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Leonardo Azionisti Critici

Cosa si dice nei palazzi su Leonardo, D’Alema e la Colombia

Come e perché il caso D'Alema-Colombia-Leonardo tiene banco nei palazzi romani e non solo. Tutti gli ultimi aggiornsmenti

 

“D’Alema non aveva nessun mandato, formale o informale, a trattare per conto di Leonardo” in Colombia.

Lo ha sottolineato nei giorni scorsi l’ad di Leonardo Alessandro Profumo presso la Commissione Difesa del Senato durante la sua audizione al Senato sull’export dei materiali di difesa.

Al centro dell’audizione c’era infatti la posizione di Leonardo riguardo il Colombiagate. Ovvero il caso che vede protagonista l’ex premier Massimo D’Alema in qualità di mediatore nella vendita da 4 miliardi di euro di mezzi militari alla Colombia da parte di Fincantieri e Leonardo, con 80 milioni di euro di possibili provvigioni per i mediatori. (Qui l’approfondimento di Startmag su Fincantieri).

Sulla questione, si attendono i risultati degli audit interni avviati dalle due aziende partecipate dal ministero dell’Economia. Come ha annunciato il ministro della Difesa, Lorenzo Guerini, in Aula alla Camera rispondendo a un’interrogazione Fdi nel corso del question time il 23 marzo. “I risultati saranno oggetto di approfondimento e valutazione dagli organi societari e dalla istituzioni preposte” aveva fatto sapere il ministro.

Se il 6 aprile la Commissione Difesa del Senato ha ascoltato il numero uno di Leonardo, la prossima settimana sarà ascoltato l’ad di Fincantieri Giuseppe Bono.

Nel frattempo, “Il governo aspetta gli audit e poi il ministero dell’Economia, che vigila sui due gruppi, valuterà il da farsi”, aveva dichiarato a fine il sottosegretario alla Difesa Giorgio Mulè (in quota Forza Italia).

Ma i partiti di centrodestra (Lega, Forza Italia e Fratelli d’Italia) e Italia Viva hanno protestato circa

Tutti i dettagli sulle reazioni politiche alle risposte di Leonardo sul caso Colombia.

IL RUOLO DI D’ALEMA

“Lo voglio sottolineare in maniera forte, D’Alema non aveva nessun mandato, formale o informale, a trattare per conto di Leonardo” ha detto l’ad di Profumo presso la Commissione Difesa del Senato.

L’ad di Leonardo ha poi ammesso di aver “partecipato a una videocall con D’Alema, ma dal mio ufficio. Doveva essere di saluto al ministro della Difesa colombiano che non si è presentato e ha avuto tempi estremamente rapidi”.

Nel caso specifico, “il presidente D’Alema, anche in relazione alla sua storia istituzionale, ha prospettato a Leonardo che queste opportunità possono essere maggiormente concreti ma fin da subito ha chiarito che sarebbe rimasto del tutto estraneo alle future attività di intermediazione. Sulla base di questa soluzione l’azienda ha avviato le attività di verifica della fattibilità di queste ulteriori opportunità” ha evidenziato l’ad di Leonardo.

NESSUNA SUCCESS FEE PAGATA

Nel caso delle trattative con la Colombia che ha coinvolto l’ex premier Massimo D’Alema, “non siamo arrivati alla richiesta del contratto”, ha rimarcato Profumo.

Inoltre, il numero uno di Leonardo ha chiarito che “sul tema delle soglie, delle percentuali”, legato alle trattative per le commesse, possono variare anche in base a elementi come le opportunità di entrare nei nuovi mercati. E sarebbe il caso dell’eventuale vendita di ‘caccia leggeri’ M346 in Colombia.

“Si tratta di ‘success fee’ – spiega Profumo – che vengono pagate esclusivamente quando il contratto si è concluso ed è stato erogato il pagamento, quando la società ha incassato”. E “nel caso specifico non è stato sottoscritto alcun contratto quindi non si è verificata la condizione necessaria”.

INGRESSO DI LEONARDO NEL MERCATO DELLA COLOMBIA

Infine, “ci tengo a sottolineare che laddove dovessimo riuscire, perché l’ipotesi non è tramontata, ad entrare nel mercato della Colombia, entreremmo per la prima volta nel mercato sudamericano con una versione light attack battendo il competitore coreano, che è il più grosso competitore che noi abbiamo nella versione ligh attack in particolare in America Latina”.

