Il conto alla rovescia è ormai agli sgoccioli ed a pochissimi giorni dall’introduzione della fattura elettronica (1 luglio) permangono ancora moltissimi dubbi ed incertezze su quello che sarà sicuramente l’adempimento fiscale più invasivo di sempre nella vita quotidiana di imprese a professionisti.
Il principale problema è sicuramente quello della scarsa informatizzazione del nostro Paese, cosa non da poco vista la complessità dell’emissione della E-Fattura che necessita di dotazioni informatiche e programmi ad hoc per essere emessa.
L’Unione artigiani addirittura stima che ben 1 artigiano su 3 è senza computer in azienda e comunque tutti – chi dal 1 luglio 2018, chi dal 1 gennaio 2019 – dovranno comunque dotarsi di pc, informatizzarsi o pagare un intermediario per fare ciò che prima si faceva in maniera semplice e naturale con carta e penna.
Tutto questo però non sembra minimamente essere percepito dalle istituzioni che invece di orientarsi su una introduzione progressiva e facoltativa dell’adempimento, supportata magari da un regime premiale o un credito d’imposta per “rimborsare” i costi che sosterranno le aziende che si convertiranno alla fattura elettronica, sono impegnatissime nel creare app e codici QR per tentare di rendere più fruibile e veloce la procedura di emissione dei documenti digitali.
Viene quindi da porsi una domanda lineare e lecita: come si può pensare di risolvere il problema della carenza di informatizzazione in Italia con soluzioni che necessitano di ulteriori conoscenze in materia di tecnologia come APP e codici a barre bidimensionali???
Come dice il proverbio “quando il saggio indica la luna, lo stolto guarda il dito”.