Il consenso dei mercati prevede che il rendimento dei Treasury decennali diminuisca con l’avvio del ciclo di tagli dei tassi da parte della Federal Reserve. Tuttavia, una combinazione di fattori, non da ultimo la generosità fiscale in un anno di elezioni americane, potrebbe far salire il rendimento dei Treasury decennali dal 3,8% di inizio ottobre?
Nei prossimi sei mesi, il rendimento dei Treasury decennali toccherà la soglia del 5%, rendendo più ripida la curva dei rendimenti. Le dinamiche in gioco sono tre. In primo luogo, i tagli della Fed potrebbero limitare i rialzi dei rendimenti dei Treasury a breve scadenza; in secondo luogo, le emissioni in corso da parte del Tesoro per finanziare le spese pubbliche in deficit stanno inondando il mercato con della nuova offerta; infine, il quantitative tightening della Fed ha fatto uscire dal mercato un acquirente di Treasury grande e affidabile, facendo pendere ulteriormente l’equilibrio tra domanda e offerta a favore di rendimenti più elevati.
Premio a termine in rialzo
Il premio a termine, che valuta in che misura il rendimento di un Treasury a più lunga scadenza supera quello medio atteso di una serie di Treasury-Bill portati alla scadenza, sta aumentando. Il crescente squilibrio tra la domanda e l’offerta di Treasury sta contribuendo all’aumento del premio a termine sui titoli a 10 anni. Le aspettative sull’inflazione a lungo termine stanno iniziando ad aumentare, e anche questo sta aiutando a far salire i premi a termine.
I tassi d’inflazione breakeven sono il migliore indice delle previsioni sull’inflazione implicita sul mercato. Il 20 settembre, il giorno successivo al taglio dei tassi della Fed, i breakeven dell’inflazione a 10 anni sono saliti di circa sette-otto punti base, probabilmente in risposta all’entità del taglio dei tassi. Dopo i due precedenti movimenti dei breakeven dell’inflazione di questa entità, il rendimento nominale dei Treasury a 10 anni ha registrato un incremento di circa 100 punti base nell’arco di tre mesi. Questo modello indica che le aspettative sull’inflazione potrebbero contribuire a un aumento del premio a termine a 10 anni nei prossimi mesi.
Tre scenari per l’economia statunitense e la Fed
A nostro avviso, ci sono tre possibili scenari per l’economia statunitense e la Fed nei prossimi 12 mesi. Nel primo, la Cina immette ulteriori stimoli nella sua economia, fornendo una spinta alla crescita globale. La nube di incertezza attorno alle elezioni americane si dirada rapidamente, consentendo alla Fed di effettuare tagli dei tassi relativamente contenuti (come l’adeguamento di metà ciclo del 1995-1998). Ritengo che questo sia lo scenario più probabile dei tre.
Nel secondo, la Fed riduce i tassi portandoli attorno al livello neutrale, probabilmente al 3% circa. Ciò renderebbe più ripida la curva dei rendimenti dei Treasury a due e dieci anni, portandola ad avere una pendenza positiva di circa 100 punti base stimati, più in linea con i parametri storici. Nel terzo, l’economia statunitense entra in recessione. Questo contesto costringerebbe la Fed ad allentare aggressivamente la politica monetaria, eventualmente riducendo i tassi ai livelli prossimi allo zero che abbiamo visto a seguito della crisi finanziaria globale del 2008-2009 e all’inizio della pandemia nel 2020.
Ritengo che il secondo e il terzo scenario abbiano indicativamente la stessa probabilità di verificarsi, ed entrambi sono meno verosimili rispetto al primo.
Il primo scenario porterebbe il rendimento dei Treasury a dieci anni al 5%
Nello scenario che prevede tagli dei tassi più contenuti da parte della Fed, il rendimento dei Treasury a 10 anni si muoverebbe più rapidamente verso il 5%. Questa previsione potrebbe anche essere confermata in un contesto in cui la Fed procede a un allentamento sufficiente a portare il tasso sui Fed Fund in prossimità della neutralità. In questo scenario, il rendimento dei titoli decennali potrebbe impiegare più tempo per raggiungere il livello del 5%. Tuttavia, se l’economia statunitense dovesse precipitare in una recessione, il rendimento del Treasury decennale al 5% sarebbe completamente fuori discussione, poiché la Fed dovrebbe allentare aggressivamente la politica monetaria.
La Fed sta commettendo un errore di politica monetaria?
Quindi, la combinazione tra la bassa probabilità di recessione e la previsione di un aumento significativo del rendimento a 10 anni significa che il taglio di 50 punti base operato dalla Fed a settembre è stato l’avvio di un errore a livello di politica monetaria? Non esattamente. Anche se si registrassero 75 punti base di allentamento prima della fine del 2024, il tasso sui Fed Fund sarebbe comunque ben al di sopra del tasso neutrale. La reazione della Fed al rallentamento dell’inflazione e al graduale indebolimento del mercato del lavoro ha centrato finora il target, ma occorre ancora agilità, senza allentamenti troppo consistenti nel 2025.