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musk x pubblicità

Ecco perché X di Elon Musk si affiderà a Google per la pubblicità

Mentre le entrate pubblicitarie di Twitter, pardon, X, sono diminuite del 60%, il proprietario Elon Musk e il ceo Linda Yaccarino stanno provando una nuova strategia pubblicitaria: esternalizzare gli annunci. La settimana scorsa, Google ha confermato che venderà spazi pubblicitari anche su X

Se gli inserzionisti abbandonano X, Elon Musk si affida a fornitori di terze parti (tra cui Google) per mettere all’asta gli spazi pubblicitari.

Non è una novità: i marchi stanno ritirando la pubblicità da X, il social network precedentemente noto come Twitter dal 24 luglio ribbattezzato X dal proprietario Musk, e non hanno intenzione di tornare sulla piattaforma prima delle festività natalizie.

Basta pensare che proprio questa settimana il ceo di Apple, Tim Cook, ha dichiarato che l’azienda valuta costantemente la pubblicità su X. “La leadership di Apple valuta regolarmente se continuare a fare pubblicità su X, sulla scia del rinnovamento della piattaforma di social media, dei cambiamenti logistici e delle accuse di amplificare l’incitamento all’odio, ha affermato il numero uno del colosso di Cupertino, riporta Axios.

Ma come nota Quartz, anche prima che Elon Musk ne prendesse le redini, Twitter non ha mai avuto un grande successo tra gli inserzionisti. Ora, il cambio di nome, l’abolizione delle regole del sito, il coinvolgimento prioritario degli utenti del sito e la personalità spigolosa di Musk hanno fatto sì che gli inserzionisti si mantenessero alla larga.

Ed ecco che la il proprietario Musk e la ceo Linda Yaccarino hanno iniziato a segnalare che sono pronti ad abbandonare la piattaforma pubblicitaria e gli sforzi di vendita di Twitter, per affidarsi a fornitori di terze parti per mettere all’asta gli spazi pubblicitari.

Tutti i dettagli.

IL COMPLICATO RAPPORTO TRA MUSK E LA PUBBLICITÀ SU X

Twitter, pardon, X, sta lottando sotto un pesante carico di debiti.

Il flusso di cassa della società rimane negativo a causa di un calo di quasi il 50% delle entrate pubblicitarie e di un pesante carico di debiti, ha affermato a luglio il proprietario Elon Musk, deludendo le sue aspettative a marzo che Twitter potesse raggiungere un flusso di cassa positivo entro giugno.

E la colpa, secondo Musk, è attribuibile alle entrate pubblicitarie di Twitter che potrebbero non essersi riprese così rapidamente come lo stesso miliardario aveva ipotizzato in un’intervista alla Bbc ad aprile. Non è chiaro a quale periodo di tempo si riferisse Musk per il calo del 50% delle entrate pubblicitarie. Già nel periodo aprile-maggio i ricavi pubblicitari della piattaforma con sede a San Francisco erano pari a 88 milioni di dollari, in calo dell’59% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso.

A maggio l’assunzione da parte di Musk di Linda Yaccarino, ex capo della pubblicità presso NBCUniversal di Comcast come ceo, ha segnalato che le vendite di annunci sono una priorità per la società. Yaccarino ha iniziato a lavorare su Twitter all’inizio di giugno e ha detto agli investitori che Twitter intende concentrarsi su partnership video, creatori e commerciali ed è in trattative iniziali con personaggi politici e di intrattenimento, servizi di pagamento ed editori di notizie e media.

X HA INIZIATO A ESTERNALIZZARE GLI ANNUNCI ADV

Eppure, proprio da maggio, segnala Quartz, fornitori di terze parti stanno mettonfo all’asta lo spazio pubblicitario sulla piattaforma di micro blogging e offrono gli annunci programmatici che vediamo su X. Quindi Twitter ha iniziato a vendere spazi attraverso il mercato pubblicitario indiano InMobi e, proprio la scorsa settimana, Google ha confermato ad AdAge di aver raggiunto un accordo per vendere spazi pubblicitari per X.

IL COMMENTO DEGLI ANALISTI

Kelsey Chickering, principale analista della società di ricerche di mercato Forrester, ha affermato a Quartz che l’annuncio di Google dimostra che Twitter sta davvero lottando per riconquistare gli inserzionisti, e ciò potrebbe avere conseguenze a valle.

“L’attuale deficit degli inserzionisti comporta un ulteriore degrado dell’esperienza per gli utenti che ora vedono annunci sempre più irrilevanti”, sostiene Chickering. “Man mano che l’esperienza pubblicitaria per gli utenti diminuisce, diminuisce anche l’esperienza complessiva sulla piattaforma, lasciando spazio ai concorrenti per rubare tempo agli utenti e budget agli inserzionisti”.

Max Willens, analista senior presso la società di ricerche di mercato Insider Intelligence, concorda sul fatto che la partnership con Google segnala che Twitter sta ancora lottando per guadagnare con la pubblicità, in particolare con le vendite dirette. Ma secondo l’analista il problema non è tanto la lotta dell’azienda con gli inserzionisti esistenti, quanto la sua incapacità di corteggiarne di nuovi. Twitter “ha assolutamente bisogno di ricucire alcuni ostacoli e di ristabilire i suoi rapporti con le agenzie e i marchi più grandi”, ha affermato a Quartz Willens. “Ma questo sforzo mira più a rafforzare la base di piccoli inserzionisti di X.”

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