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Perché in Francia sono già contestati i programmi fiscali del governo Lecornu

Le ragioni delle proteste anti Macron e anti governo in Francia. L'articolo del Financial Times tratto dalla rassegna di Liturri.

(Financial Times, Ian Johnston, 18 settembre 2025, 21:15)

L’articolo in breve

  • Oltre mezzo milione di persone hanno protestato in Francia contro le misure di austerity, aumentando la pressione sul nuovo premier Sébastien Lecornu, che deve ancora nominare i ministri e presentare il bilancio 2026.
  • I sindacati, guidati dalla CGT, chiedono di abbandonare i piani di bilancio precedenti, con scioperi che hanno bloccato trasporti e scuole; le proteste, per lo più pacifiche, esprimono malcontento generale verso Macron.
  • La Francia affronta un deficit al 5,4% del PIL e un debito al 113%, con Lecornu che cerca compromessi con i sindacati e il centrosinistra per evitare il destino dei suoi predecessori, caduti per i loro bilanci.

Cinque citazioni chiave

  1. 1Sull’ampiezza delle proteste: «Più di mezzo milione di persone sono scese in piazza in Francia giovedì per protestare contro gli sforzi di riduzione del bilancio, aumentando la pressione sul nuovo primo ministro di Emmanuel Macron».
  2. Sul messaggio dei sindacati: «Salutando l’azione nazionale come un ‘successo’, Sophie Binet, leader della CGT, ha detto: ‘il messaggio che ho per il signor Lecornu è che le strade devono scrivere questo bilancio, altrimenti il signor Lecornu finirà in strada’».
  3. Sulle difficoltà di bilancio: «La scala delle proteste mostra la difficoltà che i politici francesi incontrano nel cercare di ridurre il deficit del paese, che dovrebbe raggiungere il 5,4% del PIL entro la fine dell’anno — uno dei più alti nell’Eurozona».
  4. Sul malcontento verso Macron: «Con Lecornu che deve ancora nominare un governo e definire quanto del progetto di bilancio di Bayrou intende mantenere, il movimento si è trasformato in un’espressione generale di scontento verso Macron».
  5. Sulla proposta del centrosinistra: «’I francesi hanno la sensazione di aver votato, protestato e non essere mai stati ascoltati… dobbiamo trovare un’altra via’, ha detto Olivier Faure, leader socialista, al canale TF1».

(Estratto dalla rassegna stampa di Giuseppe Liturri)

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