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Inflazione Stati Uniti

Perché l’inflazione è una bomba ad orologeria anche per gli italiani

Inflazione: fatti, numeri, analisi e scenari. L'approfondimento di Stefano Feltri tratto dal suo blog Appunti.

 

Nel 2021, ha ricordato di recente il governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco, il 20 per cento più povero degli italiani ha subito una inflazione del 5,3 per cento, il 2 per cento più alta del 20 per cento più ricco. La crescita del reddito da lavoro complessivo di quel 20 per cento più povero, però, è stata del 7 per cento, contro un +0,8 per cento per il 20 per cento più ricco.

Adesso però il contesto è diventato più difficile: la crescita sta rallentando, per effetto dell’inflazione e dei tassi di interesse più elevati praticati dalla Bce per contenere i prezzi, e il governo non può più permettersi aiuti miliardari a pioggia, anche per effetto di quei tassi più elevati che rendono il nuovo indebitamento più costoso.

INFLAZIONE E RISPARMIO IN ITALIA

C’è però ancora un cuscinetto che separa l’Italia dalla tensione sociale che, senza eccezioni, l’inflazione sempre scatena: il risparmio. Una volta gli italiani risparmiavano molto, poi le cose sono cambiate.

inflazione

Il tasso di risparmio, misurato come percentuale del reddito disponibile delle famiglie, era il 16,6 per cento nel 1996. Poi è sceso per tutti gli anni 2000, era intorno al 7,4 per cento quando la crisi finanziaria ha colpito nel 2008.

Complice la recessione e l’austerità, è arrivato all’1,5 per cento nel 2012: quando il Pil non cresce e molti restano disoccupati, risparmiare diventa impossibile.

Durante il Covid è schizzato a livelli che non si vedevano da tempo: 10,3 per cento, perché molte famiglie non sapevano come spendere con ristoranti chiusi e aerei a terra. Nel 2022 è di nuovo sceso intorno al 7 per cento, nel 2023 sarà poco sopra il 5.

Si erodono i risparmi per due ragioni: perché con prezzi più alti spesso lo stipendio non consente lo stesso tenore di vita di prima e perché tenere i soldi sul conto corrente, o in investimenti a basso rendimento, significa lascarli erodere dall’aumento dell’inflazione.

Anche il mattone, tradizionale rifugio degli italiani, non sembra proteggere molto dall’inflazione in questa fase, i prezzi delle case sono addirittura in calo su base annua (uno degli effetti della demografia, ci sono troppi immobili per troppe poche persone).

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L’inflazione rischia di essere una bomba a orologeria che ticchetta sotto il consenso del governo Meloni: soltanto una brusca frenata della crescita potrebbe, forse, far rallentare i prezzi. Ma allora salirebbe la disoccupazione.

L’idea che il problema si risolva da solo ormai pare superata dagli eventi.

La Bce ha alzato ancora il costo del denaro al 3,75 per cento, ma se i prezzi non iniziano a scendere in fretta molte famiglie italiane si troveranno strette tra il carovita e rate del mutuo (se a tasso variabile, o qualunque mutuo da accendere ora) sempre più elevate.

(Estratto dal blog Appunti di Stefano Feltri)

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