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Crédit Agricole

Creval, ecco come Lovaglio rottama l’offerta Ibm per l’It del Credito Valtellinese

Tutte le prime mosse e le prime parole del nuovo numero uno del Credito Valtellinese (Creval), Luigi Lovaglio

 

Recupero della redditività attraverso l’allargamento della base clienti e più credito alle Piccole e medie imprese. Riduzione del cost-income (nel 2018 pari al 68,3%) tramite l’eliminazione degli sprechi, la semplificazione dei processi e la diminuzione delle complessità operative. Abbattimento degli Npl e nessuna esternalizzazione.

CHE COSA HA DETTO IL CREVAL AI SINDACATI

Queste – secondo quanto riferito da fonti – le linee guida del nuovo Piano industriale del Credito Valtellinese, atteso entro giugno, indicate dall’amministratore delegato di Creval, Luigi Lovaglio, in un recente colloquio coi sindacati Fabi, First/Cisl, Fisac/Cgil, Uilca e Unisin, in cui avrebbe anche rassicurato sul mantenimento del perimetro dei dipendenti e sull’intenzione di non avviare esuberi.

NESSUNA VENDITA IT CREVAL A IBM

Ad oggi pare scongiurata anche la cessione del ramo It a Ibm, mentre la cessione dell’attività del credito su pegno, per cui esiste già un accordo stretto dai precedenti amministratori, dovrebbe essere finalizzata nel 2019.

LE PAROLE DI LOVAGLIO DEL CREVAL

Tali strategie sono finalizzate a incrementare la redditività di quella che deve rimanere una banca del territorio con una specifica vocazione retail. Secondo Lovaglio “la soddisfazione dei clienti e dei dipendenti dovrebbero essere il volàno virtuoso per soddisfare anche gli azionisti e tornare a remunerarli”.

I NUMERI DEL CREDITO VALTELLINESE NEL 2018

Il Credito Valtellinese ha chiuso il 2018 con un utile netto di 31,7 milioni di euro rispetto alla perdita di 331,8 milioni di euro contabilizzato nello stesso periodo dello scorso anno. L’obiettivo della banca per il 2019 è tornare redditizia al fine di presentarsi a una futura aggregazione, guardando “in faccia un partner con pari dignità”.

LA DIREZIONE DI MARCIA

La banca valtellinese deve quindi affinare il proprio mestiere di realtà vicina al territorio evitando di rincorrere modelli che non le appartengono, come quello delle banche d’affari e del cosiddetto “large corporate”.

IL DOSSIER NPL

Importante sarà anche proseguire nel percorso di riduzione degli Npl già ampiamente affrontato nel 2018. In linea con gli obiettivi definiti dal Piano Industriale 2018-2020 in tema di de-risking e miglioramento dell’asset quality, l’istituto guidato dall’allora d.g. Mauro Selvetti aveva perfezionato una cartolarizzazione di un portafoglio di crediti in sofferenza per un Gross Book Value di 1,6 miliardi di euro. Il cosiddetto Progetto Aragorn aveva fatto scendere a fine marzo l’Npl pro-forma a 11,5%. Un numero importante ma che nel corso del triennio andrà fatto scendere ulteriormente.

(estratto di un articolo pubblicato su Mf/Milano Finanza)

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