COSA UNISCE ANCORA SEGRE E SEYMANDI
Una carriera sulle montagne russe, tra politica e impresa, passando con disinvoltura dal Movimento 5 stelle al centrodestra, dai comitati civici di Chiara Appendino alla candidatura con Paolo Damilano fino alla nuova vita da capitano d’azienda nella Savio, dov’è entrata direttamente coi galloni di prima azionista e Ceo. La protagonista è Cristina Seymandi, prezzemolina dei salotti torinesi – figlia del noto commercialista Roberto Seymandi, scomparso nel 2021 – che alla fine dello scorso anno ha acquisito la maggioranza delle azioni di una società sull’orlo della bancarotta, ne è diventata la numero uno, e subito dopo ha vinto un bando regionale per le aziende in crisi (legge 34/04) e ottenuto 1,86 milioni di contributo a fondo perduto serviti per finanziare la sua scalata, più altri 200mila per la salvaguardia dei livelli occupazionali.
COME INIZIA L’OPERAZIONE SAVIO
Il progetto che l’azienda ha presentato per ottenere il finanziamento pubblico, infatti, riguardava l’acquisizione da parte di Hope Srl della Savio Thesan Spa, comparto aziendale dedicato ai serramenti e all’air care del gruppo Savio Spa. La Hope è una società costituita nel dicembre del 2020 con un capitale sociale di 10mila euro di cui la Seymandi detiene l’80% delle quote. Inizia “l’operazione Savio”. Al 31 dicembre 2021 il fatturato della Hope era di 4mila euro, la perdita d’esercizio ammontava a 91mila euro. Questa è la società che ha acquisito Savio Thesan, “salvato” 153 posti di lavoro e fatto fronte a una situazione debitoria di 100 milioni di euro. Per consentire a Hope di acquisire la maggioranza di Savio Thesan la Regione, attraverso FinPiemonte, ha messo sul tavolo oltre 2 milioni di euro.
IL RUOLO DI MASSIMO SEGRE
Ad asseverare il rendiconto di bilancio 2021 di Hope è il professor Massimo Segre (nella foto), il quale nel 2021 controllava la Savio Thesan attraverso la Fp Holding. Poco dopo, la Savio Thesan andò in concordato preventivo e arrivò la Hope di Cristina Seymandi (all’epoca legata ancora sentimentalmente a Segre) a rilevarla. Al momento della costituzione di Hope, nel dicembre 2020, la quota di maggioranza era in mano a Giulio Segre, il figlio di Massimo, solo l’anno successivo è passata a Seymandi. Alla famiglia Segre è collegato anche colui che detiene, al momento dell’acquisizione, il restante 20% della Hope, cioè Vittorio Moscatelli rappresentante della Filizit De Bec, una società con sede nel comasco che si occupa di compravendita di immobili, ma soprattutto amministratore delegato della Ipi, la cassaforte del finanziere torinese, con un patrimonio di immobili valutato circa 314 milioni.
“Ringrazio l’assessore Andrea Tronzano per la visita dell’azienda e per l’ascolto prestato. La misura erogata dalla Regione Piemonte a sostegno della Savio è fondamentale per la ripartenza della stessa e per la salvaguardia del tessuto socio economico del territorio della Bassa Val di Susa” affermava il ceo di Savio Seymandi, un paio di settimane fa in occasione della visita in azienda di Tronzano. Lo stesso che, come ricorderanno in molti, era stato designato vicesindaco in pectore da Paolo Damilano alla vigilia delle elezioni del 2021, quando Seymandi era candidata nella sua lista, Torino Bellissima, dopo aver abbandonato il Movimento 5 stelle (che mai le volle troppo bene) e Appendino al proprio destino. Da una parte, dunque, ci sono gli affari di Segre, uomo della finanza torinese vicino a Carlo De Benedetti, dall’altra le relazioni politiche di Seymandi.
(Estratto di un articolo pubblicato su Lo Spiffero)