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Bond

Il Sole (di Tamburini) abbrustolisce gli allarmi su Btp, tassi, cds e spread

Che cosa scrive oggi il quotidiano il Sole 24 Ore 

Primo: tutti i bond statali con scadenze comprese tra un mese e tre anni hanno recuperato terreno sufficiente per tornare in guadagno in termini di calo dei rendimenti sia su base settimanale, che (soprattutto) mensile.

Secondo: c’è stata una ripresa registrata ieri dai futures sui BTp con scadenza al 18 dicembre (il prezzo è salito del 3% in 5 sedute) e soprattutto i ribassi (psicologicamente importanti) segnati dai credit default swap sui BTP.

Sono i due aspetti evidenziati oggi dal quotidiano il Sole 24 Ore diretto da Fabio Tamburini in un approfondimento a firma del giornalista ed editorialista Alessandro Plateroti.

Conclusione dell’approfondimento del quotidiano di proprietà di Confindustria: “Il mercato sembra avere più fiducia sull’Italia di quanta ne abbiano l’Europa e le agenzie di rating”.

Ecco un estratto dell’articolo così titolato: “Segnali di tregua sul rischio Italia. Nell’ultimo mese giù i tassi a breve”.

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La strada del recupero resta lunga e in salita, ma dopo mesi di vendite a tappeto che hanno fatto impennare i tassi sull’intera curva dei rendimenti italiani, il mercato sembra avere più fiducia sull’Italia di quanta ne abbiano l’Europa e le agenzie di rating. Basti pensare che solo negli ultimi tre giorni, proprio quelli che sulla carta avrebbero dovuto segnare l’ennesimo tonfo dei BTp, gli investitori hanno dato al governo italiano un aiuto insperato nello scontro con le istituzioni europee: per la prima volta dalla conquista di Palazzo Chigi, tutti i bond con scadenze comprese tra un mese e tre anni hanno recuperato terreno sufficiente per tornare in guadagno in termini di calo dei rendimenti sia su base settimanale, che (soprattutto) mensile.

Non solo. Di rilievo è stata anche la ripresa registrata ieri dai futures sui BTp con scadenza al 18 dicembre (il prezzo è salito del 3% in 5 sedute) e soprattutto i ribassi (psicologicamente importanti) segnati dai credit default swap sui BTP (sono “polizze assicurative” sul rischio di insolvenza) su scadenze importanti come quelle a due e cinque anni. Per far parlare i numeri è sufficiente una rapida panoramica della curva dei tassi: dopo un’estate rovente, i rendimenti dei bond a sei mesi sono finalmente scesi di 12,5 punti base rispetto a un mese fa, quelli a 9 mesi sono calati di 25 punti base (-9 punti solo nelle ultime 5 sedute) quelli a un anno hanno perso 28 punti base (-4,5 nella settimana) e circa 6 punti base meno figurano ora nei tassi BTP a due anni, che rispetto a una settimana fa hanno ridotto il rendimento di oltre 25 punti base. Sulle scadenze più lunghe, invece, resta ancora molta incertezza: il BTP a 10 anni è ancora in rosso rispetto a un mese fa (+8,4 pb sui tassi) ma nelle ultime 5 sedute ha invertito la rotta togliendo ben 12 punti base dai rendimenti.

Per quanto le perdite subite dai BTp nell’arco di 6 mesi siano ancora pesanti su ogni scadenza, il mercato non sembra per ora intenzionato ad affondare l’Italia. Anzi, forse è vero il contrario: lo scontro tra Italia e Commissione europea sullo strappo dello 0,4% nel rapporto deficit-Pil 2019 non sembra agli investitori così drammatico e pericoloso per la stabilità finanziaria europea da giustificare una condanna irreversibile da parte della Ue. In altre parole, il mercato sta dimostrando di avere in questa delicata partita più senso di responsabilità della leadership che guida Commissione e Consiglio europeo: sul mercato dei capitali, è chiaro a tutti che provocare una crisi finanziaria dell’Italia solo per tagliare qualche miliardo dalla manovra espone l’intero sistema al rischio di un maxi-default sovrano che potrebbe travolgere la stabilità finanziaria internazionale e la sopravvivenza politica dell’eurozona.

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