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Ecco quale sarà l’effetto Bce su mutui e prestiti. Report

La Federazione autonoma bancari italiani (Fabi) ha analizzato come il nono rialzo dei tassi da parte della Bce influirà su mutui e prestiti. Fatti, numeri e il commento del segretario generale della Fabi, Lando Maria Sileoni

Quale sarà l’effetto Bce di Lagarde su mutui e prestiti?

La Federazione autonoma bancari italiani (Fabi) stima gli effetti su mutui e prestiti con il rialzo dei tassi in vista della riunione di luglio della Banca centrale europea (Bce) che, come annunciato ieri dalla sua presidente, Christine Lagarde, dovrebbe deliberare un nuovo aumento di un quarto di punto percentuale, portando il tasso base dal 4% al 4,25%.

GLI EFFETTI DEL RIALZO DEI TASSI DELLA BCE SU MUTUI GIÀ AVVIATI…

Le famiglie indebitate, in Italia, sono 6,8 milioni, pari a circa il 25% del totale: di queste, 3 milioni e mezzo hanno un mutuo per l’acquisto di una casa. Nel corso del 2022, i tassi di interesse sui prestiti sono notevolmente aumentati e nuovi incrementi sono scontati con il costo del denaro ulteriormente aumentato al 4,25%.

… E SULL’ACQUISTO DI UN’AUTO

Comprare un’automobile a rate, per esempio un modello da 25.000 euro, potrebbe costare, nel caso di un finanziamento decennale a un tasso del 13,65%, oltre 9.800 euro in più rispetto al 2021.

COSA SUCCEDERÀ AI NUOVI (E AI VECCHI) MUTUI

Per quanto riguarda i nuovi mutui, le rate di quelli a tasso fisso sono destinate a raddoppiare nel corso del 2023, mentre per quelli a tasso variabile il rimborso mensile dovrebbe salire del 60-70%.

Più nel dettaglio, per un mutuo a tasso fisso da 200.000 euro di 25 anni (il tasso medio applicato dalle banche potrebbe essere superiore al 6%), la rata mensile sarà di 1.341 euro; per un prestito da 100.000 euro, sempre di 25 anni, col tasso al 5,6%, la rata mensile sarà, invece, di 627 euro.

Quanto ai vecchi mutui, invece, nessuna differenza per quelli a tasso fisso, mentre le rate di quelli a tasso variabile hanno subito aumenti fino al 75%.

IL COMMENTO DI SILEONI

“La decisione è comprensibile, perché finora la discesa dell’inflazione non è stata quella sperata. Ma abbiamo già avuto otto rialzi dei tassi in 11 mesi e quello di luglio sarà il nono”. Lo afferma all’Ansa il segretario generale della Fabi, Lando Maria Sileoni, commentando i dati della Fabi sul nuovo, probabile aumento del costo del denaro.

“Così facendo – aggiunge – si strangolano le famiglie e le imprese. Si possono anche stabilire rialzi dei tassi, ma vanno spalmati in più anni. L’aspetto positivo è per le banche e noi questo aspetto lo faremo valere con il rinnovo del contratto collettivo nazionale di lavoro, chiedendo importanti aumenti economici per i 280.000 lavoratori del settore bancario. Tuttavia, non possiamo ignorare il fatto che le famiglie saranno in difficoltà, le disuguaglianze sociali saranno più ampie e la povertà potrebbe aumentare. Chi voleva chiedere un mutuo per comprare una casa, il sogno di una vita, probabilmente dovrà rimandare il suo progetto. Serve maggiore incisività da parte del settore bancario italiano sul riconoscimento dei tassi attivi nei confronti dei correntisti”.

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