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Uganda Banca Mondiale

Figli e figliastri della Banca mondiale sui diritti civili

La Banca mondiale ha sospeso tutti i nuovi prestiti all’Uganda perché la legge che criminalizza l’omosessualità, approvata nel Paese a fine maggio, contraddice i suoi valori. Peccato però che non applichi le stesse regole con tutti gli Stati con cui ha rapporti (vedi l’Arabia Saudita) e che questo lasci spazi a Paesi come la Russia per insinuarsi. Tutti i dettagli

 

A seguito della legge contro l’omosessualità promulgata dal presidente dell’Uganda, Yoweri Museveni, gli Stati Uniti hanno minacciato di rivedere il miliardo di dollari di aiuti al Paese e ora la Banca mondiale ha annunciato che interromperà i finanziamenti proprio a causa della legge che “contraddice” i valori fondamentali dell’istituto.

Ma l’Uganda è solo uno dei 64 Paesi che hanno emanato leggi che criminalizzano l’omosessualità e molti di questi vi intrattengono ancora rapporti.

COSA PREVEDE LA LEGGE CONTRO L’OMOSESSUALITÀ IN UGANDA

Il 29 maggio l’Uganda ha promulgato una legge che prevede il carcere o la pena di morte per lesbiche, gay, bisessuali, transessuali e queer. Misure draconiane che ne fanno una delle norme tra le più dure al mondo tanto che, secondo quanto raccontato al New York Times dall’attivista ugandese Frank Mugisha, negli ultimi mesi molte persone Lgbtq+ hanno lasciato il Paese.

LE REAZIONI FUORI DAL PAESE

Come scrive The Africa Report, il Parlamento europeo, avvertendo che le relazioni con Kampala erano a rischio, ad aprile aveva votato per condannare la legge e chiesto agli Stati Ue di fare pressione su Museveni affinché non attuasse la legge.

Allo stesso modo la Casa Bianca aveva messo in guardia il governo da possibili ripercussioni economiche se la legislazione fosse entrata in vigore e gli esperti di salute pubblica hanno sottolineato che il taglio degli aiuti potrebbe compromettere tra l’altro i progressi fatti nella lotta all’HIV/AIDS.

Già nel 2014, una legge anti-gay, firmata sempre da Museveni ma poi annullata, aveva provocato tagli agli aiuti esteri da parte delle nazioni occidentali. Ma noncurante delle reazioni al di fuori del Paese, il presidente ha scritto su X che l’Uganda “si svilupperà con o senza prestiti”.

TUTTI I PAESI CHE CRIMINALIZZANO L’OMOSESSUALITÀ

A seguito di pressioni, anche la Banca mondiale ha deciso di fare la sua parte annunciando lo stop dei finanziamenti all’Uganda, alla quale aveva concesso 5,4 miliardi di dollari alla fine del 2022.

Tuttavia, osserva Quartz, l’Uganda è uno dei 64 Paesi in cui sono in vigore leggi che criminalizzano l’omosessualità e più della metà di questi Stati prevede una pena detentiva di almeno 10 anni per chi compie atti omosessuali. In Nigeria e nel Brunei sono rispettivamente 21 e 30 anni.

E almeno 6 Paesi – Iran, Arabia Saudita, Yemen, Brunei, Mauritania e Nigeria – prevedono tra le pene per l’omosessualità anche quella capitale. Inoltre, Iran, Brunei, Arabia Saudita e Yemen minacciano di fustigare le persone prima di giustiziarle.

FIGLI E FIGLIASTRI DELLA BANCA MONDIALE

Ma, come sottolinea l’articolo, le relazioni della Banca mondiale con molti di questi altri Paesi continuano: “La Banca descrive l’Arabia Saudita, ad esempio, come un ‘partner chiave per lo sviluppo’, anche se il regno ha giustiziato diverse persone perché omosessuali. Nel 2019, il Brunei ha emanato una legge che prevede la lapidazione di persone per adulterio e sesso gay. Eppure, l’anno successivo, nel nominare un nuovo direttore nazionale per il Brunei, la Banca mondiale si è detta pronta a sostenere il Paese nelle sue sfide di sviluppo e nel miglioramento delle normative commerciali”.

Anche l’Uganda ha definito la mossa della Banca mondiale “ingiusta e ipocrita”. “Ci sono molti Paesi del Medio Oriente che non tollerano gli omosessuali, anzi li impiccano e li giustiziano”, ha detto il ministro degli Affari esteri Okello Oryem, il quale ha aggiunto: “Negli Stati Uniti molti Stati hanno approvato leggi che sono contrarie o limitano le attività omosessuali… quindi perché prendersela con l’Uganda?”.

UNO SPIRAGLIO PER ALTRE INFLUENZE

Per il Financial Times, la decisione della Banca mondiale potrebbe indurre altre istituzioni e nazioni occidentali a seguirne l’esempio, dando un significativo colpo alle finanze dell’Uganda, che dipende in larga misura (secondo i dati del Fondo monetario internazionale per il 22%) dai finanziamenti dei partner per lo sviluppo per progetti infrastrutturali, servizi sociali e investimenti di capitale e questo potrebbe lasciare spazio ad altri Paesi come Russia, Cina, Turchia e Stati del Golfo che si contendono l’influenza in Africa.

I diritti che riguardano la sessualità infatti stanno diventando uno dei temi preferiti di leader come Vladimir Putin, che lo cavalca per conquistare consensi anche oltre i confini nazionali e acuire l’odio verso i Paesi occidentali. Non a caso, nel suo discorso pronunciato a maggio in occasione del Giorno della Vittoria ha accusato le capitali occidentali di “distruggere i valori familiari tradizionali che fanno di una persona una persona” e di “dettare la propria volontà agli altri”.

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