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Pubblicità Postale

Fenomenologia della pubblicità postale

L’articolo di Battista Falconi L’indagine non ha valore sociologico né tanto meno statistico, ma può essere di una certa curiosità per chi nutra interesse per le dinamiche del marketing contemporaneo. Nonostante le mille forme tecnologiche legate soprattutto all’uso dei nuovi media, infatti, la vecchia pubblicità nella cassetta della posta appare più dura a morire di…

L’indagine non ha valore sociologico né tanto meno statistico, ma può essere di una certa curiosità per chi nutra interesse per le dinamiche del marketing contemporaneo. Nonostante le mille forme tecnologiche legate soprattutto all’uso dei nuovi media, infatti, la vecchia pubblicità nella cassetta della posta appare più dura a morire di quanto si pensi: a tenerla in vita possiamo presumere siano, tra l’altro, l’età media di chi abita le case in Italia, quindi la percentuale rilevante di persone anziane che frequentano poco o per nulla web e social, e la pandemia, che ha costretto in ambito domestico molti lavoratori e lavoratrici.

Lo screening di cui andiamo a esporre i risultati è assolutamente casuale ed episodico e riguarda un appartamento di una zona periferica della Capitale, in un municipio più esteso e popoloso di molti capoluoghi italiani, durante cinque mesi del 2021 (marzo-luglio) nei quali sono stati consegnati 60 messaggi promozionali. Un primo aspetto significativo è che quest’area del nordest è stata tra le prime caratterizzate, nel territorio romano, da un incessante proliferare di supermercati, ipermercati e centri commerciali. Un’offerta sovrabbondante in cui da anni svetta l’imponente Porta di Roma, 130 mila metri quadrati coperti di gallerie e 250 mila complessivi, che includono i punti vendita di Ikea, Decathlon e Leroy Merlin, oltre a ristoranti, cinema e adesso anche un hub vaccinale. Una “piazza” che in inverno ed estate si affolla di 18 milioni di visitatori, con eventi quali una serie di spettacoli e concerti gratuiti di richiamo.

La vocazione commerciale del territorio è confermata dalla netta prevalenza dei supermercati nella pubblicità postale: 30 i depliant rinvenuti in cassetta, 14 dei quali di Conad e 10 di Gross (Iper Triscount e Pewex). Solo 4 invece quelli relativi alle grandi catene per la casa, tra cui 2 di Mondo Convenienza. Il predominio di imprese ed esercizi legati all’alimentare si rileva anche dagli 11 volantini di food delivery, rispettivamente 5 di pizzerie, 3 di burgerie e uno di carne, dolci, sushi. Il giro d’affari della consegna a domicilio, in generale e in particolare per il cibo, ha del resto conosciuto un forte incremento sin dal primo lockdown, catturando di conseguenza la forte e non benevola attenzione degli osservatori, dei sindacati e dei politici. Gli altri 7 esercizi che si sono promossi con i flyer nelle cassette delle lettere riguardano frutteria, parrucchiere, compro oro e (2 ciascuno) tessuti per arredo e prodotti per animali, un altro dei settori commerciali con la maggiore crescita negli ultimi anni, data l’esplosione dei pet nelle case degli italiani. Sempre 2 volantini ciascuno, per quanto concerne servizi e artigiani, promuovono assistenza caldaie, traslochi, agenzie immobiliari (che invece, come i compro oro, non vivono più le stagioni lucrose del passato).

Un solo depliant è stato utilizzato per richieste di destinazione del 5 per mille, dall’Associazione vittime della strada. E uno solo da un’affermata ditta di un business che, nei decenni scorsi, ha riversato montagne di carta nelle nostre cassette postali: le gite organizzate. La difficoltà per questo tipo di proposte dovuta alle limitazioni per il Covid è comprensibile e, anche se in rosso si evidenzia la garanzia di rispettare le misure di sicurezza, non devono essere più molti i vacanzieri interessati.

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