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Eni, Enel, Poste, Terna, Leonardo e non solo. Cosa c’è davvero in ballo nelle nomine

Il quadro completo sui vertici delle partecipate di Stato in scadenza secondo il rapporto del centro studi Comar

Entra nel vivo la partita del rinnovo dei vertici nelle società partecipate o controllate dallo Stato.

Centoquarantadue organi sociali, di cui 94 consigli d’amministrazione e 48 collegi sindacali, in 105 società del ministero dell’Economia Finanze, sono scaduti e andranno al rinnovo con le assemblee di bilancio previste nei prossimi mesi; in tutto sono in ballo dunque 610 persone, di cui 403 consiglieri e 207 sindaci.

E’ questo il quadro che emerge dalla sesta edizione dell’analisi del centro studi Comar sul governo di tutte le Partecipate dello Stato.

Quest’anno l’aspetto delle nomine è particolarmente significativo, perché vanno a conclusione i mandati triennali (2020-2022) di molte società tra le maggiori in assoluto: Banca Mps, Consip, Enav, Enel, Eni, Ipzs, Leonardo, Poste Italiane, Terna; ma anche Ita-Italia Trasporto Aereo, alcune controllate Rai; o, nel settore energia, per Gse e Sogin; e nomine sono previste anche in Cinecittà, Consap, Sogesid, Sport e Salute.

Comar ha calcolato, sugli ultimi bilanci, che le società per cui è previsto il rinnovo nel 2023 esprimono un fatturato di 189,9 miliardi di euro (160,6 solo considerando Enel ed Eni), utili per 10,6 miliardi, con 288.146 dipendenti (187.702 solo tra Poste Italiane ed Enel).

Più in dettaglio, delle 610 persone totali in scadenza, 147 siedono in 19 società controllate direttamente dal Mef (96 consiglieri e 51 sindaci), mentre 463 sono in 86 controllate indirette (307 consiglieri e 156 sindaci), attraverso le sue diverse capogruppo.

Tra i criteri che si dovranno seguire per le nomine vi è quello dell’equilibrio di genere. Attualmente, sui 610 componenti degli organi sociali uscenti nei prossimi mesi, le donne sono 232, pari al 38% complessivo; erano sempre il 38% nelle società andate al rinnovo nel 2022, ma il 31,3% in quelle del 2021 e meno del 28% in tutti gli anni precedenti.

Percentualmente, le donne sono maggiormente presenti nelle società controllate direttamente dal Mef (63 donne amministratrici su 147 amministratori totali – 42,8%) rispetto alle indirette (169 amministratrici su 463 amministratori totali – 36,5%); così come sono percentualmente di più nei collegi sindacali (84 donne sindaco su 207 sindaci totali – 40,5%) rispetto ai cda (148 donne consigliere su 403 consiglieri totali – 36,7%).

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ECCO L’ANALISI INTEGRALE DEL CENTRO STUDI COMAR:

Nei prossimi mesi si procederà al rinnovo degli Organi amministrativi, scaduti il 31 dicembre 2022, di 105 Società del MEF – 19 a controllo diretto e 86 a controllo indiretto, attraverso le sue Capogruppo Amco, Banca MPS, Cassa Depositi e Prestiti, Enav, Enel, Eni, Eur, Ferrovie dello Stato Italiane, Fincantieri, GSEGestore Servizi Energetici, Invitalia, IPZS-Istituto Poligrafico Zecca dello Stato, ITA-Italia Trasporto Aereo, Leonardo, Poste Italiane, Rai, Sace, Sogei, Sogin, Sport e Salute, STMicroelectronics (tab. 5, tab. 6 e tab. 7).

Insieme all’approvazione dei rispettivi Bilanci, quindi, vi saranno le nomine per i 142 Organi sociali di queste 105 Società complessive, di cui 94 Consigli d’amministrazione e 48 Collegi sindacali (tab. 10); attualmente, questi Organi in scadenza sono composti da 610 persone, di cui 403 Consiglieri e 207 Sindaci; di questi 610 componenti totali, 147 persone siedono nelle Società controllate direttamente dal MEF (96 Consiglieri e 51 Sindaci) e 463 nelle indirette (307 Consiglieri e 156 Sindaci). Non tutti sono designati dal MEF o dalle sue Capogruppo, essendovi membri espressione di altri Soci (tab. 8 e tab. 9).

