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Crédit Agricole

Creval, tutti i dettagli sull’alleanza fra Dumon, Crédit Agricole e Algebris di Serra

Silurato il presidente Fiordi, confermato il capo aziende Selvetti. Su queste basi si fonda l'intesa di fatto fra il francese Dumont, il Crédit Agricole e il fondo Algebris. Tutti i nomi presenti nella lista del francese per la prossima assemblea del Credito Valtellinese

Prende quota l’imprenditore francese Denis Dumont nel Credito Valtellinese (Creval).

Il francese, attivo nel settore della distribuzioni e dal profilo mediatico basso, ha ottime chance per conquistare la maggioranza del consiglio di amministrazione del Creval che sarà eletto nel corso dell’assemblea del Credito Valtellinese in programma il 12 ottobre.

E come anticipato da Start Magazine, di fatto sulla lista presentata ieri dal francese convergerà un altro socio forte come il gruppo bancario francese Crédit Agricole che con il Creval ha anche un accordo di bancassurance.

Non solo: dalla composizione della lista si evince che anche un altro socio del Creval, come il fondo Algebris di Davide Serra, è destinato a convergere sulle posizioni di Dumont.

Ecco tutti i dettagli. Da qui emerge un dato: i grandi soci sono concordi nel non rinnovare Milo Fiordi alla presidenza della banca.

LA MOSSA DI DUMONT CONTRO FIORDI

Sul Creval e sul cda, dunque, si chiude la partita. Dopo la lista dei gestori, arriva anche quella di Denis Dumont, l’imprenditore francese che con la sua holding, la Dgfd, controlla il 5,12% del capitale.

CHI E’ IL CANDIDATO LOVAGLIO

La sintesi è tutta nel cambio alla presidenza con l’indicazione di Luigi Lovaglio, oltre quarant’anni d’esperienza nel settore bancario con gran parte della carriera in Unicredit. Lovaglio che è stato definito dall’Ft come “uno dei banchieri più rispettati nella Cee”, è stato vicepresidente e Dg, dal 2003 al 2011, e Ceo dal 2011 al 2017 di Bank Pekao.

CHI SI SALVA

Della vecchia guardia si salvano solo Mauro Selvetti, a lungo direttore generale e poi, da luglio, promosso amministratore delegato, ed Elena Beccalli, professore ordinario di Economia degli intermediari finanziari alla Cattolica.

Piena fiducia dunque per il capo azienda da parete dei grandi soci: Selvetti, con il supporto di Citi e Mediobanca, ha portato a casa l’aumento di capitale da 700 milioni. Selvetti gode – particolare non secondario – della fiducia dei francesi dell’Agricole, con cui ha stretto una partnership di bancassurance a fronte dell’ingresso nel capitale della banca.

LE NOVITA’ DELLA LISTA

Per il resto prende forma quella discontinuità richiesta da Dumont. Nel consiglio (in totale 15 componenti) si preparano così ad entrare Alessandro Trotter e Teresa Naddeo, entrambi nel collegio sindacale di Salini-Impregilo. Ma anche Stefano Caselli prorettore per gli Affari Internazionali alla Bocconi ed editorialista del Corriere della Sera, Fausto Galmarini, con un passato in Unicredit dove è stato tra l’altro vice presidente nella bulgara Bulbank e nel comitato esecutivo di Uccmb (oggi doBank), l’ex del fondo Algebris Massimo Massimilla.

Dei dodici della lista di maggioranza che entreranno in consiglio, anche Livia Aliberti Amidani (nel supervisory board di Bank Austria), l’avvocato piacentino Massimiliano Scrocchi che nell’assemblea di fine aprile a Morbegno chiese, per conto di Dumont, di rivedere la governance dopo l’ingresso in forze nella banca, in seguito all’aumento di capitale, dei fondi internazionali.

Completano il quadro Paola Bruno che è stata anche nei cda di doBank ed Inwit e, infine, Carlo Crosara, in passato direttore generale in Friulandria. Jacob Kalma, Maria Giovanna Calloni e Annalisa Donesana faranno invece posto a tre dei quattro candidati (Anna Doro, Serena Gatteschi, Stefano Gatti, Paolo Guido Aldo De Martinis) della lista di minoranza depositata dai gestori.

L’ANALISI DEL SOLE 24 ORE

Nessuna lista alternativa, dunque, è stata presentata all’ultimo minuto. Ha commentato il Sole 24 Ore: “I grandi soci come Crédit Agricole – che detiene il 5% – e Algebris (5,2%) scelgono insomma di convergere su un ticket che garantisce un forte rinnovamento pur nella continuità manageriale”.

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