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Difesa e Patto di stabilità, come si muoveranno Germania e Italia

In Germania il ministro Finanze ha chiesto il permesso di discostarsi da regole debito Ue per riarmo. Allo stesso tempo, fonti Mef fanno sapere che l'Italia non chiederà al momento sospensione patto di stabilità.

La Germania attiva la clausola del Patto per la spesa per la difesa.

Per primo nell’Unione europea, il governo di Berlino ha chiesto alla Commissione europea di esentare la Germania dai limiti di spesa del Patto di Stabilità attivando la “clausola di salvaguardia” per consentire deroghe per gli investimenti nella difesa.

“Possiamo confermare che la Germania ha richiesto l’attivazione della clausola di salvaguardia nazionale per il periodo 2025-2028”, è “un’importante misura complementare per consentire una maggiore spesa nazionale per la difesa, mantenendo al contempo la sostenibilità fiscale”, ha dichiarato un portavoce del ministro delle Finanze della Germania Joerg Kukies.

D’altronde il paese ha già annunciato l’intenzione di aumentare la spesa pubblica per il riarmo e le politiche di difesa.

La mossa si inserisce nell’ambito del piano ReArm Europe, presentato dalla presidente Ursula von Der Leyen, approvato dal Parlamento europeo lo scorso 12 marzo e ribattezzato Readiness 2030, punta a mobilitare 800 miliardi di euro per riarmare l’Ue.

Degli 800 miliardi preventivati dall’esecutivo europeo, 150 miliardi dovrebbero provenire direttamente da fondi Ue, sotto forma di prestiti agli Stati (creando nuovo debito pubblico). I restanti 650 miliardi saranno a carico dei bilanci nazionali ma saranno esclusi dal calcolo del rapporto deficit/Pil previsto dal Patto di Stabilità. La Commissione europea ha proposto infatti di consentire agli Stati membri di aumentare la spesa per la difesa dell’1,5% del Pil ogni anno per quattro anni, senza le misure disciplinari che normalmente entrerebbero in vigore quando il deficit supera il 3% del Pil.

La scadenza per la presentazione delle richieste di allentamento delle norme sulla spesa pubblica rimane il 30 aprile; tuttavia, la data non è vincolante.

Nel frattempo, nel nostro paese fonti Mef fanno sapere che l’Italia non chiederà al momento sospensione patto Ue.

LA GERMANIA HA CHIESTO L’ATTIVAZIONE DELLA CLAUSOLA DI SALVAGUARDIA

Il ministro delle Finanze tedesco ha chiesto alla Commissione europea il permesso di discostarsi dalle regole del debito europeo fino al 2028 in vista del riarmo programmato dalla Germania.  ”Il necessario riarmo in Germania avrà un impatto considerevole sulle finanze pubbliche”, si legge nell’email inviata da Kukies alla Commissione, citata dai media tedeschi.

IL RIARMO DI BERLINO

Dunque Berlino ha sfruttato l’opzione offerta da Bruxelles per la via del riarmo mentre inizia a prendere forma il governo nel cancelliere tedesco designato Friedrich Merz, che entrerà in carica il prossimo 6 maggio.

Il compito più importante del nuovo governo tedesco è quello di “rafforzare le Forze armate (Bundeswehr)” ha dichiarato oggi il presidente federale Frank-Walter Steinmeier durante la cerimonia per il 70mo anniversario dell’adesione della Germania alla Nato, svoltasi a Bruxelles. “Una Germania male armata rappresenta una minaccia maggiore per l’Europa rispetto a una Germania ben armata, anche se, dati i precedenti storici, questa affermazione è molto più difficile da accettare per i tedeschi che per i loro alleati”, ha aggiunto Steinmeier.

IL PLAUSO DI RUTTE

Di rimando il segretario generale della Nato, Mark Rutte, ha ricordato che di recente il Parlamento tedesco “ha anche modificato la Costituzione per aumentare massicciamente la spesa militare: un fatto straordinario, un’altra chiara dimostrazione della leadership tedesca”. Il governo di Berlino “sta davvero facendo grandi passi avanti nella difesa: sta già investendo il 2 per cento del Pil e sta potenziando la propria industria”, ha aggiunto Rutte, anch’egli a Bruxelles in occasione dei 70 anni dall’adesione all’Alleanza Atlantica della Germania.

COME SI MUOVONO GLI ALTRI PAESI UE

Prima dunque la Germania, ma forse non l’unica tra i paesi membri Ue ad attivare la clausola di salvaguardia.

“Siamo in contatto con tutti i Paesi e prevediamo ulteriori richieste nei prossimi giorni”, ha affermato il portavoce Balazs Ujvari, ripreso da Eunews, confermando di aver ricevuto la notifica dal governo tedesco per la sospensione del patto di stabilità, senza commentare o entrare nei dettagli.

Tuttavia, solo Portogallo e Polonia avevano finora manifestato interesse per l’esenzione, ricorda Reuters. I paesi dell’Ue con un elevato debito pubblico sono scettici riguardo all’aumento del debito pubblico per la spesa per la difesa. La richiesta di Berlino potrebbe incoraggiare altri paesi a seguire la stessa strada, sebbene il suo rapporto debito pubblico/Pil, pari al 62,5% nel 2024, sia molto inferiore a quello di Francia, Spagna e Italia, che sono tutte superiori al 100% e riluttanti a richiedere l’esenzione.

INTANTO IN ITALIA…

Difatti l’Italia non ha intenzione di chiedere la sospensione della clausola di salvaguardia almeno finché non ci sarà stata l’assemblea Nato di giugno. Lo confermano fonti del Mef dopo che la Germania ha annunciato ieri di aver richiesto l’esenzione dai limiti di spesa del Patto di stabilità con l’attivazione della ‘clausola di salvaguardia’ per avere deroghe sugli investimenti nella difesa.

A metà aprile l’Ufficio parlamentare di bilancio (Upb) ha presentato le previsioni di spesa e debito in audizione a metà aprile sul Dfp in relazione alle iniziative Ue sulla difesa che consentono di attivare la clausola di salvaguardia nazionale per discostarsi dal percorso di rientro, aumentando la spesa per la difesa.

Un aumento delle spese per la difesa e relativo scostamento, secondo le simulazioni di Upb, causerebbero un aumento del debito di 0,7 punti percentuali fino al 137,3% nel 2028 con un utilizzo parziale (0,25 punti percentuali di Pil nel 2025 e 0,5 nel 2026-28) della flessibilità; con un aumento graduale della spesa fino alla massima flessibilità consentita, pari a 1,5% nel 2028, il debito salirebbe a 137,7% con un peggioramento della dinamica negli anni successivi e debito/Pil in salita dopo il 2031.

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