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Il decreto del governo? Poco rigido. Parola di Fontana (governatore Lombardia)

Come il presidente della Lombardia, Attilio Fontana (Lega), ha commentato il decreto del governo anti Coronavirus

“Personalmente sarei stato un pochino più rigido nelle misure che attengono al cosiddetto distanziamento sociale, avrei cercato di impedire occasioni di contatto”: così il presidente della Lombardia Attilio Fontana ha commentato in questo modo, all’Indignato speciale su Rtl il decreto sul Coronavirus firmato dal presidente del Consiglio Giuseppe Conte.

“Purtroppo – ha aggiunto – la gente a ieri non si è resa conto della situazione. Mi hanno mandato foto di code interminabili di piste da sci, fotografie di assembramenti nei bar. La gente non ha ancora capito che è una situazione in cui tutti dobbiamo fare uno sforzo, rinunciare a una parte della nostra libertà” per bloccare il contagio. “Forse – ha concluso – ci sarebbero dovuti essere più impegni per mettere davanti a una realtà oggettiva i nostri cittadini”.

Di seguito le parole di Fontana sulla bozza del provvedimento poi adottato dal consiglio dei ministri stamattina alle 2.

La bozza del decreto del presidente del Consiglio “sembra andare nella direzione del contenimento della diffusione del virus, con misure più incisive che invitano i cittadini alla prudenza. Ma non posso non evidenziare che il testo è, a dir poco, pasticciato e necessita chiarimenti da parte del governo stesso per consentire ai cittadini di capire cosa si può fare o meno”, aveva detto in un’intervista al Corriere della Sera il presidente Fontana.

“A Roma qualcuno non ha capito bene la situazione o quantomeno l’ha capita con un certo ritardo – ha spiegato, prima dell’approvazione ufficiale del decreto da parte del governo -. Noi abbiamo sempre cercato di rendere chiaro il quadro, con numeri, dati scientifici e proiezioni, ma non ci hanno creduto”. Anche se “ho trovato un interlocutore attento nel ministro della Salute Roberto Speranza, sempre disponibile all’ascolto così come il ministro della Difesa Lorenzo Guerini. E poi mi lasci ringraziare anche il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che ci ha sempre fatto sentire la sua vicinanza”. Mentre con Conte, “sono in contatto costante”.

Per quanto riguarda le misure restrittive, i trasporti “sono l’ultima cosa da fermare, perché significa davvero bloccare del tutto la produzione”, comunque “noi non abbiamo mai mandato al governo specifiche richieste di questo o quel provvedimento, non è compito nostro”. Fra gli obiettivi primari “la ricerca di posti letto in terapia intensiva, di personale sanitario, di ventilatori e di strumenti di tutela individuale come le mascherine, perché se non le compriamo noi non ce le fornisce nessuno”.

Oggi “dobbiamo parlare di 359 letti occupati in terapia intensiva e dell’allarme lanciato dalla comunità dei medici che vi lavorano”. Le misure restrittive, che “sono necessarie”, stanno sottoponendo i lombardi a “una prova difficile. Ma so anche che supereremo questo momento se tutti quanti ci impegniamo a collaborare”

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