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Ecco perché molti bar e ristoranti non riapriranno

Tutte le eccessive regole alle quali devono sottostare bar e ristoranti. L'intervento di Giuseppe Spadafora, vicepresidente Unimpresa

Meglio rimanere chiusi. Questo è quanto stanno facendo in molti nelle attività dedicate alla ristorazione. Di che numeri parliamo? In tutto in Italia ci sono 333.647 ristoranti, 149.154 bar, ai quali vanno aggiunti un migliaio di bar ambulanti e venditori di granita (tipicamente siciliani). Stiamo parlando di quasi 500mila esercenti con oltre 1,5 milioni di persone che operano direttamente e un indotto tra fornitori e addetti di altri 2 milioni di persone.

In tre mesi di inattività ci siamo giocati 50 miliardi di euro: gli imprenditori sono arrabbiati e non si possono biasimare. Ci hanno chiesto a cosa serve il taglio dell’Irap visto che non hanno prodotto nulla e quindi comunque non avrebbero pagato. Paradossi, al limite delle prese in giro. Così, chi ha la forza di rimanere aperto lo farà ma andrà incontro a perdite di fatturato a doppia cifra, causa le restrizioni sanitarie per il contatto fisico. Chi è rimasto indietro con tasse ed affitti, pensa di restituire le chiavi e fare altro, qualora ci sia la possibilità.

Poi c’è una fascia di esercenti che paradossalmente sarà costretto a riaprire pieno di debiti e consapevole che gli incassi diminuiranno. Sono quelli indebitati con beni personali, magari per aver ristrutturato il locale due anni fa ed ai quali le banche, se non pagano, porteranno via gli immobili mettendoli all’asta. Nella migliore delle ipotesi si prevede la chiusura di oltre 70mila esercizi tra bar e ristoranti già da subito e altri 50mila nei prossimi tre mesi. Entro dicembre avremo il 25% in meno di esercenti l’attività di ristorazione.

Il rischio maggiore lo corre il 40% di quelli che avevano aperto l’attività negli ultimi cinque anni. Tutti questi, teoricamente, potrebbero accedere ai 25 mila euro garantiti dallo Stato o al fondo perduto del 25% per le perdite dimostrate. Le banche li cacciano dalle agenzie, adducendo motivazioni da “Signore degli Anelli”: prima devi dimostrare tutto attraverso un’equazione di matematica avanzata, come dire che fai prima a rispondere se c’è vita nell’universo. Infine, tutto passa dal vaglio di Agenzia delle Entrate e Guardia di Finanza, le quali, se hai dimenticato di pagare il bollettino delle tasse per il frigorifero ti schiaffano un bel diniego.

Ovviamente, per chi riaprirà sarà una corsa ad ostacoli. L’Inail ha emanato le procedure di sicurezza da adottare per il distanziamento e per sanificazione. Preparatevi a discutere parecchio con Asl, Ufficio del Lavoro, Nas, Vigili Urbani e cinque flotte di navi Usa di stanza nel Pacifico. A queste accurate e sicure e indiscusse e innumerevoli verifiche, corrisponderanno altrettanti verbaloni di infrazione da euro 400 a euro infinito. Questa sarebbe l’azione di Governo a tutela delle micro imprese? Se qualcuno di questi eroi dovesse fuggire ed aprire uno sgabuzzino in legno in una spiaggia del Messico, non chiedetevi perché.

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