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Il mercato del lavoro in Russia sta scricchiolando. Report Le Monde

L'economia russa avrà bisogno di 10 milioni di lavoratori entro il 2030. Una sfida difficile, considerando il rapido declino demografico, aggravato dalle perdite umane causate dalla guerra in Ucraina. L'articolo di Le Monde

 

Di fronte alle ingenti perdite umane sul fronte ucraino e ai pensionamenti di massa, la Russia di Vladimir Putin fatica a trovare manodopera per far funzionare la sua economia di guerra. Le aziende russe dovranno assumere l’equivalente di 2 milioni di lavoratori all’anno nei prossimi cinque anni per coprire i posti vacanti e quelli di nuova creazione – scrive Le Monde.

“Entro il 2030 dovremo integrare 10,9 milioni di persone nell’economia. Saranno creati circa 800.000 nuovi posti di lavoro e circa 10,1 milioni di persone raggiungeranno l’età pensionabile”, ha dichiarato Anton Kotiakov, ministro del Lavoro, lunedì 14 luglio, in occasione di una riunione con Putin dedicata ai problemi demografici. […]

La carenza di manodopera è diventata ancora più acuta dopo l’invasione dell’Ucraina, poiché circa 700.000 uomini, per lo più contratti a tempo determinato, sono attualmente al fronte. Molti russi, attratti dalla promessa di salari nettamente superiori alla media, firmano contratti con l’esercito per combattere o lavorare nelle aziende produttrici di armi. Lo Stato paga generosamente le sue reclute, mettendo in ombra il settore civile, che soffre di una cronica carenza di manodopera.

AMMISSIONE DI FALLIMENTO PER IL CREMLINO

Questa carenza non è nuova: la Russia sta registrando un calo della popolazione in età lavorativa da quasi vent’anni. Secondo Rosstat, il servizio federale di statistica, la popolazione attiva è diminuita di 5,8 milioni tra il 2007 e il 2021. Con l’invasione dell’Ucraina, questo trend si è accentuato. Nella primavera del 2024, la Russia aveva un deficit di 1,86 milioni di lavoratori, sulla base dei calcoli effettuati da Rosstat alla luce delle richieste formulate dalle imprese ai centri per l’impiego.

Per colmare il divario, secondo il Ministero del Lavoro, nel 2024 sono stati assunti 47.000 lavoratori stranieri, provenienti principalmente da Cina, India, Turchia e Serbia, nel settore industriale. Le assunzioni proseguiranno, in particolare in India, un “partner naturale” in questo settore, ha sottolineato recentemente Andreï Komarov, membro dell’Unione russa degli industriali e degli imprenditori, che si è detto favorevole alla formazione dei lavoratori stranieri per soddisfare le esigenze del mercato.

IL TEMPO STRINGE

Il declino demografico sta accelerando, come dimostrano le statistiche pubblicate da Rosstat nel mese di aprile. Nel 2024, i decessi sono stati più numerosi delle nascite, con 1,82 milioni di morti contro 1,22 milioni di neonati, tenendo conto che il numero dei decessi non tiene conto delle perdite militari in Ucraina, non comunicate dalle autorità. Nel gennaio e febbraio di quest’anno sono state registrate in totale 195.432 nascite, con un calo del 3% rispetto al 2024. A livello nazionale, i decessi superano le nascite in media di 1,6 a 1. Ma in alcune regioni il divario è ancora più ampio: a Kaluga e Ivanovo è di 2 a 1, a Vladimir e Belgorod di 3 a 1.

Queste statistiche sono un’ammissione di fallimento per il Cremlino, che vede il tasso di natalità diminuire inesorabilmente nonostante la sua politica di incoraggiamento delle nascite, i tentativi di ridurre il ricorso all’aborto e la promozione dei “valori tradizionali” della famiglia. […]

POSTICIPARE L’ETÀ PENSIONABILE

Sebbene il tasso di fertilità delle donne russe (1,4 figli nel 2022) non sia lontano dalla media europea (1,38), l’eccessiva mortalità maschile contribuisce fortemente al calo demografico. L’aspettativa di vita degli uomini era ufficialmente di 68 anni nel 2023, 12 in meno rispetto alle donne. Considerando le perdite in Ucraina, 100.000 morti da gennaio secondo il segretario di Stato americano Marco Rubio, la mortalità maschile non potrà che aumentare. A questo ritmo, sempre secondo Rosstat, la popolazione del Paese potrebbe scendere a 138,8 milioni (rispetto agli attuali 144 milioni) entro il 2046, o addirittura a 130 milioni, secondo uno scenario più pessimistico, ovvero l’equivalente della popolazione dell’Impero russo nel 1897.

Se non si interviene per contrastare questo declino, sarà necessario posticipare l’età pensionabile a 80 anni, sempre che l’aspettativa di vita lo consenta, secondo un’analisi del Centro di studi sull’opinione pubblica VTsIOM, pubblicata a maggio. Pochi giorni dopo, il demografo indipendente Alexei Rakcha, che aveva partecipato allo studio, ha visto il suo nome aggiunto alla lista degli “agenti stranieri”, aggiornata settimanalmente dal Cremlino.

Il tema del declino demografico è più che mai nel mirino delle autorità, che hanno deciso di censurare Rosstat. Nell’ultimo bilancio socio-economico, datato maggio, sono scomparsi i dati demografici su decessi, nascite, matrimoni, divorzi e movimenti di popolazione. Un tempo accessibili, questi dati non sono stati aggiornati da marzo e non lo saranno più in futuro, se non previa autorizzazione speciale.

(Estratto dalla rassegna stampa estera a cura di eprcomunicazione)

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