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Energy Policy Tracker

G20, chi investe in fossili? L’analisi Energy Policy Tracker

Sul nuovo sito Energy Policy Tracker aggiornamenti settimanali su fondi pubblici spesi per energie inquinanti o pulite   Dall’inizio della pandemia, i governi del G20 hanno stanziato almeno 267,10 miliardi di dollari a sostegno di diversi tipi di energia ma di questi almeno 120,56 miliardi di dollari sono andati ai combustibili fossili incondizionatamente, almeno 30,25…

 

Dall’inizio della pandemia, i governi del G20 hanno stanziato almeno 267,10 miliardi di dollari a sostegno di diversi tipi di energia ma di questi almeno 120,56 miliardi di dollari sono andati ai combustibili fossili incondizionatamente, almeno 30,25 miliardi a combustibili fossili con condizioni.

Di questi il G20 ha impegnato almeno 10,20 miliardi di dollari nel carbone. Circa 30 miliardi di dollari a livello mondiale sono invece accompagnati da obiettivi climatici, 89 miliardi sono indirizzati verso settori ‘puliti’ come l’efficienza energetica, il solare e l’eolico mentre altri 28 miliardi rientrano nella categoria ‘altre energia’ come biocarburanti e idrogeno di origine non specificata.

Sono i dati diffusi da 14 organizzazioni tra cui la Columbia University e lo Stockholm Environment Institute e pubblicati su Energy Policy Tracker un nuovo sito che fornirà aggiornamenti settimanali su quanti fondi pubblici vengano spesi dai governi nel G20 per le energie inquinanti o pulite.

Dati diffusi in vista di uno degli incontri annuali dei ministri dell’economia del G20, il 18-19 luglio, e che dimostrano che gli attuali piani di risanamento post Covid-19 stanno ponendo l’economia mondiale ”su una traiettoria pericolosa, con investimenti massicci nei combustibili fossili – nonostante le ripetute promesse dei leader mondiali che un recupero verde è l’unica soluzione possibile”, osservano le associazioni.

ONU E FMI CONSIGLIANO DI INVESTIRE NEL CLIMA

In particolare, a beneficiare maggiormente degli investimenti, sono soprattutto i settori ad alta intensità energetica come le compagnie aeree e questo contrasta, di fatto, con le esortazioni di agenzie internazionali come Onu e Fmi che hanno chiesto ai governi di dare priorità a stanziamenti per la ripresa economica che siano rispettosi del clima.

PER OGNI DOLLARO NELL’ENERGIA PULITA, 1,50 VANNO A SOSTEGNO DI AZIENDE DIPENDENTI DAI FOSSILI

“Finora, come dopo la crisi finanziaria del 2008, i pacchetti di recupero hanno favorito in modo significativo i combustibili fossili. In tutti i paesi del G20, per ogni dollaro di fondi per lo stimolo impegnati nell’energia pulita, 1,50 dollari vanno a compagnie aeree, compagnie petrolifere e altre industrie dipendenti dai combustibili fossili”, si legge su Quartz che analizza la situazione mondiale e aggiunge che l’analisi conta solo i finanziamenti che sono stati ufficialmente impegnati. Non sono inclusi, ad esempio, i fondi di stimolo che sono ancora in discussione, come il piano di recupero verde da 850 miliardi di dollari dell’Unione Europea.

GERASIMCHUK (IISS): ANCORA UNA VOLTA SI SONO SCELTI PETROLIO, GAS E CARBONE

“Le giurisdizioni nazionali e subnazionali che hanno pesantemente sovvenzionato la produzione e il consumo di combustibili fossili negli anni precedenti hanno ancora una volta scelto petrolio, gas, carbone ed elettricità alimentata da combustibili fossili”, ha detto Ivetta Gerasimchuk dell’Istituto Internazionale per lo Sviluppo Sostenibile.

I NUMERI ITALIANI

I dati per l’Italia mostrano un divario tra i 3 miliardi stanziati per il salvataggio di Alitalia senza condizioni ambientali (a differenza del salvataggio di Air France) e le politiche green proposte a livello nazionale (le quali al momento non hanno un valore e risultano a quota 0).

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