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Inflazione Stati Uniti

Perché sta arrivando l’inflazione

L’outlook sulla seconda metà del 2021 di Lale Akoner, Market Strategist di BNY Mellon Investment Management.

Ci aspettiamo che l’attività economica si impenni nella seconda metà del 2021, in seguito alle riaperture negli Stati Uniti, nell’area euro e nel Regno Unito dopo i lockdown, e grazie alla domanda accumulata durante la pandemia e all’effetto ritardato degli enormi stimoli fiscali e monetari in gioco. In altre parti del mondo, però, la distribuzione dei vaccini è stata più lenta, soprattutto in Paesi Emergenti come l’India, il Brasile e il Sud Africa. In aggiunta, la variante indiana inizia a essere dominante in diversi Paesi.

Complessivamente, quindi, anche se la ripresa economica globale resta solida e intatta, sembra oggi più incerta di quanto non fosse tre mesi fa. Man mano che le vaccinazioni accelerano nei Paesi emergenti, la divergenza nella ripresa dovrebbe appianarsi nel corso di pochi trimestri. Per ora, però, le nostre stime prevedono una certa variabilità internazionale delle performance economiche nel corso del prossimo anno, con una differenza in particolare tra il mondo sviluppato (più la Cina) e alcuni importanti mercati emergenti.

Le ultime dichiarazioni della Fed rappresentano un cambiamento significativo di posizione: prima del meeting di giugno, l’istituto federale americano era estremamente accomodante, con il rischio di infiammare l’inflazione. Oggi lo è molto di meno: iniziando a parlare di tapering e orientandosi verso due rialzi dei tassi entro la fine del 2023, la FOMC sembra volersi assicurare contro i rischi di aumento delle aspettative sull’inflazione. Per quanto riguarda il tapering effettivo, è ancora visto come un processo da avviare a inizio 2022, anche se io personalmente non sarei sorpresa se iniziassero con un tapering dei titoli MBS (mortgage-backed securities) dato il surriscaldamento del mercato immobiliare, per poi procedere a un tapering più generale e più lento nel 2022.

Recentemente, James Bullard, presidente e Ceo della Federal Reserve Bank di St. Louis, ha commentato sul persistere di alcune pressioni inflattive nel 2022, e sull’importanza del procedere al tapering degli acquisti titoli prima piuttosto che tardi. I commenti di Bullard sono importanti perché sarà un membro votante della FOMC il prossimo anno – esattamente l’anno in cui ha indicato la partenza del tapering. Non sorprende quindi che i mercati asiatici abbiano subito dei ribassi importanti dopo i suoi commenti.

Pertanto, cosa significa questo per i mercati? Una posizione più aggressiva della Fed potrebbe rallentare il forte rally registrato quest’anno nei settori collegati alla riflazione. Sarà quindi importante avere anche un’allocazione agli asset con un orizzonte di più lunga durata, come la tecnologia. Potenzialmente questa posizione potrebbe essere un punto di svolta per gli Stati Uniti – la Fed sembra aver rimosso dall’equazione la garanzia di una politica monetaria stabile per molteplici anni, proprio il fattore che ha determinato l’orientamento al ribasso sul dollaro USA sin da quando l’istituto si è concentrato sugli obiettivi di inflazione. Questo mi fa pensare a un orientamento per un dollaro più forte per il resto del 2021.

La stabilizzazione del dollaro potrebbe accompagnarsi a pressioni per le azioni internazionali mentre quelle USA continuano la loro marcia al rialzo. Anche alcuni Paesi emergenti potrebbero ritrovarsi sotto pressione, il che suggerisce un approccio attento e diversificato ai loro asset, con una preferenza per le gestioni attive. Questo è vero soprattutto per quei mercati che sono dipendenti dai finanziamenti esterni e hanno un debito in USD elevato, come la Turchia e il Sud Africa. Quando la Fed inizierà il tapering del piano di acquisto di obbligazioni (forse da inizio settembre) potremmo vedere dei rendimenti reali più alti, favorevoli per gli investimenti coperti contro l’inflazione in generale, e più in particolare per l’oro.

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