Botta e risposta a colpi di dazi tra Usa e Ue.
In risposta ai nuovi dazi americani che colpiscono oltre 18 miliardi di euro di esportazioni dell’Unione europea, la Commissione europea ha presentato un pacchetto di nuove contromisure sulle esportazioni statunitensi. Le misure entreranno in vigore entro la metà di aprile, dopo aver consultato gli Stati membri e le parti interessate.
Ecco che cosa sta succedendo.
CHE COSA HA DECISO L’UE CONTRO GLI STATES
Non si è fatta attendere la risposta dell’Ue alla mossa Usa. L’Unione europea è quindi entrata ufficialmente in guerra commerciale contro gli Stati Uniti, rispondendo alla decisione americana di introdurre dazi del 25% sull’acciaio e l’alluminio europei (compresi i prodotti derivati). Oltre a “scongelare” le tariffe che erano bloccate in un precedente accordo per un valore di circa 4,5 miliardi di euro, l’Unione mette sul tavolo una nuova lista di prodotti americani che potrebbero essere colpiti da dazi per un valore complessivo fino a 21 miliardi di euro.
LA LISTA UE IN FIERI
La lista, presentata ufficialmente dalla Commissione europea, è ancora oggetto di consultazioni con gli Stati membri e le parti interessate, ma punta già in modo chiaro a settori ad alta valenza simbolica e politica per l’economia statunitense. Secondo Bruxelles, l’approccio adottato è “intelligente”: colpire dove fa male agli Stati Uniti, ma limitando al minimo i danni per l’industria europea. “Non vogliamo penalizzare noi stessi, ma reagire in modo fermo a una misura che riteniamo profondamente sbagliata”, ha spiegato un alto funzionario europeo.
I PRODOTTI USA NEL MIRINO DELL’EUROPA
Tra i prodotti inclusi nella lista (ancora in via di definizione, sottolinea l’agenzia stampa Agi): la soia, proveniente in particolare da Stati come la Louisiana, feudo dello speaker della Camera Mike Johnson. È già oggetto di ritorsioni da parte di altri Paesi. “Carne bovina e pollame; settori chiave per Stati a maggioranza repubblicana come il Nebraska e il Kansas; prodotti industriali, come forni, stufe, congelatori, tosaerba, tutti beni per i quali l’Ue ritiene di avere alternative interne. Le iconiche Harley-Davidson, già bersaglio di precedenti contromisure europee, e per cui Bruxelles incoraggiò le alternative made in Europe. E ancora: prodotti in legno, fondamentali per l’economia di Stati come Georgia, Virginia e Alabama, e ritenuti input strategici per il settore manifatturiero Usa”, scrive l’Agi.
GLI OBIETTIVI DI BRUXELLES
L’obiettivo, spiegano da Bruxelles, è chiaro: “Colpire settori cruciali per l’economia statunitense, molti dei quali situati in stati politicamente sensibili, senza danneggiare l’interesse europeo”. Il pacchetto, descritto come “equilibrato”, sarà attivabile a partire da meta’ aprile, dopo il completamento delle procedure tecniche e politiche. Intanto, la finestra per i negoziati con Washington resta aperta, ma l’Ue fa sapere di essere pronta a negoziare, reagire e anche a fare causa, se necessario.
LE PAROLE DI COSTA
L’Europa deve “approfondire e moltiplicare le partnership commerciali. Abbiamo bisogno di più accordi commerciali, non di più dazi. I dazi sono tasse per aziende e cittadini, aumentano solo l’inflazione”. Lo ha detto il presidente del Consiglio europeo, Antonio Costa, a Berlino durante un punto stampa con il cancelliere tedesco, Olaf Scholz, chiedendo di “evitare l’escalation” commerciale con Washington. “Se gli Stati Uniti credono che ci sia un vero problema, il modo migliore per risolverlo è parlarne. L’Ue è aperta”, ha sottolineato.
LE BASI DELLA DECISIONE UE
La decisione comunitaria poggia su due fasi, ha osservato il Sole 24 ore: “In primo luogo, la Commissione lascerà scadere il 1° aprile la sospensione delle contromisure esistenti contro gli Stati Uniti per le scelte introdotte dalla prima amministrazione Trump nel 2018 e nel 2020. Queste contromisure riguardano una serie di prodotti statunitensi e rispondono al danno economico, da otto miliardi di euro, provocato in prima battuta alle esportazioni europee di acciaio e alluminio. A differenza che durante la prima amministrazione Trump, in questo caso la Casa Bianca ha deciso di escludere esenzioni e soprattutto di colpire anche prodotti derivati, ossia contenenti acciaio ed alluminio, ampliando grandemente la panoplia di prodotti che verranno colpiti. C’è di più. In occasione del suo primo mandato l’amministrazione americana aveva deciso dazi del 25% sull’acciaio e del 10% sull’alluminio. Oggi i dazi sono del 25% per entrambi i settori”.