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Brandeburgo

Ecco come la Germania nazionalizzerà il colosso energetico Uniper

Che cosa succede in Germania su Uniper, gas e non solo. L'approfondimento di Pierluigi Mennitti da Berlino

 

Ha gioco facile il portavoce del gruppo parlamentare Cdu/Csu Andreas Jung quando giudica “in tilt” la politica energetica del governo tedesco. Uno dei pilastri delle misure di sostegno alle imprese – la sovratassa sul gas – varata neppure un mese fa e che dovrebbe partire tra meno di due settimane è già rimessa in discussione. E non da un esponente qualsiasi del governo, ma dal ministro dell’Economia e del Clima, quel Robert Habeck cui è demandata la gestione in prima persona della crisi energetica.

Per ricordare di cosa si tratta conviene riavvolgere il nastro della vicenda. La sovratassa sul gas è una nuova imposta pari a 2,4 centesimi per kilowattora che sarà addebitata ai clienti da ottobre fino alla fine di marzo 2024. L’obiettivo è alleggerire le imprese che, a causa delle forniture di gas limitate e poi interrotte dalla Russia, devono acquistare gas altrove a costi significativamente più elevati per rispettare i loro contratti. È stata soprannominata tassa Uniper, dal nome del più grande importatore di gas della Germania finito nei guai proprio a causa dell’utilizzo del gas come leva di pressione geopolitica da parte di Mosca: un’ipotesi che tutti i governi tedeschi che si sono succeduti fino all’invasione dell’Ucraina hanno sempre ritenuto improbabile.

Ora che l’improbabile si sta verificando, il governo ha provato a tappare la falla Uniper appioppando ai suoi clienti (industrie e famiglie) l’imposta sul gas. Ma, proprio alla luce della situazione drammatica dell’azienda, secondo quanto riportato da un servizio della tv pubblica Ard, il ministro dell’Economia Robert Habeck starebbe mettendo in discussione la sovratassa

L’emittente televisiva ha citato informazioni raccolte nell’ambiente dei Verdi, il partito di Habeck, secondo cui il ministro avrebbe espresso i suoi dubbi sulla misura nel corso di una riunione interna che si è tenuta la scorsa settimana.

Il servizio di Ard sostiene che secondo il ministro un’eventuale nazionalizzazione del fornitore di gas Uniper, che il governo tedesco sta valutando, dovrebbe essere accompagnata dalla sostituzione del prelievo sul gas con un aiuto di Stato completo. Secondo ARD, Habeck ha anche aggiunto che i dubbi sulla sovratassa sarebbero determinati anche da considerazioni sulla sua compatibilità “con le norme costituzionali in tema finanziario”. Questione che riporta direttamente alle critiche dell’opposizione cristiano-democratica, quando parla di governo in tilt. Perché se è già un segnale grave l’errata valutazione di una misura che impatta sulle tasche dei contribuenti e sui bilanci delle imprese, lo è ancora di più quello di non aver considerato vincoli costituzionali.

Certo, come nota anche Ard, Habeck potrebbe provare a rovesciare la situazione a suo favore. Se la nazionalizzazione di Uniper e il prelievo sul gas fossero effettivamente incompatibili, il ministro potrebbe intestarsi la revoca dell’impopolare sovratassa appena un momento prima della sua entrata in vigore con la giustificazione che non c’è altra via legale se si vuole davvero salvare Uniper. E scaricare sul bilancio del ministero delle Finanze del liberale Christian Lindner i miliardi di euro necessari per la nazionalizzazione. Non va dimenticato che fra meno di un mese si vota per il rinnovo di un importante Land, la Bassa Sassonia, e alcune scelte di politica energetica non sembrano scevre da interessi elettorali, come dimostra la scelta di Habeck di aver tenuto fuori dalla riserva operativa proprio l’unica delle tre centrali nucleari ancora attive presente in Bassa Sassonia.

Ma restano scolpite a futura memoria il giudizio che lo stesso ministro pronunciò al momento del varo della sovratassa: “la migliore delle opzioni possibili”.

Ora l’opposizione avrà ancora più spinta a presentare, come annunciato, una mozione in parlamento per evitare l’entrata in vigore della sovratassa, a prescindere da eventuali retromarce del governo. “Come attore centrale del mercato tedesco del gas, Uniper ha bisogno di un aiuto mirato”, ha detto ancora il portavoce Cdu/Csu Jung, “il governo deve ora mettere sul tavolo le alternative per sostenere Uniper, con tutte le informazioni e le cifre pertinenti”.

Le trattative per la nazionalizzazione sono state infatti più ingarbugliate di quanto si pensi, perché di mezzo c’è la Finlandia, che con Fortum detiene la maggioranza di Uniper. La vicenda ha messo in imbarazzo il governo di Sanna Marin, con l’opposizione di destra all’attacco. Il governo finlandese “si è arreso alla Germania senza opporre la dovuta resistenza”, ha detto il presidente del partito Coalizione Nazionale (NCP) Kai Mykkänen al quotidiano finlandese Helsingin Sanomat, Berlino “sta intenzionalmente abbassando il valore di Uniper e, una volta toccato il fondo, la compagnia sarà nazionalizzata e i contribuenti finlandesi avranno di fatto pagato le bollette del gas tedesco. Siamo vincolati da accordi internazionali che dovrebbero proteggerci da questo tipo di situazione, ma un paese che ha investito in un altro paese viene ora costretto arbitrariamente a pagare perdite per miliardi di euro”.

Ora sembra che la trattativa sia alle strette finali e l’accordo a portata di mano. È quanto ha annunciato proprio ieri Uniper con un comunicato, confermato poi dai finlandesi di Fortum. Secondo informazioni raccolte dalla stampa tedesca, il governo di Berlino acquisterà le azioni detenute da Fortum e contribuirà con altri otto miliardi di euro come aumento di capitale per la nazionalizzazione. In questo modo il governo federale otterrebbe una quota di maggioranza significativa in Uniper.

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