Le Società per cui è previsto il rinnovo hanno espresso complessivamente, con gli ultimi bilanci (tab. 2), un fatturato di 189,9 miliardi di euro (160,6 solo considerando Enel ed Eni), utili per 10,6 miliardi, con 288.146 Dipendenti (187.702 solo tra Poste Italiane ed Enel).

Tra i criteri che si dovranno seguire per le nomine vi è quello dell’equilibrio di genere, previsto già dalla Legge n. 120 del 2011, rafforzato con la Legge di Bilancio per l’anno finanziario 2020 (Legge 27 dicembre 2019, n.160; la cui applicazione decorre dal primo rinnovo dell’entrata in vigore della Legge), che prevede che le donne (“il genere meno rappresentato”, secondo il dettato) ottengano una rappresentanza di almeno due quinti dei Consiglieri d’Amministrazione e dei Sindaci nelle Società quotate; con l’eccezione delle Società appena quotate, che hanno un obbligo posto al 20% (modifiche recepite dalla Consob nel maggio 2020). Anche l’Ue ha in corso di elaborazione una Direttiva sul tema.

Tali norme hanno già determinato un progressivo e significativo incremento della presenza femminile, crescente ad ogni rinnovo. Sui 610 componenti degli Organi sociali uscenti nei prossimi mesi, le donne sono 232, pari al 38% complessivo; erano sempre il 38% nelle Società andate al rinnovo nel 2022, ma il 31,3% in quelle del 2021 e meno del 28% in tutti gli anni precedenti. Percentualmente, le donne sono maggiormente presenti nelle Società controllate direttamente dal MEF (63 donne Amministratrici su 147 Amministratori totali – 42,8%) rispetto alle indirette (169 Amministratrici su 463 Amministratori totali – 36,5%); così come sono percentualmente di più nei Collegi sindacali (84 donne Sindaco su 207 Sindaci totali – 40,5%) rispetto ai CdA (148 donne Consigliere su 403 Consiglieri totali – 36,7%). Queste cifre denotano, al di là del dato quantitativo, come vi sia più distanza, tra componente maschile e femminile, laddove vi siano maggiori poteri operativi, gestionali (tab. 10); ed è su questo aspetto, più che su quello meramente numerico, quasi acquisito, che vi sono ancora spazi evidenti di miglioramento.

Riguardo alla tempistica, a seguito dell’emergenza epidemiologica, in deroga a quanto stabilito dal Codice civile (articoli 2364 e 2478-bis) o dalle diverse disposizioni statutarie, secondo quanto previsto dalla Legge n. 27 del 2020, le Assemblee ordinarie delle Società si devono tenere (ovvero svolgere, non semplicemente “convocare”) entro 180 giorni dalla chiusura dell’esercizio, anche con eventuali modalità di svolgimento e forme di partecipazione da remoto; il singolo Statuto potrebbe comunque prevedere che il termine per il rinnovo degli Organi sociali sia prorogabile dagli Amministratori in presenza di eccezionali condizioni. Da ultimo, il Decreto Legge “Milleproroghe” (convertito nella Legge n. 14 del 2023) ha confermato la proroga al 31 luglio 2023 dell’efficacia delle disposizioni suddette.

La nomina dei Consigli di Amministrazione e dei Collegi Sindacali nelle Società partecipate dal MEF (le cui azioni sono ammesse alla quotazione nei mercati regolamentati) avviene mediante il meccanismo del voto di lista (articoli 147-ter e 148 del Decreto Legislativo 24 febbraio 1998, n. 58). Le liste sono depositate dagli Azionisti entro il 25° giorno precedente la data dell’Assemblea; queste sono, inoltre, messe a disposizione del pubblico presso la sede sociale, sul sito internet e con le altre modalità previste dalla Consob, almeno 21 giorni prima della data dell’Assemblea.

