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Fed

Tutte le incognite sull’effetto Fed

Perché la Fed ha deciso il rialzo dei tassi e quali sono ora le aspettative e i timori dei mercati. Il commento di Charles Hepworth, Investment Director di Gam.

Nella sua ultima battaglia contro lo spiritello di un’inflazione per lo più trainata dall’offerta, la Federal Reserve ha ipotizzato che un rialzo dello 0,75% avrebbe riequilibrato la volatilità del mercato, divenuta rapidamente troppo elevata. L’assunto che un tale aggressivo shock di rialzo dei tassi riporti la Fed quantomeno sulla curva, se non addirittura in anticipo, è discutibile: il mercato crede che sia ancora molto indietro rispetto alla curva.

Ora si potrebbe affermare che la Fed sembri disperata, quando solo un mese fa lasciava intendere che lo 0,5% sarebbe stato sufficiente. Uno 0,25% in più significa così tanto? Sì, perché se il messaggio che la Fed ha cercato di trasmettere ora non può essere preso completamente sul serio, allora l’unico esito possibile è un’ulteriore volatilità: il mercato è ora in grado di prezzare le conclusioni della Fed.

I dot plot hanno mostrato degli aumenti: è atteso almeno un altro rialzo dell’1,75% prima della fine dell’anno con i tassi al 3,4% rispetto all’1,9% previsto per la fine dell’anno soltanto tre mesi fa.

Anche le previsioni di crescita sono state modificate in modo consistente, con una crescita attesa dell’1,7% per quest’anno, rispetto al 2,8% previsto a marzo.

Una Fed che opera aggressivamente rialzi dei tassi cercando di recuperare di fronte a un’economia in rallentamento rappresenta un percorso di politica monetaria piuttosto singolare. La buona notizia è che il mercato, ormai in territorio ribassista, ha prezzato ciò che la Fed non sembra aver fatto. Gli utili devono solo reggere relativamente bene da qui in avanti, ora che una contrazione multipla si è già manifestata: purtroppo, però, rimane proprio questa la grande incognita.

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