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Manley Fca Aziende Ue

Ecco come Fca, Basf, Ups e non solo strattonano gli europeisti

Fca, Basf, Solvay, Ups e altre aziende europee chiedono all'Europa in vista del Consiglio Ue una risposta coordinata e robusta in chiave europea alla crisi economica da Covid-19. 

 

“Per riprendersi dalla crisi possono funzionare solo soluzioni europee, ponendo il mercato unico come strumento centrale. Più che mai abbiamo bisogno di un’Europa forte, in cui i suoi governi, imprese e cittadini mostrino la loro solidarietà”. È con queste parole che 23 ceo e presidenti di aziende europee hanno deciso, in tempo di Covid-19, di scendere in campo chiedendo all’Ue, in vista del Consiglio europeo del 23 aprile misure concrete per aiutare i Paesi membri ad affrontare al meglio la crisi da pandemia.

Tra i firmatari anche Michael Manley, amministratore delegato di Fca e presidente Acea.

I FIRMATARI

Partiamo dai firmatari. A scrivere all’Ue, oltre a Manley, sono stati Claude Albert (Collins Aerospace), Guillaume Alvarez (Steelcase), Maurici Lucena Betriu (Aena Spanish Airports), Markus Borchert (Nokia Shanghai, DigitalEurope), Emilio Braghi (Novelis, European Aluminium), Martin Brudermuller (Basf), Armando Brunini (Sea), Neil Carr (Dow), Re’gis Degelcke (EuroCommerce), Chris Delaney (Goodyear), Daniele Ferrari (Versalis, Cefic), Pierre Gattaz (BusinessEurope), Mark Green (Aes Eurasia), Lars Hanseid (Emea, 3M), Ilham Kadri (Solvay), Jost Lammers (Munich Airport/Aci Europe), Silviu Popovici (PepsiCo), Niels Porksen (Sudzucker), Ignasi Ricou (GBFoods), Lou Rivieccio (Ups Europe), Malcolm Sheil (Europe Kerry Group), Jean-Christophe Tellier (Ucb/Efpia).

PER LE AZIENDE LE MISURE SPARSE NON FUNZIONANO

Nella lettera indirizzata all’Unione europea i Ceo e i Presidenti delle aziende chiedono all’Ue di “dimostrare di essere qualcosa di più della somma dei suoi membri”.

I ceo, infatti, sottolineano, che “spinti dall’urgenza, gli Stati membri hanno giustamente preso in mano la situazione nelle ultime settimane, ma questo purtroppo ci ha portati a una serie di misure sparse”. Misure, secondo le aziende, che non possono funzionare.

SOLUZIONI EUROPEE CONTRO COVID-19

“Per riprendersi dalla crisi – scrivono le aziende – possono funzionare solo soluzioni europee, ponendo il mercato unico come strumento centrale. Più che mai abbiamo bisogno di un’Europa forte, in cui i suoi governi, imprese e cittadini mostrino la loro solidarietà”.

LE PROPOSTE

I ceo e i presidenti chiedono ai governi di essere in prima linea, dimostrando solidarietà reciproca.

Non solo: si chiede anche all’Unione Europea di “garantire a tutti gli Stati membri l’accesso al mercato ai fondi necessari per il loro rilancio”.

Le aziende sperano anche che i cittadini del Vecchio Continente possano comprendere a pieno anche il valore aggiunto che “il nostro comune progetto europeo apporta in questi tempi senza precedenti e difficili”.

AZIENDE CHIEDONO PIU’ EUROPA

“Nelle nostre operazioni commerciali quotidiane, vediamo che la risposta all’attuale crisi non è meno Europa, ma più Europa, e inizia con il nostro mercato comune europeo. E’ fondamentale garantire il trasporto di beni essenziali e il flusso di servizi attraverso i nostri confini, come quelli medico, farmaceutico, alimentare ed energetico”, scrivono le aziende.

BENE CORSIE VERDI

Le 23 aziende firmatarie della lettera apprezzano l’impegno della “Commissione europea sulle “corsie verdi” e sulla libera circolazione dei lavoratori” con l’obiettivo di “sostenere il funzionamento del mercato unico”.

E da questo, per i capi delle aziende bisogna partire. Così chiedono ai leader Ue di “fare del loro meglio” per prendere le decisioni giuste “senza indugio”.

 

Qui la lettera. 

 

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