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Contratto Bancari

Ecco che cosa faranno Banco Bpm, Mps e Unicredit dopo la truffa dei diamanti

L'articolo di Elena Dal Maso

CHE COSA HA DECISO BANCO BPM DOPO LA TRUFFA DEI DIAMANTI

Banco Bpm ha comunicato la sospensione cautelare dal servizio del direttore generale, Maurizio Faroni, e di altri due top manager, l’ex responsabile pianificazione e marketing retail, Pietro Gaspardo, e l’ex responsabile compliance, Angelo Lo Giudice, tutti provenienti dall’ex Banco Popolare. La misura di fatto sospende il servizio lavorativo dei tre dirigenti fino al giudizio.

L’INDAGINE SUI DIAMANTI

La decisione è legata alla vicenda dei diamanti venduti nelle filiali del gruppo, che ha portato la Procura di Milano ad avviare un’indagine e la decisione di un sequestro preventivo di 700 milioni di euro a carico di Banco Bpm , Mps, Intesa Sanpaolo, Unicredit.

GLI ACCANTONAMENTI DI BANCO BPM

Il gruppo guidato dall’amministratore delegato, Giuseppe Castagna, ha accantonato già in bilancio 300 milioni di euro nel quarto trimestre, livello che per gli analisti di Equita risulta essere “adeguato”.

DOSSIER ACCORDI STRAGIUDIZIALI CON UNICREDIT, BANCO BPM E MPS

Intanto la banca milanese, che in realtà sta lavorando alla soluzione del caso diamanti da almeno un anno e mezzo ha già chiuso accordi stragiudiziali con 4000 clienti che avevano acquistato le pietre considerate beni di investimento.

I NUMERI

Si tratta di un numero rilevante, se si pensa “che a oggi sono circa 40mila le persone coinvolge in Italia nell’affare diamanti”, spiega a milanofinanza.it l’avvocato Alessandro Pontremoli, specializzato in diritto civile e bancario, che sta lavorando ad accordi stragiudiziali e preparando una causa civile per conto dei suoi clienti che hanno acquistato le pietre nelle diverse banche.

CHE COSA DICE L’AVVOCATO

“Abbiamo ad oggi chiuso le trattative con Unicredit e proposto accordi a Banco Bpm e a Mps , che per ora non hanno risposto. La nostra richiesta è di ottenere il 60-70% di quanto pagato all’inizio e assieme anche la restituzione della pietra”, aggiunge. Con l’avvocato Pontremoli sta lavorando da Roma un magistrato del Corte Suprema di Cassazione, il giudice Bruno Spagna Musso, per studiare una causa nel caso non si trovasse una transazione con gli istituti.

LO SCENARIO

In avvio di contrattazione, le banche si sono tenute su valori più contenuti, attorno al 30% del prezzo pagato per le pietre, forse perché ritenevano di potersi rivalere sulle due società coinvolte nell’inchiesta che gestivano la transazione dei diamanti, ovvero Intermarket Diamond Business spa (Idb) e Diamond Private Investment spa (Dpi). Però un mese fa IDB, la maggiore delle due, è fallita.

(estratto di un articolo pubblicato su milanofinanza.it; qui l’articolo integrale)

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