Andrea Orcel di Unicredit è su tutte le furie. E’ quanto si evince, indirettamente, da toni e contenuti del comunicato stampa diffuso ieri pomeriggio dalla banca milanese.
CHE COSA HA VOLUTO COMUNICARE UNICREDIT DOPO IL TAR
Evidentemente le cronache dei giornali, le interpretazioni “fuorvianti”, le reazioni filtrate dal Mef e i commenti di Banco Bpm dopo la decisione del Tar sul decreto golden power del governo sul dossier Unicredit-Banco Bpm non sono stati affatto graditi dal gruppo creditizio capeggiato da Orcel. Per questo Unicredit ha voluto precisare, chiosare e puntualizzare, volendo comunicare che in sostanza il Tar ha dato ragione alla banca e torto al governo.
DECRETO GOLDEN POWER ILLEGITTIMO?
Non solo: la sentenza, secondo Unicredit, prova che il «modo in cui il golden power è stato utilizzato è illegittimo», tanto che si richiede l’emissione di un nuovo decreto, «poiché quello adottato il 18 aprile è stato annullato dalla Corte».
LE PRESCRIZIONI
Unicredit nel comunicato stampa è entrata nel merito del provvedimento. «Di quattro prescrizioni, due sono state annullate; la predefinizione di un rapporto tra impieghi e depositi e il mantenimento sine die del livello del project financing». Quindi, secondo i legali della banca, non è solo il termine temporale di cinque anni del rapporto depositi/impieghi a dover essere modificato, ma anche l’obbligo a dover rispettare un parametro predefinito. Il Tar ha infatti chiarito che «il criterio della media ponderata è uno di quelli di cui la ricorrente potrà tenere conto ai fini dell’adempimento della prescrizione».
CAPITOLO ANIMA
C’è poi la terza prescrizione, quella riguardante Anima, che secondo il golden power non può vendere titoli del debito pubblico italiano. Anche in questo caso, secondo i legali di Unicredit, il Tar del Lazio ha tolto l’obbligo e ha mantenuto «una indicazione programmatica a mantenere i titoli italiani in Anima, nel rispetto dei doveri fiduciari nei confronti dei clienti cui tali asset appartengono».
DOSSIER RUSSIA
Infine la quarta prescrizione, quella sull’uscita di Unicredit dalla Russia, tanto dibattuta nei mesi scorsi. Unicredit precisa che la «prescrizione non include i pagamenti, come invece specificato dal Mef. E ciò in conseguenza delle preoccupazioni del ministro Tajani, che temeva difficoltà per le imprese italiane che ancora lavorano con la Russia. Inoltre «il Tar ha dichiarato di non avere piena giurisdizione in materia e che la competenza a valutare la questione è appannaggio della Bce, e Unicredit sta già ottemperando alle richieste della Bce».
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ECCO IL TESTO DEL COMUNICATO INTEGRALE DI UNICREDIT:
Milano, 13 luglio 2025 – Con riferimento all’offerta pubblica di scambio (“Offerta”) promossa ai sensi degli articoli 102 e seguenti del TUF sulla totalità delle azioni ordinarie di Banco BPM S.p.A. (“BPM”), UniCredit S.p.A. (“UniCredit”, “l’Offerente”) comunica quanto segue.
Alla luce delle varie dichiarazioni e interpretazioni, in alcuni casi fuorvianti, diffuse in relazione alla sentenza del TAR, UniCredit ritiene necessario e responsabile fornire chiarimenti inequivocabili a tali osservazioni, presentando i fatti così come delineati nella sentenza stessa.
Come già detto, UniCredit valuta positivamente la decisione del TAR in accoglimento del proprio ricorso. Questa è una prova inequivocabile che il modo in cui il Golden Power è stato utilizzato è illegittimo, tanto da richiedere l’emissione di un nuovo decreto, poiché quello adottato il 18 aprile è stato annullato dalla Corte. La stessa sentenza, peraltro, di per sé dimostra la fondatezza dei rilievi di UniCredit in merito alle incertezze derivanti dalle prescrizioni del Golden Power e dalla loro applicazione nel caso di specie, richiedendo al TAR quasi 100 pagine per fare chiarezza al riguardo.
La fondatezza del ricorso di UniCredit è stata chiaramente sottolineata dal TAR.
Di quattro prescrizioni, due sono state annullate: la predefinizione di un rapporto tra impieghi e depositi e il mantenimento sine die del livello del project financing. Una terza prescrizione, relativa ad Anima, è stata chiarita e implicitamente modificata nella misura in cui il TAR ha accolto e formalizzato la diversa interpretazione della prescrizione proposta dal MEF pochi giorni prima della prima udienza del Tribunale e poi presentata formalmente al Tribunale nell’ambito delle difese svolte. Pertanto, non sussiste più un obbligo, e si fa piuttosto riferimento a una indicazione programmatica a mantenere i titoli italiani in Anima, nel rispetto dei doveri fiduciari nei confronti dei clienti cui tali asset appartengono.
In merito alla cessazione delle attività o alla cessione degli asset di UniCredit in Russia (prescrizione che non include i pagamenti, come specificato dal MEF), il TAR ha dichiarato di non avere piena giurisdizione in materia. Come affermato dal TAR, la competenza a valutare la questione è appannaggio della BCE e UniCredit sta già ottemperando alle richieste della BCE.
UniCredit non commenterà le specifiche dichiarazioni rilasciate da BPM sia sulla vicenda che sull’Offerta di UniCredit, né sull’uso anomalo da parte di BPM di ogni iniziativa disponibile per ostacolare l’offerta, indipendentemente dal suo merito.
Tuttavia, UniCredit sottolinea che la decisione finale riguardo al merito e all’attrattività di qualsiasi offerta dovrebbe sempre spettare agli azionisti. Purtroppo, quegli azionisti sono stati esposti non solo all’uso illegittimo del Golden Power insistentemente invocato da BPM, ma anche a comunicazioni e campagne ingiustificatamente aggressive e spesso fuorvianti, volte a screditare sia l’Offerta che l’offerente. In questo contesto di profonda incertezza, gli azionisti di BPM potrebbero essere stati privati di un’opzione, i cui termini erano stati equamente stabiliti e, come chiaramente evidenziato da UniCredit al momento del lancio dell’Offerta, avrebbero potuto essere già stati migliorati se ci fosse stato un ordinato processo di OPS.
UniCredit valuterà ora tutte le iniziative opportune in maniera tempestiva.