LE PARTECIPAZIONI PUBBLICHE NELL’ECONOMIA ITALIANA. IL RUOLO DEL MEF

Le Unità economiche partecipate dal settore pubblico (Ministeri, Regioni, Province, Comuni, Comunità montane, Camere di Commercio, Enti sanitari, ecc.) sono in totale 7.969, con 908.571 addetti; negli ultimi anni, il numero di imprese attive a partecipazione pubblica si è ridotto fortemente, con una flessione del 25,8% dal 2012 (Istat, gennaio 2023). Di tutte queste partecipate, quelle impegnate nel settore specifico dell’industria e dei servizi sono 5.662 (soprattutto per fornitura di energia e acqua, trattamento rifiuti e risanamento, reti fognarie, trasporti), generando 58 miliardi di euro di valore aggiunto; mentre le controllate (quota proprietaria superiore al 50%) sono 3.448, con 582.669 dipendenti.

È il Ministero dell’Economia e delle Finanze – MEF, tuttavia, ad esercitare il ruolo di gran lunga prevalente, sotto tutti i parametri – economici, finanziari, occupazionali – con le sue 336 imprese controllate (sino al terzo livello); il 9,7% di tutte le pubbliche, per 309.115 Addetti, il 53,1% dei totali (Istat, gennaio 2023).

Tra tutte queste del perimetro MEF, al 1° gennaio 2023, emergono 55 Società controllate, direttamente (35) o, indirettamente, con la Cassa Depositi e Prestiti (tab. 1), operanti nell’industria, nei servizi, nella finanza. Nel presente Documento, non si sono considerate le 2 Subholding CDP Reti e CDP Equity (al 31 dicembre 2022 si è perfezionata la fusione per incorporazione di CDP Industria in CDP Equity, che ha comportato la cessazione dell’operatività di CDP Industria), includendo, da subito, le rispettive partecipate; né si sono prese in esame le ulteriori 13 Società dove CDP non va oltre un controllo congiunto o un potere d’influenza, pur notevole (Enciclopedia Treccani, Rocco Forte Hotels, Telecom Italia, Webuild, ecc.).

Valutando le sole 34 Società industriali e di servizi del MEF (escluse, quindi, banche e assicurazioni, così come Holding Reti Autostradali – che non ha ancora Bilanci confrontabili – ma includendo Infratel, di Invitalia), l’aggregato degli ultimi Bilanci (tab. 2), approvati dalle rispettive Assemblee dei Soci, mostrava i seguenti dati: – fatturato di 279,6 miliardi di euro (in aumento del 45,1% sui 192,7 miliardi del 2020); – utili per 11,4 miliardi di euro (mentre nel 2020 si erano avute perdite per 4,2 miliardi); – 462.880 dipendenti (in aumento dell’1,13% sui 457.725 del 2020); – debiti finanziari per 182,8 miliardi (in aumento sui 164,1 miliardi del 2020). Di queste 55 Società MEF, 13 sono quotate in Borsa (Banca MPS, Enav, Enel, Eni, Fincantieri, Leonardo, Italgas, Poste Italiane, Rai Way, Saipem, Snam, STMicroelectronics, Terna), per una capitalizzazione che al 1° gennaio 2023 era di 158,5 miliardi di euro, il 25,33% del valore complessivo; di 20,4 miliardi inferiore sui 178,9miliardi al 1° gennaio 2022; la perdita dell’11,4% A/A delle Società MEF è comunque inferiore a quella del 18,6% registrata dal mercato borsistico complessivo nello stesso periodo: da 768,8 miliardi a 625,6 miliardi tra inizio gennaio 2022 e inizio gennaio 2023 (tab. 4). A conferma della dimensione delle Partecipate, Enel ed Eni, da sole, rappresentano oltre il 15% di tutta la capitalizzazione della Borsa Italiana.

