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Manifatturiero

Vi spiego perché la crescita in Germania sarà più soft

Il commento di Anna Maria Grimaldi, senior economist della direzione studi e ricerche di Intesa Sanpaolo, sull’indice Ifo di aprile in Germania L’ indice di fiducia IFO è calato 102,1 da un precedente 103,3 peggio delle attese degli analisti che lodavano a 102,7. Ricordiamo che le serie sono state riviste lo scorso 9 aprile. Il…

L’ indice di fiducia IFO è calato 102,1 da un precedente 103,3 peggio delle attese degli analisti che lodavano a 102,7. Ricordiamo che le serie sono state riviste lo scorso 9 aprile. Il “nuovo” indice di fiducia tedesco include anche la valutazione per i servizi, inoltre le serie sono state ribasate a 100 nel 2005.

Il peggioramento di clima è diffuso a tutti i settori fatta eccezione per le costruzioni (v. fig.2). Il calo di morale è particolarmente pronunciato nel commercio. Nonostante il peggioramento recente in tutti i comparti gli indicatori restano al di sopra della media di lungo termine. L’indice IFO è calato per cinque mesi consecutivi la tendenza lascia pochi dubbi sulla direzione del ciclo tedesco. La crescita sta frenando, anche se da livelli stellari. Non sono solo l’IFO, il PMI e lo ZEW a segnalare che l’economia tedesca è avviata per una fase di crescita più soft, anche i dati sull’export, ordini e produzione industriale (in particolare beni strumentali) suggeriscono una moderazione nella prima metà del 2018. Rivediamo la nostra previsione di crescita del PIL tedesco a 0,45% t/t nei primi mesi di quest’anno da un precedente 0,5%t/t. La crescita media annua passa al 2,1% da un precedente 2,2%.

Il calo dell’indagine IFO non è isolato anche in Italia e Francia questa mattina, la fiducia presso le imprese ha perso ancora quota. Il messaggio è univoco la crescita euro zona si sta spostando su ritmi più vicini a 0,45% t/t dal +0,6% t/t, più debole rispetto allo 0,5% t/t implicito nelle stime BCE di marzo scorso. Rivediamo le nostre stime di crescita per il PIL euro zona per il 2018 al 2,2% da un precedente 2,4%, nulla di drammatico si cresce ancor al di sopra del potenziale, ma come dire l’euforia di fine 2017 è oramai un ricordo.

 
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