(Le Figaro, Wally Bordas, 2 settembre 2025)
Punti chiave:
- La sessione straordinaria termina l’8 settembre dopo il voto di fiducia a Bayrou; senza fiducia, i dibattiti riprenderanno solo a ottobre, con ritardi inevitabili.
- Testi in pericolo includono cybersecurity, riduzione artificializzazione suoli, semplificazione urbanistica, sfruttamento porti e programmazione energetica Gremillet.
- Il budget 2025 rischia slittamenti, con presentazione possibile solo dopo il 13 ottobre, violando regole per l’adozione entro fine anno, aggravando la crisi economica.
La sessione straordinaria dell’Assemblea Nazionale, convocata dal presidente Emmanuel Macron e dal premier François Bayrou, si chiuderà l’8 settembre dopo il voto di fiducia, indipendentemente dall’esito.
“Il decreto di convocazione della sessione copre solo l’8 settembre. Per il resto, tutto dipenderà dall’esito del voto di fiducia”, anticipa l’entourage della presidente Yaël Braun-Pivet.
Senza fiducia, il governo cadrà, e i dibattiti potrebbero riprendere solo nella sessione ordinaria di inizio ottobre, o peggio, a metà mese, a causa dei tempi per formare un nuovo esecutivo. Un deputato macronista teme ritardi “quase certi” nei lavori parlamentari, nonostante le commissioni continuino a operare.
Tre scenari possibili: se Bayrou ottiene la fiducia, convocherà una nuova sessione dal 22 settembre; se cade ma un nuovo premier è nominato rapidamente, questi potrà proseguire i lavori; il più probabile è l’attesa della sessione ordinaria.
“L’installazione del nuovo governo richiederà ancora tempo… Spero almeno di riprendere a metà ottobre”, si rammarica un eletto del campo presidenziale. La deputata socialista Ayda Hadizadeh critica Bayrou come “un capitano coraggioso solo di nome, incapace di compromessi”, prevedendo caos e un “gusto del sangue” per le opposizioni, con il rischio di un altro governo che cada in un mese.
Diversi progetti di legge rischiano di rimanere sospesi: il rafforzamento della cybersecurity, la traiettoria di riduzione dell’artificializzazione dei suoli con i sindaci locali, proposte su semplificazione del diritto urbanistico e abitativo, e sullo sfruttamento dei porti. Complesso il ritorno della proposta Gremillet sull’energia, approvata al Senato prima della pausa estiva, cruciale per il decreto sulla programmazione pluriennale dell’energia (PPE).
“I dibattiti promettevano di essere cruciali”, nota l’articolo, con Bayrou minacciato da una censura del RN. Infine, l’esame del budget, che doveva iniziare in commissione, slitterà: “Dobbiamo presentare il budget in Consiglio dei ministri prima del 13 ottobre, altrimenti non rispettiamo le regole organiche per l’adozione entro il 31 dicembre”, avverte una fonte della commissione finanze.
L’anno scorso, il budget costò la poltrona a Michel Barnier, adottato solo a febbraio 2025; qui, “il scenario potrebbe essere simile… o peggio”, con impatti negativi sui mercati in piena crisi.
(Estratto dal blog di Giuseppe Liturri)