A queste 13 quotate, si aggiungono, poi, altre 6 Società che hanno strumenti finanziari quotati (Amco, Invitalia, CDP, Ferrovie dello Stato Italiane, Rai e Sace).

La quotazione, inclusa l’emissione di strumenti quotati, comporta notevoli differenze nella normativa che disciplina la trasparenza amministrativa e gli obblighi di comunicazione al mercato (intesi anche come discrezionali poteri di riservatezza) e nei compensi degli Amministratori della Società.

Non solo per la quotazione in Borsa di alcune di esse, emergono comunque chiare diversità tra le 55 Società accomunate dalla proprietà del MEF, soprattutto sotto il profilo dell’esposizione al mercato ed alla concorrenza o alla presenza nella compagine azionaria di investitori istituzionali, anche esteri o individuali. Alcune di queste Società sono classificate dall’Istat come Enti, siano esse produttori di servizi economici (Amco, Consip, Equitalia Giustizia, Eutalia-Studiare Sviluppo, Fintecna, Invimit, Ram, RFI-FS, Sogei, Sogin, Sogesid, Sose) ovvero produttori di servizi ricreativi o culturali (Cinecittà, Rai, Sport e Salute). La stessa personalità giuridica può variare dalla S.p.A. alla S.r.l..

Come settori di intervento, l’energia predomina, assorbendo oltre il 79% del fatturato, seguito dalla meccanica (10,4%) e dai trasporti e tlc (7,7%), con quote marginali nell’ict, in editoria-spettacolo-sport, in servizi alla P.A., in ambiente-territorio.

GLI EFFETTI DELLE CRISI PANDEMICHE E GEOPOLITICHE E DEGLI OBIETTIVI DEL PNRR SUL PERIMETRO E SULLE MISSIONI DELLE SOCIETÀ PARTECIPATE

La necessità di sopperire a diffuse situazioni di difficoltà economiche o a dissesti non più rimediabili ha determinato, negli ultimi quattro anni, una rinnovata espansione dell’intervento dello “Statoimprenditore”. A titolo di esempio, sono nate nuove Società, come ITA-Italia Trasporto Aereo o Holding Reti Autostradali o il PSN-Polo Strategico Nazionale o DRI d’Italia (in Invitalia, per la filiera siderurgica e il risanamento ex ILVA) o, connesse alla transizione ecologica, Green.It (CDP e ENI) o Renovit (CDP e Snam); mentre Infrastrutture Milano Cortina 2020-2026 è funzionale ai Giochi Olimpici invernali; e, sempre a proposito di “grandi eventi”, è stata costituita una nuova Società, denominata “Giubileo 2025”, in capo al MEF, aperta alla partecipazione di altre Società dello stesso Dicastero; altre ancora hanno visto una rinnovata presenza statale, come Btx Italian Retail and Brands, Ceramiche Dolomite, GPI, LIS Holding, Maticmind, Mooney Group, Sicamb, Titagarh Firema. Vi sono poi quelle trasferite al MEF a seguito di commissariamenti della Controllante, come accaduto per Anpal Servizi. A fronte, Expo 2015 ha cessato l’attività ed è in liquidazione; come, dal dicembre 2022, anche ITsArt, nata nel maggio 2021; con altre, minori, soprattutto di proprietà Invitalia (Italia Turismo, Invitalia Partecipazioni). Altre sono state oggetto di dismissioni, come Bonifiche Ferraresi, Eur Tel, FSI Sgr, Kedrion, Quattror Sgr. (tab. 11) .

Anche il PNRR – Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza sta determinando un ridisegno delle competenze e delle attività delle singole Società partecipate: non solo per quelle maggiori, sono destinatarie di fondi consistenti, in particolare se connessi alle Missioni finalizzate alla transizione digitale, a quella ecologica, all’inclusione sociale ed al riequilibrio territoriale; Ferrovie dello Stato Italiane (con Anas) e Enel sono tra le principali stazioni appaltanti; Invitalia svolge attività di consulenza tecnico-amministrativa e ancor più, in tal senso, CDP, che vi affianca la gestione diretta di risorse legate ad iniziative strategiche e operazioni di mercato o iniziative industriali.

