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Carrello Antinflazione Urso

Guerra tra produttori e distributori sul carrello anti inflazione made in Urso

Il cosiddetto carrello anti inflazione promosso dal ministro Urso fa litigare produttori e distributori. Centromarca, Federalimentare e Unionfood dicono "no". Dicono "sì" le associazioni della distribuzione moderna (Federdistribuzione, Coop e Conad) e del commercio tradizionale (Confcommercio e Confesercenti). Fatti e approfondimenti

 

“Con il paniere calmierato siamo convinti di poter dare un definitivo colpo all’inflazione riconducendola a livelli naturali”. A dirlo è il ministro delle imprese e del Made in Italy Adolfo Urso parlando del cosiddetto carrello anti inflazione: un protocollo che prevede un paniere di prodotti sui quali le imprese aderenti si impegnano a non applicare rincari. La sottoscrizione del protocollo di intesa, però, è a carattere volontaria. Ad andare incontro alle richieste del governo sono stati solo i rappresentanti delle associazioni della distribuzione moderna (Federdistribuzione, Coop e Conad) e del commercio tradizionale (Confcommercio, Confesercenti e rappresentanti delle farmacie). L’industria, invece, non ha voluto aderire all’iniziativa governativa.

CALO DELL’INFLAZIONE IN ITALIA: MEGLIO DEGLI ALTRI PAESI DELL’AREA OCSE

Secondo ultimi dati Ocse, l’inflazione in Italia nell’ultimo mese è scesa dal 7,6% al 6,4%, con un calo di 1,2 punti percentuali, maggiore di quello registrato nell’area Ocse dove l’indice dei prezzi al consumo si è ridotto in media dello 0,8%. Un trend che dovrebbe aver giovato del monitoraggio dei prezzi effettuato dal Mimit, con i nuovi poteri conferiti dal decreto trasparenza di gennaio, e anche all’impegno della filiera della distribuzione e del commercio. Le adesioni, comunque, sono aperte fino al 10 settembre, quando saranno definite con le associazioni i beni primari da inserire nel carrello e le modalità del “trimestre anti inflazione”, che durerà dal 1° ottobre al 31 dicembre 2023.

LE ASSOCIAZIONI CHE HANNO DETTO “NO” AL CARRELLO ANTI INFLAZIONE

Ma non è un coro unanime quello che accoglie il carrello anti inflazione. A dire “no” è il mondo dei produttori. Si sono pronunciati nomi importanti del settore produttivo italiano: da Centromarca a Federalimentare e Unionfood.

IL DIETROFRONT DI FEDERALIMENTARE

Lo scorso 21 luglio Federalimentare aveva pubblicato una nota in cui esprimeva vicinanza a e apprezzamento per l’iniziativa del ministro Urso. “Come industria alimentare apprezziamo l’iniziativa promossa dal ministro delle Imprese e del made in Italy Adolfo Urso di dar vita ad un paniere di prezzi calmierati che possa venire incontro alle esigenze delle famiglie più in difficoltà – si legge nella nota a firmata dal presidente di Federalimentare, Paolo Mascarino -. Fin da ora a nome di Federalimentare e dei presidenti che compongono la Federazione diamo la nostra disponibilità a collaborare con il ministro affinché la lunga catena dell’agroalimentare italiano, fatta da industria, Gdo, intermediari, logistica e magazzini possa trovare una sintesi costruttiva nell’interesse dei cittadini tenendo anche in considerazione la crisi che alcuni settori stanno ancora attraversando per la mancanza di materie prime”. La nota chiudeva con la richiesta di “un tavolo il più possibile aperto al confronto”.

LE RAGIONI DEL “NO” DI CENTROMARCA AL CARRELLO ANTINFLAZIONE

Centromarca, l’associazione Italiana dell’industria di marca che associa circa 200 imprese nei settori alimentare, bevande, cura della casa e della persona, elettrico, bricolage, giocattolo, home entertainment, ha spiegato le ragioni della sua contrarierà in un comunicato sul suo sito. “Pur non mettendo in dubbio la validità delle motivazioni che portano il Governo, attraverso il Mimit, a promuovere interventi a sostegno del potere d’acquisto delle famiglie, Centromarca e Ibc, hanno ritenuto non praticabile la sottoscrizione del protocollo”, si legge nel comunicato: “La gran parte delle industrie è impegnata nella definizione di contratti di acquisto delle materie prime con prezzi che oscillano costantemente”, scrive Centromarca. E ancora: “I bilanci industriali registrano riduzioni dei margini, a conferma del fatto che i produttori di beni di largo consumo hanno fatto quanto era in loro potere per trasferire con gradualità a valle gli extracosti anche incamerando contrazioni significative dei profitti. Nell’alimentare i margini per unità di prodotto hanno registrato una riduzione del 41,6%”. E infine tirano in ballo questioni di carattere legale: “la  normativa Antitrust non consente a Centromarca e a Ibc di promuovere presso le aziende associate gli impegni oggetto del protocollo”.

UNIONFOOD CHIAMA IN CAUSA ANCHE GLI ATTORI DELLA LOGISTICA

Un no arriva anche da Unionfood, l’associazione che rappresenta i grandi gruppi dell’alimentare, da Barilla a Lavazza, insieme alle associazioni Assitol, Assocrani, Assolatte, Italmopa e Assica, con un fatturato da 51miliardi di euro. ”Qualunque determinazione promessa o impegno sul valore del prodotto finito non possa prescindere da un coinvolgimento di tutti gli operatori della filiera alimentare – dice Union food che prova allargare la platea degli interessati -, in senso ampio, compresi operatori della logistica, dell’energia e del packaging che concorrono a comporre il valore finale del prodotto”.

IL SÌ DI FEDERDISTRIBUZIONE AL CARRELLO ANTINFLAZIONE

È polemica Federdistribuzione, l’associazione che rappresenta le aziende della Distribuzione Moderna, alimentare e non alimentare, e che conta, in totale, più di 225.000 addetti, nei confronti delle realtà del settore produttivo. Sul suo sito pubblica un comunicato nel quale conferma l’assenso all’iniziativa del Ministero del made in Italy. “Con la firma della lettera d’intenti sull’iniziativa ‘Trimestre antinflazione’, le aziende della Distribuzione Moderna rinnovano la propria disponibilità a collaborare con il Governo per contrastare gli effetti dell’inflazione sul potere d’acquisto degli italiani. Nei giorni scorsi, avevamo condiviso con il Governo i contenuti di un protocollo antinflazione ed eravamo pronti a firmare, ma abbiamo dovuto prendere atto del no da parte dell’industria di trasformazione – si legge nel comunicato a firma del Presidente di Federdistribuzione Carlo Alberto Buttarelli -. Ciononostante, con grande senso di responsabilità, abbiamo deciso di proseguire il percorso già iniziato per trovare insieme alle istituzioni soluzioni concrete di contrasto all’inflazione, con l’obiettivo di tutelare le famiglie e la tenuta dei consumi.”

PER L’UNIONE NAZIONALE DEI CONSUMATORI IL CARRELLO ANTINFLAZIONE È UNA SCENEGGIATA

Resta critica l’Unione nazionale dei consumatori ha definito l’iniziativa dell’esecutivo “una sceneggiata” e  “un’operazione di marketing e di facciata fatta dal ministro Urso solo per poter dire agli italiani, attraverso spot su tutti i canali media, di essere intervenuto contro l’inflazione ma che è priva di qualunque impegno concreto e di effetti reali per le tasche degli italiani”.

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