Per mettere un punto alle accuse di inquinamento delle acque il colosso chimico statunitense 3M sborserà una cifra record.
La multinazionale – che produce Post-It, nastro adesivo e maschere n95, tra gli altri prodotti industriali – ha annunciato che pagherà fino a 10,3 miliardi di dollari in 13 anni per chiudere numerose richieste di risarcimento da parte dei sistemi idrici pubblici statunitensi che hanno accusato 3M di contaminare le loro forniture.
In base all’accordo proposto, 3M pagherebbe per risanare i sistemi idrici pubblici che sono risultati positivi ai cosiddetti “prodotti chimici per sempre”, sostanze polifluoroalchiliche (Pfas), secondo un deposito titoli di 3M. Ora un tribunale federale deve approvare l’accordo. In caso di mancata approvazione, 3M si è detta disposta a continuare a difendersi dal contenzioso.
3M, che sta affrontando circa 4.000 azioni legali da parte di Stati e comuni per contaminazione da Pfas, non ha ammesso alcuna responsabilità. La società ha affermato che l’accordo riguardava la bonifica ai fornitori di acqua che hanno rilevato la sostanza chimica “a qualsiasi livello o potrebbero farlo in futuro”.
L’accordo proposto da 3M arriva poche settimane dopo che altre tre società, Chemours, DuPont e Corteva, hanno annunciato che avrebbero pagato più di 1 miliardo di dollari per risolvere le cause legali sui Pfas. Noti negli Stati Uniti come “forever chemical“ perché non si degradano naturalmente nell’ambiente, i Pfas sono stati collegati a una serie di problemi di salute, tra cui danni al fegato e a sistema immunitario, e alcuni tipi di cancro, ricorda il New York Times.
Tutti i dettagli.
QUANTO PAGHERÀ LA MULTINAZIONALE
Il colosso chimico e manifatturiero 3M ha raggiunto un accordo da 10,3 miliardi di dollari per le accuse di aver contaminato l’acqua potabile con i cosiddetti prodotti Pfas utilizzati in tutto, dalla schiuma antincendio ai rivestimenti antiaderenti.
In base all’accordo, 3M pagherà la somma in 13 anni a tutte le città, contee e villaggi per finanziare i fornitori pubblici di acqua negli Stati Uniti che hanno rilevato queste sostanze chimiche nell’acqua potabile.
LA POSIZIONE DI 3M
Pagherà dunque, e pure parecchio, ma la la multinazionale non ha ammesso responsabilità. Proprio lo scorso dicembre, 3M ha dichiarato che avrebbe smesso di produrre le controverse sostanze chimiche entro la fine del 2025.
Tuttavia, la società deve ancora affrontare cause legali relative a Pfas intentate da individui con richieste di risarcimento per lesioni personali e danni alla proprietà, nonché da stati statunitensi per danni a risorse naturali come fiumi e laghi che non facevano parte dell’accordo. Pertanto, il colosso ha dichiarato che avrebbe continuato ad affrontare altre controversie Pfas “difendendosi in tribunale o attraverso risoluzioni negoziate, il tutto a seconda dei casi”.
COSA SONO I PFAS
I Pfas sono rilevabili in un’ampia gamma di prodotti, dalle pentole antiaderenti ai cosmetici.
I ricercatori hanno cercato di dare un valore in dollari ai danni alla salute causati dai Pfas negli Stati Uniti: uno studio del 2022 ha rilevato che i costi del trattamento delle malattie attribuibili all’esposizione a Pfas ammontano a 62,6 miliardi di dollari, segnala il Nyt.
Negli Stati Uniti, l’Environmental Protection Agency – Epa (l’Agenzia per la protezione ambientale) ha definito i Pfas un “urgente problema di salute pubblica e ambientale”. Sempre l’Epa ha annunciato che il governo proporrà per la prima volta un regolamento per richiedere livelli vicini allo zero di sostanze chimiche nell’acqua potabile, dopo aver stabilito che quasi nessuna quantità di esposizione è sicura.
Gli analisti di Morningstar, aggiunge il New York Times, stimano che le passività totali di 3M relative ai Pfas potrebbero crescere fino a 30 miliardi di dollari se si tiene conto delle richieste di risarcimento statali, estere e per lesioni personali.