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Cosa succede al consumo di tabacco riscaldato secondo l’Agenzia delle Dogane

Numeri, confronti e scenari sul consumo di tabacco riscaldato. Che cosa emerge dal "Libro blu" dell'Agenzia delle Dogane e dei Monopoli: a dispetto delle previsioni di alcuni think tank di settore, non si è verificato il crollo delle entrate fiscali

 

Nessun aumento del numero dei fumatori in Italia ma anzi un deciso calo. E soprattutto nessun calo del gettito per la fiscalitĂ  di settore a dispetto di studi di settore che ipotizzavano un crollo del gettito dovuto alla differenza di accise tra sigarette tradizionali e tabacco riscaldato. E’ quanto emerge dai dati del “Libro blu” dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, presentato venerdì scorso.

LA DOMANDA DI TABACCHI

Se nel corso dell’ultimo triennio la domanda complessiva di tabacchi è diminuita di circa 1,2 milioni di kg (-1,59 per cento rispetto al 2017), trainata della riduzione del consumo di sigarette (-6,80 per cento, in volume, dal 2017) “parte di tale riduzione – si legge nel Libro blu dell’Agenzia – è giustificata dall’effetto delle campagne di sensibilizzazione in merito agli effetti nocivi delle sigarette sulla salute dei consumatori e al fenomeno di sostituzione, in ordine di rilevanza, dei tabacchi da inalazione senza combustione”.

LE QUOTE DI MERCATO

Se si considerano, infatti i tabacchi per quantitĂ  prodotte e vendute, si evidenzia che a livello percentuale le sigarette rimangono ancora le piĂą vendute: nel 2019 la loro quota di mercato è pari al 64,6% (in calo rispetto al 67,4% del 2018 e al 72% del 2016) mentre rimangono molto piĂą basse le quote di altri prodotti come i trinciati per sigarette (al 5% nel 2019 ma in crescita rispetto al 4,7% del 2018) e ai tabacchi da inalazione che hanno raggiunto il 3,3% lo scorso anno (erano all’1,5% l’anno ancora precedente).

NESSUN CROLLO DEL GETTITO FISCALE

Non solo. A dispetto delle previsioni di alcuni think tank di settore, non si è verificato nemmeno il tanto temuto crollo delle entrate fiscali: il gettito, infatti, è rimasto stabile a 13,9 miliardi il gettito fiscale (iva + accise). Infatti se confrontato con i dati degli anni precedenti, si scorse che nel 2016 il gettito era pari a 14 miliardi di euro, nel 2017 a 13,8 miliardi di euro e nel 2018 a 13,9 miliardi di euro con una leggera flessione nel quadriennio, nell’ordine dell’1 per cento. “In particolare nel periodo di riferimento il valore dell’Iva è rimasto costante, pertanto la flessione è dovuta al leggero calo del valore dell’accisa”, si legge sul libro blu dell’Agenzia delle Dogane che evidenzia anche come nell’ultimo decennio il gettito sia rimasto sostanzialmente invariato nonostante la forte contrazione dei volumi di vendita pari al 17,56% “grazie a interventi mirati sulla tassazione che hanno consentito un aumento delle entrate fiscali del 2,98% nell’arco dell’ultimo decennio”.

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