Caro direttore,
Mf/Milano Finanza e Il Messaggero ieri hanno riferito che in queste ore che in Acri sono partiti i lavori sul protocollo Acri-Mef. Le fondazioni, in sostanza, vorrebbero un allungamento dei mandati dagli attuali tre anni a quattro o cinque.
Come dicono a Roma: “Ce stanno a prova'”.
Come si possa pensare di diluire il protocollo Acri-Mef mentre imperversa la buriana su Fondazione Crt, è per me un mistero. Un mistero che evidentemente nemmeno la mente semidivina di Giuseppe Guzzetti, ancora padre padrone di Acri (anche se il presidente è Giovanni Azzone), può abbracciare.
Altro punto: il vero problema non è la durata dei mandati, bensì la possibilità di avere rinnovi. Nel momento in cui un consigliere assume la carica, inizia a lavorare per il rinnovo. Entra, per così dire, in campagna elettorale. È un meccanismo micidiale, che alimenta la tendenza a creare cordate e patti di ogni tipo. Crt ne è la degenerazione patologica, l’aberrazione con contorni da noir di ringhiera. Ma ti ho già tediato a sufficienza su questo, e a furia di ripetermi finirò per apparire noioso.
Alla prossima!
Francis Walsingham