LA NORMATIVA, I POTERI, LE PROCEDURE DI SELEZIONE

Il MEF gestisce le sue partecipazioni, attraverso il Dipartimento del Tesoro, nelle forme tipiche di qualsiasi Azionista, in termini di definizione degli obiettivi, controllo dei risultati, composizione degli organi sociali. I principali riferimenti normativi, cui tale azione va conformata, risiedono nel Codice civile e, laddove appositamente contemplato, in disposizioni speciali previste da fonti normative primarie e regolamentari, a causa sia della presenza di profili pubblicistici che della molteplicità delle amministrazioni interessate; e, pertanto, in:
– Codice civile, articoli 2449 e successivi, come modificati dall’articolo 13 della Legge del 25 febbraio 2008, n° 34;
– Decreto Legislativo del 19 agosto 2016, n° 175 (“Testo unico in materia di società a partecipazione pubblica – Tuspp”), attuativo della delega recata dall’art. 18 della Legge n° 124 del 2015 e come modificato dal Dpcm del 16 giugno 2017, n° 100;
– Decreto Legislativo del 14 marzo 2013, n° 33 (“Decreto trasparenza”), come emendato dal Decreto legislativo n° 97 del 2016; che, tra l’altro, esclude da alcuni obblighi informativi (come quelli sul trattamento economico degli amministratori) le società con azioni quotate e le società emittenti strumenti finanziari quotati; – Decreto Legislativo del 30 marzo 2001, n° 165 (“Norme generali sull’ordinamento del lavoro alle dipendenze delle amministrazioni pubbliche”)
– Decreto Legislativo 24 febbraio 1998, n° 58 (“Testo unico delle disposizioni in materia di intermediazione finanziaria – Tuf”), nel caso in cui le azioni rappresentative del capitale siano ammesse alla negoziazione su mercati regolamentati; – una serie di Direttive emanate dal MEF, succedutesi cronologicamente:
• direttiva relativa alle procedure di individuazione dei componenti degli organi sociali delle società partecipate dal Ministero, del 31 gennaio 2023, a firma del Ministro Giancarlo Giorgetti;
• direttiva relativa alle procedure di individuazione dei componenti degli organi sociali delle società partecipate dal Ministero, del 31 marzo 2021, a firma del Ministro Daniele Franco;
• direttiva relativa alle procedure di individuazione dei componenti degli organi sociali delle società partecipate dal Ministero, del 14 aprile 2020, a firma del Ministro Roberto Gualtieri;
• direttiva relativa alle procedure di individuazione dei componenti degli organi sociali delle società partecipate dal Ministero, del 16 marzo 2017, a firma del Ministro Pier Carlo Padoan;
• direttiva per l’attuazione della normativa in materia di prevenzione della corruzione e di trasparenza nelle società controllate o partecipate dal MEF, del 25 agosto 2015, a firma del Ministro Pier Carlo Padoan;
• direttiva in ordine all’adozione di criteri e modalità per la nomina dei componenti degli organi di amministrazione e di politiche per la remunerazione dei vertici aziendali delle società controllate direttamente o indirettamente dal MEF, del 24 giugno 2013, a firma del Ministro Fabrizio Saccomanni;
• direttiva per rafforzare i presidi statutari atti a garantire un elevato standard di requisiti soggettivi per ricoprire e mantenere la carica di amministratore, del 24 aprile 2013, a firma del Ministro Vittorio Grilli. Peraltro, vi sono Società partecipate che, in virtù dell’art. 2 del Dpcm del 25 maggio 2012 recante “Criteri, condizioni e modalità per adottare il modello di separazione proprietaria della società Snam S.p.A. ai sensi della legge 24 marzo 2012, n. 27”, non sono soggette alle suddette direttive MEF del 24 giugno 2013 e del 16 marzo 2017.

