Dopo 100 giorni, il governo nero-rosso di Friedrich Merz riceve un giudizio severo dagli economisti nel sondaggio F.A.Z.-Ifo. “La coalizione inciampa senza un piano nella trappola del debito”, afferma Wolfgang Scherf, professore emerito di Gießen, riflettendo il malcontento per la gestione economica.
Il 42% degli economisti considera la politica economica negativa, contro un 25% che la vede favorevolmente, con critiche focalizzate sulla mancata riforma dei sistemi sociali e sulla controversa revisione del freno al debito, avviata prima dell’elezione di Merz.
L’aumento degli investimenti pubblici e del bilancio per la difesa è tra i pochi aspetti positivi, ma molti economisti sottolineano l’assenza di progressi strutturali. “Senza riforme rapide e consistenti del sistema di sicurezza sociale, si andrà a sbattere contro un muro”, avverte Gunther Markwardt della Helmut-Schmidt-Universität.
La politica pensionistica, con il blocco del fattore demografico fino al 2031 e l’ampliamento della pensione materna, è particolarmente criticata per il costo di 200 miliardi di euro entro il 2040, finanziati con tasse.
Sul medio termine, solo il 35% degli economisti crede che le misure attuali favoriscano la crescita, mentre il 26% prevede un impatto negativo. “Le agevolazioni fiscali per le imprese danno un impulso agli investimenti in un contesto congiunturale debole”, osserva Dominika Langenmayer, ma servono riforme più incisive su pensioni e reddito di cittadinanza per stimolare innovazione e lavoro.
Con 143 miliardi di nuovi debiti nel 2025 e 174 nel 2026, la coalizione deve agire rapidamente per evitare un’ulteriore perdita di fiducia.
Articolo della Frankfurter Allgemeine Zeitung tratto dalla newsletter di Liturri