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Ecco che cosa farà il governo su contante e Pos

Le novità in cantiere nel governo sulle misure fiscali per incentivare l'uso del contante e non solo

La scelta di introdurre un credito di imposta sul costo delle commissioni per i pagamenti con carte ed elettronici allenta la pressione del governo su sistema bancario, circuiti di pagamento e gestori di piattaforme tecnologiche. Ecco tutti i dettagli.

CHE COSA PREVEDE L’INTESA

Una spinta al piano per l’Italia cashless, con una mano tesa ai commercianti che avranno uno sconto sulle commissioni per i Pos e un ampliamento dei pagamenti elettronici visto che dal 2020, per ottenere le detrazioni in dichiarazione dei redditi l’anno successivo, si dovrà presentare traccia delle spese con bonifici, carte o bancomat.

LE MISURE SUL CONTANTE

Comincia a prendere forma il piano per ridurre il contante messo a punto dal governo giallorosso. Il grosso del pacchetto, come stabilito dall’intesa di maggioranza, entrerà in vigore da luglio quando il tetto all’uso del contante scenderà a 2000 euro (per poi arrivare, nel 2022, a 1000) e scatteranno le multe per chi non accetta il Pos.

LA TRATTATIVA CON I COMMERCIANTI

Per venire incontro a commercianti e piccole attività, il governo mette in campo sempre dal 1 luglio anche un credito d’imposta, sul modello dei benzinai. Si tratta di un credito del 30% delle spese per le commissioni sulle transazioni con carte e bancomat, che potrà essere usato esclusivamente in compensazione, e che sarà concesso a chi ha una attività con ricavi e compensi entro i 400mila euro l’anno.

L’ANALISI DEL SOLE 24 ORE

“Anche l’idea di sottoscrivere un protocollo che prevedesse impegni del settore verso quell’obiettivo pare che avrebbe potuto essere letto come un atto preliminare finalizzato alla costituzione di un cartello tra banche sui prezzi. Dunque, meglio cambiare rotta – ha commentato il Sole 24 Ore – Il ruolo di banche e circuiti, come Visa e Mastercard o piattaforme come Nexi o Sia (che è controllata da Cdp) potrebbe dunque essere ora complementare rispetto al credito d’imposta e, soprattutto, su base volontaria”.

LO SCONTO SUI POS

Lo sconto sui Pos è l’ultima novità del decreto fiscale, che ancora attende la bollinatura finale della Ragioneria generale per essere inviato al Quirinale per la firma. Nelle ultime bozze compaiono anche altri aggiustamenti, dall’Imu sulle trivelle che diventa una vera e propria imposta ad hoc (Impi, imposta immobiliare sulle piattaforme marine) agli acconti per le partite Iva che scendono al 90% quest’anno per passare, a regime, a due versamenti del 50% l’anno.

ALITALIA E NON SOLO

Per coprire la riduzione dell’acconto 2019 (oltre 1,4 miliardi), il prestito per Alitalia che sale a 400 milioni, il rifinanziamento del Fondo di garanzia per le Pmi (670 milioni) e altri interventi di minore entità (come i 14 milioni aggiuntivi per i seggiolini anti-abbandono) il governo mette mano alle poste non impegnate dei ministeri.

I TAGLI

Si tratta di poco più di tre miliardi di dotazioni finanziarie che vengono ridotte (non veri e propri tagli), in gran parte a carico del ministero dell’Economia (per quasi 2,9 miliardi).

I TEMPI

Se il decreto è quasi in dirittura di arrivo (ancora qualche limatura potrebbe essere in corso, nella forma, per la stretta sul carcere per i grandi evasori), per la legge di Bilancio bisognerà invece aspettare ancora.

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