VIETNAM CERCA UN PIANO B ECONOMICO CONTRO I DAZI DI TRUMP
Il Vietnam, grazie alla sua strategia “China plus one”, ha prosperato come hub manifatturiero, ma i nuovi dazi del 46% annunciati da Trump minacciano la sua economia export-dipendente. L’articolo si concentra sulla vulnerabilità del modello economico vietnamita e sugli sforzi per diversificare e riformare l’economia per affrontare la crisi.
Negli ultimi 15 anni, il Vietnam ha visto una crescita economica del 7% annuo, trainata da esportazioni verso gli USA (30% del PIL) e investimenti esteri, passati da 15,8 a 38,2 miliardi di dollari tra il 2016 e il 2024. Aziende come Apple, Nike e Samsung hanno sfruttato manodopera a basso costo e incentivi fiscali. Tuttavia, il surplus commerciale con gli USA (123 miliardi di dollari) ha reso il Vietnam un bersaglio dei dazi di Trump, causando un crollo delle esportazioni e incertezze per aziende come A&M Flooring, che ha visto calare gli ordini USA.
Il governo vietnamita, guidato da To Lam, sta negoziando con gli USA, offrendo di azzerare i dazi sui prodotti americani e acquistare aerei Boeing. Parallelamente, sta accelerando riforme interne per ridurre la dipendenza dagli USA: un’ampia revisione burocratica taglierà ministeri e 100.000 posti pubblici, favorendo il settore privato (da 1 a 3 milioni di imprese entro il 2045). Si punta su innovazione, tecnologia e crescita interna per evitare la “trappola del reddito medio” e affrontare il calo demografico, con l’abolizione della politica del due figli.
Le aziende cercano nuovi mercati (Europa, Giappone) e soluzioni logistiche, come l’assemblaggio in paesi con dazi inferiori (es. Colombia). Tuttavia, bilanciare i rapporti con USA e Cina resta complesso, e il successo delle trattative con Trump sarà cruciale per la stabilità sociale ed economica.
(Financial Times, A Anantha Lakshmi, 13 giugno 2025, 09:00)