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Tim

Ecco come analisti e banchieri d’affari giudicano il piano Tim di Gubitosi

Che cosa dicono gli analisti sul piano presentato ieri dal capo azienda di Tim, Luigi Gubitosi. L'articolo di Roberta Castellarin, giornalista di MF/Milano Finanza

Su un un punto gli analisti sono tutti d’accordo: si aspettano che dal piano industriale 2019-2021 che verrà approvato oggi da Tim emerga una forte ricerca di efficienza sia sul fronte dei ricavi sia dei costi. D’altronde le sfide competitive che deve affrontare il colosso telefonico sono numerose sia dal punto di vista della rete sia del business mobile.

Inoltre anche il track record dell’amministratore delegato, Luigi Gubitosi, va in questa direzione. Mentre sul fronte dei conti non sono attese sorprese, visto che già a gennaio scorso la società ha avvertito che i numeri del 2018 sarebbero stati deludenti.

TUTTE LE PREVISIONI SU TIM

In particolare il consenso fornito dalla società si aspetta ricavi nel 2018 per 19,16 miliardi di euro contro i 19,82 miliardi del 2017. Mentre l’ebitda è visto a 7,95 miliardi di euro dai 7,79 miliardi del 2017. In termini di risultato netto Banca Imi si aspetta una perdita netta di 778 milioni di euro, contro l’utile 2017 di 1,1 miliardi di euro. Dal punto di vista del dividendo, secondo Banca Imi, la società pagherà una cedola agli azionisti di risparmio, nonostante le perdite, di 2,75 centesimi per azione con un dividend yield del 6,5%.

ECCO IL REPORT DI EQUITA SU TIM

Invece, per quanto riguarda il piano industriale, Equita, che ha sul titolo un giudizio buy e un prezzo obiettivo a 0,55 euro (giudizio buy anche sulle risparmio con un prezzo obiettivo a 0,48 euro), ritiene che i temi principali su cui focalizzare l’attenzione siano diversi. Il primo riguarda l’inquadramento del contesto competitivo e leve per sostenere la top-line domestica.

“Noi vediamo un contesto sfidante, con i ricavi domestici da servizi in calo del -1.4% in termini di tasso annuale di crescita composto, compensati dal Brasile (+0,2% tasso annuale di crescita composto del gruppo)”, si legge nella nota della sim. Il secondo punto è la ricerca di efficienze sia sul fronte dei costi che dei ricavi.

LE ATTESE DEGLI ANALISTI SU TIM

“Ci aspettiamo uno sforzo significativo da parte del management nel cogliere efficienze. Le nostre stime prevedono una riduzione dei costi nel mercato domestico tale da portare a un tasso annuo di crescita composto dell’ebitda dello 0,3% e una stabilità dei capex (3,1 miliardi annui ex-spectrum) nonostante il roll-out del 5G. Pensiamo che piani di coinvestimento con Vodafone sul mobile e Open Fiber sul fisso possano sostenere questo scenario di investimenti”, dice Equita.

DOSSIER DEBITO PER TIM

Il terzo punto riguarda la gestione del debito. “Stimiamo una riduzione del debito di 3 miliardi cumulati nel 2019-2021, incorporando il pagamento del dividendo minimo alle risparmio”, aggiunge la sim. Infine per quanto riguarda le operazioni straordinarie gli esperti dicono: “Pensiamo che le opzioni straordinarie più interessanti possano riguardare Inwit: convergenza con gli asset di Vodafone e la rete fissa domestica: convergenza con Open Fiber”.

GLI OBIETTIVI DI GUBITOSI

In realtà sulla questione della rete di Tim “tutte le opzioni sono aperte”, ha affermato l’ad, Gubitosi, al Financial Times, spiegando che la sua decisione si baserà su “fatti e cifre. Mi devono convincere perché è meglio non avere” il network. “Che cosa vuol dire per me, che cosa vuol dire per i miei azionisti. Non ci sono risultati predefiniti. Tutte le opzioni sono sul tavolo”. Elliott, socio di Tim con il 9,4%, sta spingendo per un piano di separazione della rete ed è pronto a lasciare il controllo dell’asset. Altre opzioni minori, aggiungono a Equita, riguardano Sparkle e Persidera. “Pensiamo, invece, che Tim Brasil rimarrà core, essendo l’unico asset che offre un’esposizione significativa alla crescita internazionale. Non ci aspettiamo però che possano già emergere oggi decisioni definitive su questi fronti”.

CHE COSA DICE BANCA IMI

Mentre da Banca Imi, che ha sul titolo un giudizio buy e un prezzo obiettivo a 0,61 euro, sottolineano: “Dopo l’uscita di Amos Genish a novembre scorso, la nomina di Gubitosi come nuovo amministratore delegato, il profit warning della società a gennaio di quest’anno e le recenti indicazioni dell’Agcom sul fisso e il tema dello scorporo della rete, crediamo che il piano industriale DigiTim presentato lo scorso anno da Tim sia obsoleto. Crediamo che per affrontare le sfide competitive sia sulla rete: Open Fiber, OLOs, Sky da metà 2019 e sul mobile, dopo l’ingresso di Iliad, il nuovo business plan si focalizzerà sul taglio dei costi, anche tenuto conto del track record di Gubitosi in Wind, Rai e Alitalia”.

L’ANALISI DI FIDENTIIS

In realtà Fidentiis (buy con una forchetta di valutazione di 0,95-1 euro) ritiene che i timori legati a Iliad siano eccessivi perché, nonostante la sua offerta possa mettere pressione sui prezzi, questo impatto sarà di breve durata vista la bassa copertura del network in Italia. Per quanto riguarda il piano industriale il broker si aspetta che sia in linea con quello presentato un anno fa, visto che Cdp e Elliott devono ancora aumentare la loro quota in attesa dell’assemblea degli azionisti del prossimo 29 marzo. Nel frattempo a Piazza Affari l’azione ordinaria Tim passa di mano a quota 0,5394 euro (+0,30%), mentre la risparmio viene scambiata a 0,4638 euro (+0,19%).

 

Articolo pubblicato su MF/Milano Finanza

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