“Per noi la strategicità d’ingresso in quel mercato — ha rilevato per ultimo Profumo — sarebbe estremamente rilevante. Vedremo come proseguirà questa potenziale opportunità”.

INSODDISFATTA LA LEGA

Protestano i partiti di centrodestra e Italia Viva.

“Ci riteniamo insoddisfatti” delle risposte di Alessandro Profumo. Così i senatori della Lega in commissione Difesa a Palazzo Madama dopo l’audizione di Alessandro Profumo sul “caso Colombia” in Senato.

“Se sul ruolo dello studio legale Robert Allen Law — proseguono i senatori leghisti — e di Aviatec, sales promoters a vario titolo dell’affare, Profumo ha risposto in maniera scolastica, è sul ruolo di Massimo D’Alema, sul suo raggio di azione e sui relativi limiti, che nessuna risposta è stata fornita ai commissari. Perché si coinvolse l’ex premier nell’affare, avendo già due realtà incaricate di seguire la vicenda? Come fu individuato lo studio legale di Miami? Domande lecite, che la Lega non pone per una volontà persecutoria, ma perché convinta che il Parlamento sia l’unico luogo deputato a fornire risposte chiare ai cittadini”.

Pertanto, concludono i senatori “La Lega vuole la verità, continuerà a cercarla e non si fermerà davvero davanti a chi fa la figura dello smemorato, rendendo un pessimo servizio alla verità ed alla democrazia”.

FRATELLI D’ITALIA: SILENZIO DA MEF, MISE E MAECI

Anche “Fratelli d’Italia trova insoddisfacente l’audizione in commissione Difesa dell’amministratore delegato di Leonardo, Alessandro Profumo”. Lo dichiarano in una nota congiunta i deputati di Fratelli d’Italia della commissione Difesa, Salvatore Deidda, Davide Galantino e Giovanni Russo.

I deputati spiegano che “Dalle sue dichiarazioni emerge chiaramente che la vicenda della vendita di mezzi e sistemi d’arma alla Colombia impone dei chiarimenti da parte del Governo che, per adesso, fatto salvo il Ministro della Difesa e solo grazie al question Time proposto da Fratelli d’Italia, ha potuto dichiararsi estraneo ai fatti”.

Pertanto, il partito guidato da Giorgia Meloni lamenta che “Dal Ministero dell’Economia, dello Sviluppo Economico e da quello degli Esteri c’è invece un silenzio assordante. Chi ha avuto contatti con l’ex Premier D’Alema e a che titolo i vari soggetti emersi dall’inchiesta giornalistica si sono adoperati per una trattativa che, come legge impone, deve essere autorizzata dagli organi competenti e portata avanti solo da soggetti registrati in apposito elenco?” Quindi “Fratelli d’Italia ha già depositato una interrogazione che aspetta risposte e con ogni strumento parlamentare cercheremo di fare chiarezza.”

Infine, per i deputati di FdI Profumo dovrebbe tutelare l’azienda e proceda per vie legali. “Se come afferma l’a.d. Profumo, Massimo D’Alema non aveva alcun mandato per trattare, ci auguriamo che lo stesso Profumo e tutte le istituzioni coinvolte procedano immediatamente a intraprendere azioni legali per tutelare il nome dell’azienda”.

ITALIA VIVA: “DICHIARAZIONI SURREALI”

“Le dichiarazioni di Profumo sono surreali se confrontate con ciò che dice lo stesso D’Alema: uno dei due mente. Spero solo che non mentano entrambi” attacca su Twitter la vice capogruppo di Italia Viva al Senato e Vicepresidente Commissione Esteri, Laura Garavini.

FORZA ITALIA: RISPOSTE DI PROFUMO EVASIVE

Anche l’azzurro Maurizio Gasparri polemizza: “Le risposte di Profumo sono state fumose e evasive, tutte le circostanze rese note in modo incontrovertibile sulla stampa non hanno ricevuto i chiarimenti necessari”. Quindi incalza il senatore di Forza Italia: “I balbettii odierni ci convincono sempre più sulla necessità di andare fino in fondo”.

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