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Euro

Europa alla prova del nove per non sgretolare il sogno di Altiero Spinelli

L'intervento di Claudio Pucci (vicepresidente Unimpresa) su Europa e post Coronavirus 

Tutto ci saremmo aspettati in questo mondo “mutevole”, ma non certamente una “pandemia” così penetrante. Sarà questione di mesi: un vaccino verrà realizzato e il Coronavirus sarà così debellato. Trovare un antidoto per la distruzione dell’economia sarà invece molto più difficile. Non si tratta, ovviamente, di sottovalutare la gravità di questa malattia – e con essa il pianto di tante persone che si sta portando dietro – ma semplicemente guardare oltre e ammettere che il “dopo virus” non sarà meno violento. Di tutto questo c’è una sola responsabilità ed è quella dell’uomo, ma, molte volte, esistono degli elementi che sono resistenti anche alle prese di posizione più forti. La globalizzazione, i grandi fenomeni migratori, la massimizzazione dei profitti, la distruzione degli ambienti naturali, hanno così fortemente permeato il nostro modo di vivere, che siamo stati costretti ad adeguarci ed essere stritolati dall’ingranaggio.

Tutto ciò ha reso vulnerabile il sistema e basta “semplicemente” l’aggressione di un virus che l’intera umanità viene messa a dura prova. E pensare che proprio per essere più forti abbiamo assistito negli anni dal Dopoguerra a oggi ad aggregazioni non soltanto politiche, ma anche geografiche. Ed è qui il primo grande campanello di allarme che ha messo alla prova le incertezze delle leaderships, le fragilità di governance. Ci riferiamo, è ovvio, all’Unione europea, agli sbandamenti della presidente della Commissione Ue, Ursula, Von Der Leyen, alla precipitosa marcia indietro della presidente della Bce, Christine Lagarde, e gli interventi mirati poi stabiliti dalla stessa Eurotower.

Le decisioni dell’Eurogruppo – l’organismo che riunisce i ministri delle Finanze dell’area euro – hanno parzialmente riequilibrato la confusione dei vari policy maker europei, indicando la giusta direzione di condividere i provvedimenti di sostegno al reddito, il flusso di liquidità, il supporto agli investimenti, l’attenuazione di vincoli e scadenze regolamentari. Resta il fatto che l’Europa è nel mezzo di uno tsunami: diventerà una sfida “epocale”. All’orizzonte c’è un clamoroso bivio. Se l’Unione europea non si farà portatrice di flussi di liquidità senza precedenti (e soprattutto senza vincoli né condizioni), si sgretolerà inevitabilmente il sogno di Altiero Spinelli e ogni Paese andrà alla ricostruzione dopo la catastrofe. Come dopo una guerra.

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