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L’intelligenza artificiale spopolerà Amazon, Ibm e non solo

Amazon punta a usare l’intelligenza artificiale ed i suoi agenti per ridurre i costi del personale. Non è l'unica azienda a fare ragionamenti del genere. L'approfondimento di Mario Seminerio, curatore del blog Phastidio

Amazon ha iniziato un round di licenziamenti con 30 mila dipendenti coinvolti (su un totale di 1,55 milioni), ufficialmente per ridimensionare organici ancora gonfi dal periodo pandemico e per ridurre i costi operativi. Si tratta di poco meno di un decimo della forza lavoro corporate, esclusi quindi gli addetti alla logistica. Dal 2022, Amazon ha licenziato 22 mila dipendenti. Il Ceo, Andy Jassy, in passato ha creato una linea di comunicazione anonima per consentire ai dipendenti di segnalare inefficienze.

L’obiettivo è quello di appiattire la struttura eliminando strati di coordinamento. Si punta poi, per esplicita ammissione di Jassy, a usare l’intelligenza artificiale ed i suoi agenti per ridurre i costi del personale. E non può essere altrimenti, visti gli ingenti investimenti di Amazon in questo ambito. “Meno persone per fare alcuni dei lavori svolti oggi, e più persone che fanno altri lavori”, è stata la sua indicazione, aggiungendo che, anche se è difficile prevedere oggi quanto sarà l’impatto netto di questa trasformazione, il dato finale sarà un taglio della forza lavoro corporate.

Ma Amazon non punta solo a rendere più orizzontale e snella la struttura degli organici corporate, cioè quella dei colletti bianchi. La società di Seattle è leader nella diffusione di robot nelle sue strutture, per ridurre costi e tempi di consegna. Il New York Times ha riportato questo mese che i dirigenti di Amazon ritengono che l’azienda sia avviata a sostituire più di mezzo milione di posti di lavoro con robot, circostanza che produrrebbe risparmi medi di circa 30 centesimi su ogni articolo che Amazon seleziona, imballa e consegna ai clienti. Morgan Stanley ha affermato che la robotizzazione potrà far risparmiare ad Amazon tra 2 e 4 miliardi di dollari entro il 2027.

Organici abbattuti

Ma la tendenza all’abbattimento degli organici si sta rapidamente generalizzando negli Stati Uniti, nelle imprese di maggiori dimensioni. Come riporta il Wall Street Journal,

I datori di lavoro americani stanno sempre più calcolando che possono mantenere dimensioni dei loro team costanti—o ridurli attraverso licenziamenti—senza danneggiare le loro attività. Parte di questo pensiero è la convinzione che l’intelligenza artificiale verrà utilizzata per colmare parte del divario e automatizzare ulteriormente i processi. Le aziende sono anche riluttanti a fare qualsiasi mossa in un’economia che molti descrivono ancora come incerta.

JPMorgan Chase, Walmart, Goldman Sachs, il colosso della difesa RTX, AirBnB sono solo alcune delle aziende che scommettono di poter sviluppare il giro d’affari senza aumentare gli organici, ed eventualmente ridurli, grazie agli agenti AI. Si sta lentamente ma inesorabilmente affermando una cultura aziendale secondo cui ogni ruolo da ricoprire, sia a seguito di uscita volontaria che di programmazione di sviluppo dell’attività, non deve essere in via prioritaria colmato attraverso assunzioni. Una vera mutazione genetica, che peraltro arriverà fatalmente a falciare dapprima il middle management e poi gli executive.

Klarna, che è stata tra le più esplicite su come l’AI stia influenzando il proprio organico, ha dichiarato di aver ristretto gli organici di circa il 40 per cento, in parte a causa dei suoi investimenti in AI. CrowdStrike a maggio ha annunciato tagli al 5 per cento della forza lavoro globale aziendale, citando efficienze grazie all’AI e affermando che la tecnologia “appiattisce la nostra curva di assunzione.” Il Ceo di IBM ha previsto che il 30 per cento dei ruoli non a contatto con i clienti sarà tagliato entro il 2028 e ha dichiarato al Wall Street Journal a inizio di quest’anno che i chatbot AI hanno sostituito 200 dipendenti delle risorse umane, liberando investimenti per assumere più persone nelle vendite e nella programmazione.

Queste condotte sono in relazione diretta con i calcoli sul ritorno degli investimenti in AI. A ruota, arriva la razionalizzazione del fenomeno. Strutture appiattite sono un bene per il personale rimasto, perché ne aumentano la varietà dei compiti ed ampliano quindi la visione sistemica d’impresa, si tende a giustificare sul piano motivazionale. Poi, è utile essere consapevoli che l’assenza di visibilità sul proprio sviluppo professionale non è esattamente una potente leva motivazionale. Resteranno solo capitalisti, cioè possessori di capitale, in aziende pressoché private di soggetti direttivi, anche ai piani alti?

Una metrica di produttività

Ma, senza spingersi a queste considerazioni “filosofiche”, e a conferma del fatto che l’AI sta iniziando a produrre impatti in termini di produttività, è interessante segnalare uno studio della banca statunitense Wells Fargo, secondo il quale l’intelligenza artificiale starebbe ampliando il divario di produttività tra grandi e piccole aziende, dando una spinta alle imprese maggiori che sono in grado di scalare efficacemente la tecnologia e ridurre i costi legati ai lavoratori umani.

Dal lancio di ChatGPT di OpenAI, nel 2022, le aziende a grande capitalizzazione stanno registrando costanti guadagni di produttività legati all’AI, mentre le aziende a piccola capitalizzazione starebbero declinando sotto questa metrica. Dal lancio di ChatGPT, nel 2022, l’indice S&P 500 delle aziende a grande capitalizzazione è aumentato del 74 per cento mentre iol Russell 2000, quello delle small cap di solo il 39 per cento.

Se questa può sembrare una valutazione molto grezza, visto che le determinanti del differenziale di performance sono molteplici e con ampie correlazioni tra esse, è più interessante la metrica usata per identificare la produttività aziendale: l’incremento dei ricavi reali, cioè al netto dell’inflazione, per dipendente.

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Si nota la divaricazione nella metrica di “produttività” così definita, fermo restando il caveat di non innamorarsi di modelli univariati, che sono tanto rassicuranti quanto fallaci, oltre che di correlazioni scambiate per causalità. Secondo l’equity strategist di Wells Fargo che ha realizzato la nota, mentre la produttività (ricavi reali per dipendente) dell’indice S&P 500 è aumentata del 5,5 per cento post lancio di ChatGPT, per il Russell 2000 è diminuita del 12,3 per cento, e si osservano altri esempi di tendenze divergenti nei mercati dei consumatori, industriali e finanziari.

La diffusione dell’uso di AI è fisiologicamente da attendersi procedere dalle aziende di maggiori dimensioni verso quelle più piccole. Non diviniamo il futuro, ma questa rivoluzione tecnologica promette o minaccia di avere ricadute ad altissimo impatto sociale, oltre che economico.

(Articolo pubblicato su Phastidio)

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