’avversione al rischio degli investitori e sulle strategie di portafoglio.

 

Fig.1 Sentiment di fiducia di consumatori e investitori USA

Fonte: Bloomberg, Pictet Asset Management, dati aggiornati al 07.04.2025

 

Fig.2 Incertezza economica VS volatilità implicita (mercato USA)

Fonte: Bloomberg, Pictet Asset Management, dati aggiornati al 15.04.2025

 

In un contesto difficile, se non impossibile da prevedere, è importante che il cliente abbia chiare in mente alcune regole chiave di corretta gestione patrimoniale. Anzitutto, non è in una fase di crisi che devono essere prese decisioni per ‘correre ai ripari’. Per loro natura, i mercati finanziari sono fatti di salite e discese. Nessuno sa con assoluta certezza dove andrà il mercato domani, ma è provato che l’asset class azionaria sia in assoluto la componente di portafoglio più adatta a portare rendimento nel medio-lungo periodo. In altre parole, momenti di difficoltà come quelli che viviamo oggi non devono scatenare il panico, tutt’al più devono aiutare il cliente a capire se, grazie alla sua pianificazione e agli strumenti che possiede, si senta tranquillo.

 

Fig.3 Performance indice S&P 500 dal 2005 a oggi

 

Seconda regola da ricordare, e non ci stancheremo mai di ripeterlo, è che proprio dalle fasi e dai momenti di crisi nascono spesso le migliori opportunità di investimento. Guardando con lo specchietto retrovisore alcuni dei più recenti shock, i mercati finanziari hanno storicamente dimostrato come a periodi di forti correzioni siano seguite fasi di importanti rimbalzi, capaci non solo di recuperare i crolli, ma anche di dare il via a nuovi cicli di crescita stabili nel tempo. A un anno di distanza dai minimi toccati a seguito di uno shock di mercato, infatti, i listini sono quasi sempre stati in grado di azzerare le perdite tornando in profitto (Fig.4).

 

Fig.4 La storia ama ripetersi, anche sui mercati

Fonte: Bloomberg, Pictet Asset Management

 

Molte crisi finanziarie del passato sono state segnate da momenti di “panic selling”, in cui vendite massicce hanno accentuato il movimento al ribasso dei prezzi, esasperando la reale portata dello shock. E nel timore che il mercato calasse, gli investitori hanno fatto la cosa più sbagliata che si possa fare: liquidare rapidamente le proprie posizioni (loss aversion) per poi aspettare il punto di minimo per rientrare (market timing). Ecco, quindi, la terza regola: il tempo premia l’investitore capace di non reagire di pancia a una fase di volatilità. E il “market timing”, ossia ricercare i punti migliori per comprare e vendere titoli, quasi sempre finisce col distruggere valore. Risulta evidente come il tentativo di prevedere “i tempi” del mercato possa trasformare drasticamente il risultato dei propri investimenti. Se guardiamo il rendimento cumulato dell’Indice S&P500 dal 1994 al 2024, il migliore dei mondi possibili è proprio quello dell’investitore rimasto investito con pazienza nel tempo. Cercare di prevedere il mercato, e quindi rischiare di starne fuori durante le sue fasi di massimo, è infatti costato molto caro.

 

Fig.5 Rendimento cumulato di $10.000 sull’S&P 500 (1994-2024)

Fonte: Bloomberg, Pictet Asset Management

 

 

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