In merito alle relazioni tra l’Azionista MEF e le Società, il Ministero non esercita quell’attività di direzione e coordinamento di cui all’articolo 2497 del Codice Civile, in materia di responsabilità, come sancito dalla Legge n. 102 del 2009.

Riguardo alle finalità d’azione, per tutte le Amministrazioni Pubbliche è posto il divieto, di costituire, anche indirettamente, Società aventi per oggetto attività di produzione di beni e servizi non strettamente necessarie per il perseguimento delle proprie finalità istituzionali, nonché di acquisire o mantenere partecipazioni, anche di minoranza, in tali Società (art.4 del Tuspp). Entro tale principio, è elencato quanto perseguibile mediante le Società partecipate: a) produzione di un servizio di interesse generale; b) progettazione e realizzazione di un’opera pubblica sulla base di un accordo di programma fra Amministrazioni pubbliche o un partenariato con un imprenditore privato selezionato secondo specifiche procedure; c) autoproduzione di beni o servizi strumentali all’Ente o agli Enti Pubblici partecipanti o allo svolgimento delle loro funzioni, nel rispetto delle condizioni stabilite dalle direttive europee e dalla relativa disciplina nazionale di recepimento in materia di contratti pubblici; d) svolgimento di servizi di committenza, ivi incluse le attività ausiliarie, a supporto di Enti senza scopo di lucro e di Amministrazioni aggiudicatrici.

Le nomine o designazioni di candidature al ruolo di Amministratore unico, membro del Consiglio di amministrazione o del Collegio sindacale implicano l’esercizio di un’attività di indirizzo politicoamministrativo, la cui titolarità è in capo all’organo di governo del MEF. Gli atti concernenti l’individuazione e la valutazione di profili professionali nell’ambito delle procedure selettive utili alla composizione degli organi sociali sono sottratti al diritto di accesso, per quanto previsto dal Decreto Ministeriale del 13 ottobre 1995, n° 561.

Entro il 31 gennaio di ogni anno, il MEF rende note le Società partecipate con organi in scadenza. E’ contemplata la possibilità di inviare candidature da parte degli interessati, a mezzo di posta elettronica, compilando modelli già predisposti. Si intende improntare il processo selettivo all’obiettivo di individuare le professionalità migliori e, a tal fine, sin dalle prime direttive MEF del 2013, per quanto rivisitate negli anni, sono previsti requisiti per l’eleggibilità, cause di esclusione o decadenza, ipotesi di conflitti d’interesse, garanzie di trasparenza. La “Direttiva Saccomanni”, del 24 giugno 2013, introdusse anche un “Comitato di garanzia”, composto da personalità di riconosciuta indipendenza e competenza e la possibilità di avvalersi del supporto di più società specializzate nella ricerca e selezione di top manager.

In merito ai cd. Head hunters, sulla base della “Direttiva Padoan” del 2017 si conferiva incarico a Korn Ferry International, Spencer Stuart e Eric Salmon & Partners. Sulla stessa linea, a seguito della procedura avviata il 7 febbraio 2019 dal Dipartimento del Tesoro, in data 8 marzo 2019 erano stati conferiti quattro incarichi alle società di executive search Eric Salmon & Partners, Key2People, Russel Reynolds Associates e Spencer Stuart Italia, che hanno provveduto agli adempimenti richiesti sino al 31 dicembre 2020 (A.C. 19 febbraio 2020, Ministro Roberto Gualtieri). Il loro ruolo è ribadito anche nella “Direttiva Franco” del 2021; e, da ultimo, nella “Direttiva Giorgetti”, che ha affidato l’incarico a Eric Salmon & Partners, Key2People, Spencer Stuart Italia.

