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Risalita Pil

Perché l’economia italiana è sempre a rischio recessione

Il commento di Thomas Manfredi, statistico economico ed econometrico nel direttorato di politiche del lavoro dell'Ocse

 

Perché l’economia italiana è con costanza a rischio recessione? Qualsiasi rallentamento mondiale, che si ripercuote sull’industria manifatturiera, rende l’economia italiana traballante.

L’Italia ama ancora pensarsi la fabbrica del mondo. Come tutti i paesi avanzati è però un’economia di servizi.

Il valore aggiunto manifatturiero è attorno al 20% del totale. Se il restante 80% è formato da impese non innovative, spesso micro, spesso con produttività marginale ridicole, non ci si può che aspettare debolezza di base, alla radice. Senza produzione high skilled non hai domanda di lavoro high skilled, tra l’altro.

In questi grafici mostro l’andamento del valore aggiunto reale, nel settore tradable (principalmente manifattura) e nei service market sector, i servizi alle imprese.

Prendo come pietra di paragone la Francia. Non meritano commenti, si commentano da soli questi grafici, sono intuitivi.

Unica industria dei servizi con qualche dinamica è quella delle attività amministrative di supporto alle imprese.

Il valore aggiunto dei servizi professionali e scientifici high skilled sembra il mare adriatico: piatto. I servizi finanziari non si sono mai ripresi dalla mazzata del 2008.

Il commercio all’ingrosso e al dettaglio non va.

Come può crescere un’economia, in questo modo? Al primo starnuto sul settore tradable, che era unico vivace da due anni in qui, collassa tutto.

È il solito problema strutturale. I dati dal 1995 dicono tutto!

(post tratto dal profilo Facebook di Thomas Manfredi)

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