Come cambierà l’azionariato di Bancomat con l’ingresso del fondo Fsi? E che ruolo avrà il gruppo Ion basato in Lussemburgo che è diventato nuovo socio di Fsi? E quali sono i piani di sviluppo di Bancomat con l’arrivo di Fsi?
Sono alcune delle domande che si pongono addetti ai lavori e analisti del settore dopo l’accordo annunciato oggi (di cui ha scritto giorni fa Start Magazine).
Ecco tutti i dettagli e gli approfondimenti.
ACCORDO TRA FSI E BANCOMAT, TUTTI I DETTAGLI
Fsi entra nel capitale sociale di Bancomat. Parte l’accordo tra Fsi e Intesa Sanpaolo, Iccrea Banca, Banco Bpm, Bper e Bancomat, annunciato nei mesi scorsi, che prevede un investimento di Fsi in Bancomat fino a 100 milioni, tramite aumento di capitale riservato, a fronte di una partecipazione di minoranza qualificata nel capitale della società.
FSI SARA’ PRIMO AZIONISTA DI BANCOMAT
Al completamento dell’investimento, spiega una nota per la stampa, Fsi sarà l’azionista di maggioranza relativa al fianco delle attuali banche azioniste. Ma finora da una visura camerale né dal bilancio di Bancomat a fine dicembre 2022 di Fsi non vi è ancora traccia.
IL FUTURO DELLA PARTNERSHIP
La partnership, oltre alle banche sottoscrittrici, è aperta all’adesione anche di altri clienti attuali e futuri di Bancomat (società guidata dall’ad, Alessandro Zollo, nella foto) che potranno quindi partecipare alla governance e alla creazione di valore della società.
IL COMUNICATO DELLA SOCIETA’
“Il Contratto – si legge nel comunicato – prevede l’adozione di un modello societario snello e orientato al servizio e al cliente. Con circa 32 milioni di carte abilitate in circolazione e 2,8 miliardi di transazioni gestite all’anno, Bancomat rappresenta il principale circuito di pagamento e prelievo in Italia e il terzo circuito domestico per numero di carte gestite in Europa. Il progetto industriale condiviso tra le parti ha l’obiettivo di supportare Bancomat nel rafforzare il proprio ruolo di infrastruttura chiave dei pagamenti del Paese, grazie anche al contributo ed alla consolidata expertise europea di Nexi come partner strategico per la realizzazione e lo sviluppo del Centro Applicativo del Circuito”.
I CONSULENTI DELL’OPERAZIONE
Bancomat e le Banche Sottoscrittrici sono state assistite da Mediobanca-Banca di Credito Finanziario S.p.A., studio legale Gattai, Minoli, Partners, Join Business Management Consulting, PwC Strategy& e Prof Avv. Salvatore Maccarone. Fsi è stata assistita da WePartner, studio legale Pedersoli, KPMG, Studio Biscozzi Nobili Piazza e CMC Labs.
ECCO IL NUOVO PIANO INDUSTRIALE E FINANZIARIO DI BANCOMAT 2023-2027
C’è stato l’aggiornamento del Piano Industriale e Finanziario sull’orizzonte 2023-2027. Nello specifico, il Piano Industriale e Finanziario aggiornato conferma gli obiettivi strategici del Piano precedente, ossia proseguire il percorso di valorizzazione dell’offerta puntando su 5 business-tech solutions:
- contactless per recuperare la quota di mercato nei confronti dei principali competitor;
- digital payments per stare al passo con gli sviluppi sul mercato;
- e-commerce per aggredire un nuovo target di mercato con i volumi importanti ed elevato potenziale di crescita;
- asset tecnologici di rilievo, che mirano ad accrescere l’offerta di servizi ai Clienti, garantendo agli Aderenti stessi semplicità ed economicità nella gestione ed erogazione dei servizi di pagamento e prelievo tradizionali e digitali;
- iniziative di promozione e comunicazione continuative a supporto degli Aderenti volte ad accrescere l’awareness e l’utilizzo della gamma di servizi in portafoglio, anche con campagne di lead generation.
Nel dettaglio il Piano prevede:
- l’aggiornamento dei trend prospettici dei servizi BANCOMAT, PagoBANCOMAT e BANCOMAT Pay, sulla base degli andamenti rilevati in corso d’anno e delle previsioni di mercato 2023-2027 che vedono una sempre maggiore propensione all’adozione di strumenti digitali da parte dei consumer;
- l’aggiornamento delle modalità e dei tempi di go live della nuova Piattaforma HUB di BANCOMAT S.p.A.;
- l’introduzione della linea business Discover, in ragione della partnership stipulata con Discover Financial Services LLC, con l’obiettivo di consentire l’accettazione delle carte Discover appartenenti a titolari esteri sui POS e sugli ATM presenti sul territorio italiano.
ION DI PIGNATARO SBARCA ANCHE IN FSI DI TAMAGNINI
Da una visura camerale di Fsi, salta all’occhio la presenza di Ion Capital Partners. Come da atto depositato lo scorso maggio, iIl gruppo del finanziere bolognese Andrea Pignataro, che da anni opera nel quartier generale londinese al numero 10 di Queen Street, è diventato pure azionista del fondo guidato da Maurizio Tamagnini. Costituito a febbraio 2016 per la gestione collettiva del risparmio attraverso la promozione, l’organizzazione e la gestione di fondi comuni d’investimento mobiliari riservati a investitori professionali specializzati nel private equity, Fsi sta inanellando da mesi una serie di operazioni in Italia che lo pongono al centro di manovre nel comparto dei sistemi di pagamenti, del fintech e delle informazioni societarie e finanziarie. E tra i suoi azionisti, ora, anche un gruppo fondato da un italiano con società capofila della galassia con sedi in Inghilterra, in Irlanda e in Lussemburgo.
CHI SONO GLI AZIONISTI DI FSI
Secondo quanto emerge dall’ultimo bilancio depositato da Fsi, e relativo al 2022, il 90,1% del fondo è nelle mani di Magenta 71 srl, società con sede in Irlanda controllata dai manager della società, e il 9,9% in quelle di Ion Capital Partners. Lo scorso anno è stato un periodo particolarmente intenso per la compagine azionaria di Fsi: il 20 luglio 2022, mediante riacquisto di azioni proprie, Magenta 71 ha acquisito il 39% da Cdp Equity e il 9,9% detenuto da Poste Vita. Il 10 novembre dello stesso anno l’assemblea di Fsi ha annullato e cancellato tutte le azioni proprie senza riduzione del capitale.
L’INGRESSO DI ION IN FSI
Pochi giorni dopo, ossia il 21 novembre, Ion ha acquisito da Magenta 71 il 9,9% del capitale di Fsi. “All’esito di tali operazioni – si legge nel bilancio – la società ha rafforzato ulteriormente la propria posizione nel mercato come gestore indipendente, avendo consolidato il proprio ruolo nel settore del private equity In Italia”.