Di Società specializzate per la ricerca, selezione e valutazione di candidati alla carica di Amministratore si può avvalere non solo il MEF, ma anche CDP, nell’ambito di un processo cui è preposto il “Comitato Nomine”: per il biennio 2022-2023, a seguito di gara europea, si è proceduto all’affidamento di tale servizio, ripartito in due lotti: per gli Amministratori di Società rilevanti industriali, del valore stimato di 385.000,00 euro; e per le Società rilevanti finanziarie, del valore stimato di 152.000, euro (totale, 537.000,00 euro). Dal punto di vista tecnico, è sempre il Dipartimento del Tesoro che svolge il ruolo principale; monitora e comunica tutte le posizioni in scadenza; poi, nel caso di controllate dirette, cura l’istruttoria e sottopone gli esiti all’Organo di indirizzo politico per le indicazioni di voto in assemblea; mentre, nel caso di controllate indirette, esprime una serie di raccomandazioni alle Capogruppo (es.: valorizzare gli interni; astenersi dal nominare Amministratori della Controllante, salvo eccezioni; onnicomprensività delle remunerazioni), riceve da queste – prima di procedere alle nomine – i risultati della selezione, ne verifica il rispetto di criteri e procedure di nomina, infine relazionando dettagliatamente il Ministro.

Per molte Società partecipate è contemplata l’acquisizione preventiva dell’impulso o dell’intesa con altro o altri Ministeri, tenuto conto delle prerogative della Presidenza del Consiglio dei Ministri. La nomina degli Organi sociali nelle Partecipate quotate avviene con il meccanismo del voto di lista.

LA COMPOSIZIONE DEGLI ORGANI SOCIALI

Riguardo alla composizione degli Organi sociali, la Legge (D.Lgs. 2016/175) prevede che l’Organo Amministrativo delle Società a controllo pubblico sia costituito da un Amministratore Unico; è tuttavia possibile che l’Assemblea, motivando, disponga la possibilità di un Cd’A, da tre o cinque membri. A questa previsione generale, fanno eccezione le Società emittenti strumenti finanziari quotati, Consip, Sogei, Sport e Salute. Il Collegio Sindacale, come da Codice civile, è formato da tre o cinque membri effettivi e da due supplenti. Con l’esclusione delle Società quotate, si prevede la presenza di dipendenti del Ministero, per quanto possibile.

È posto il divieto di conferire incarichi a lavoratori, sia pubblici che privati, collocati in quiescenza (Legge 2012, n. 135). Per le Società quotate e di gestione del risparmio, la normativa richiede la presenza di uno o più Consiglieri in possesso di requisiti di indipendenza.

I CONTROLLI SULLE SOCIETÀ PARTECIPATE

Rimane non sufficientemente definito il tema dei controlli sulle Società partecipate, dopo la stagione delle privatizzazioni realizzate negli anni ottanta e novanta. Il MEF riveste, al riguardo, il ruolo principale, esercitando tale competenza su un numero significativo di Società, anche laddove la partecipazione sia inferiore al 50%, sulla base di tre motivazioni: attività prevalentemente pubblicistica (come Consip o Sogei); SpA derivanti da Enti erogatori di servizi pubblici (Ferrovie dello Stato Italiane, IPZS, Poste Italiane); settori strategici (energia, difesa).

Accanto al MEF, il controllo sulle Società partecipate vede operare la Corte dei Conti: la trasformazione dalla forma giuridica dell’ente pubblico a quella della società di diritto comune, avvenuta con le privatizzazioni, non ha escluso, infatti, la competenza della Magistratura contabile, come ribadito dalla Corte Costituzionale nel dicembre 1993, dopo il conflitto di attribuzione sollevato dalla stessa Corte dei Conti verso il Governo; e questo fino a quando lo Stato conserverà nella propria disponibilità la gestione economica delle Società. Il controllo della Corte dei Conti è di natura referente: le Società devono far pervenire alla Magistratura contabile i Bilanci di esercizio corredati dalle relazioni degli organi amministrativi e di revisione; la Corte può formulare in qualsiasi momento i suoi rilievi al MEF ed al Ministero competente e riferisce annualmente al Parlamento. Riguardo a quest’ultimo, con la trasformazione degli Enti di gestione PP.SS. è venuta meno qualsiasi forma di controllo parlamentare su nomine, programmi e loro attuazione, acquisizioni e smobilizzi, come era previsto, anche in via preventiva, dalla Legge n. 14 del 1978.

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