Il costruttore navale tedesco Tkms punta a margini più elevati con l’aumento della spesa per la difesa.
La divisione difesa del colosso teutonico Thyssenkrupp – che costruisce sottomarini e navi di superficie per la marina tedesca e altri clienti in tutto il mondo – prevede di aumentare il margine di profitto a oltre il 7% per colmare il divario con i concorrenti, puntando sulla crescente domanda militare, secondo le slide della presentazione al Capital Markets Day, riporta Reuters.
L’azienda si è posta l’obiettivo di toccare i 61 miliardi di euro di fatturato entro il 2033, in parallelo agli sforzi europei per rinnovare e ampliare la capacità sottomarina, con l’intento di mantenere un deterrente efficace nei confronti della Russia.
Il gruppo industriale tedesco, inoltre, prevede di quotare quest’anno alla Borsa di Francoforte la sua divisione marina per la difesa, per la quale gli azionisti hanno dato il via libera nell’assemblea dello scorso 8 agosto.
All’Ipo potrebbe partecipare anche l’italiana Fincantieri. Da tempo focalizzato sul dominio subacqueo, un ingresso del gruppo cantieristico di Trieste in Tkms significherebbe consolidare in modo decisivo la propria posizione in questo segmento. Già nei mesi scorsi l’ad della società Pierroberto Folgiero aveva sottolineato come Fincantieri fosse “aperto a qualsiasi forma di collaborazione” con la divisione navale tedesca.
Tutti i dettagli.
TRIPLICATO IL PORTAFOGLIO ORDINI
Tkms produce sottomarini, navi da guerra e tecnologie per sensori e sistemi anti-mine. Ad oggi ha siti a Kiel, Amburgo e Brema, tra gli altri, e impiega circa 7880 persone. Tra i clienti figurano, oltre alla Germania, anche Norvegia, Israele e Singapore. L’azienda ha più che triplicato il suo portafoglio ordini in cinque anni. Ora ammonta a 18,6 miliardi di euro, rispetto ai circa 6 miliardi di euro del 2020, alimentato da ordini per sottomarini, navi cacciamine e altre piattaforme da Germania, Norvegia e partner della Nato.
INCREMENTO DEI MARGINI
Non solo, a medio termine, Tkms prevede di aumentare il margine operativo a oltre il 7%, rispetto al 4,3% dell’anno fiscale 2023/24, e punta a una crescita media annua del fatturato del 10%.
“Come Tkms, non solo siamo in una posizione ideale per lo spin-off, ma anche per soddisfare la domanda dinamica del mercato”, ha dichiarato il ceo Oliver Burkhard. Tkms punta a un payout ratio compreso tra il 30 e il 50% dell’utile netto e intende distribuire il suo primo dividendo nel 2027.
LE PAROLE DEL CEO
Inoltre, Burkhard ha affermato che il mercato di Tkms potrebbe raddoppiare di dimensioni entro il 2033 raggiungendo quota 61 miliardi di euro rispetto ai 31 miliardi di euro registrati nell’anno fiscale 2024.
Questo perché l’Europa aumenta la spesa per la difesa e cerca di proteggersi da nuove forme di guerra ibrida, come i danni ai cavi sottomarini. La domanda di piattaforme marittime è particolarmente forte a causa del fatto che l’Europa ha quasi dimezzato il numero dei suoi sottomarini e delle sue navi da guerra tra il 1992 e il 2021, il cosiddetto periodo dei ‘dividendi della pace’, durante il quale i bilanci della difesa del Continente si sono ridotti.
LO SCORPORO DA THYSSENKRUPP
Lo scorso 8 agosto gli azionisti hanno approvato il piano dell’azienda di quotare una partecipazione di minoranza in Thyssenkrupp Marine Systems. La quotazione avverrà probabilmente questo autunno. Thyssenkrupp manterrà una partecipazione del 51% in TKMS, sufficiente a mantenerne il controllo e a generare valore in una divisione destinata a beneficiare dell’aumento delle spese per la difesa, sottolinea Bloomberg.
COSA FARÀ L’ITALIANA FINCANTIERI
Come già detto, sul futuro dei sistemi marini di Thyssen è da tempo alla finestra Fincantieri che già un anno fa era tornata a proporsi alle autorità tedesche per un eventuale ruolo da partner industriale in caso di riassetto di Tkms.
“Grazie a 25 anni di collaborazione nella costruzione di sommergibili siamo partner naturali di Tkms, anche in senso commerciale come l’ultimo accordo siglato per partecipare assieme alla gara nelle Filippine. In un percorso di autonomizzazione di Tkms siamo disponili ad allargare la partnership. Non scartiamo nessuna ipotesi” aveva dichiarato l’ad Folgiero in un’intervista a MF un mese fa. Alla domanda sella società di Trieste rileverà una quota all’interno dell’ipo, Folgiero ha replicato che “Non dipende da Fincantieri. Dipenderà dalla strategia della casamadre tedesca. Siamo disponibili ad essere utili all’operazione di valorizzazione che il sistema Germania vorrà fare su Tkms. Abbiamo valore industriale e capacità finanziaria da mettere sul tavolo.”