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Enel

Cosa (non) cambia sul dossier rete Tim-Open Fiber. Il tweet di Starace (Enel)

Il nuovo cda di Enel, la riconferma di Starace e il dossier rete Tim-Open Fiber. Fatti, nomi e tweet

Cambierà qualcosa nel dossier rete unitaria Tim-Open Fiber con il rinnovato consiglio di amministrazione di Enel dopo la presentazione della lista da parte del ministero dell’Economia, azionista con il 23,59% del gruppo energetico capitanato da Francesco Starace socio con Cdp di Open Fiber?

E’ quanto si chiedono addetti ai lavori e non solo in questi giorni.

Hic manebimus optime, pare dire di fatto il numero uno di Enel, Starace, su Twitter, rispondendo a chi s’interrogava su un’accelerazione o meno sul dossier rete unitaria:

LA LISTA DEL MEF

Il 21 aprile il ministero dell’Economia ha depositato sla lista per il rinnovo del cda della partecipata Enel. Confermato l’attuale amministratore delegato Francesco Starace. Nella lista c’è l’avvocato Michele Crisostomo (qui il curriculum) che salirà alla presidenza al posto di Patrizia Greco.

I NOMI DEL CDA DI ENEL

A parte Starace, gli altri nomi indicati dal Tesoro sono tutti nuovi ingressi nel cda. I consiglieri saranno Alberto Marchi, Costanza Esclapon (comunicatrice, manager e imprenditrice, già portavoce di Luigi Gubitosi, Mirella Pellegrini (docente di Diritto dell’economia alla Luiss) e Mariana Mazzucato (economista direttore dell’Institute for Innovation and Public Purpose, University College London, e consigliere del premier Giuseppe Conte).

LE DIVERGENZE TRA ENEL E TIM

Continuano ad essere divergenti le impostazioni tra le due società al centro del dossier rete unitaria. Tim vuole il controllo e Open Fiber (controllata da Enel e Cassa depositi e prestiti in maniera paritaria) non vuole essere fagocitata e rinunciare al suo modello di business wholesale only.

I RILIEVI E IL RUOLO DI CDP

Con accuse incrociate le due società negli scorsi giorni hanno mostrato di essere ancora lontane da un accordo e Cdp potrebbe essere l’ago della bilancia anche se finora non ha preso una posizione esplicita, ha sottolineato l’Ansa.

IL CARTEGGIO TIM-ASATI

Ma il suo “silenzio non deve destare indebite preoccupazioni” ha risposto Tim a una domanda che Asati, l’associazione dei piccoli azionisti, ha posto in occasione dell’assemblea (qui domande e risposte tra Asati e vertici del gruppo presieduto da Salvatore Rossi e guidato dall’ad, Luigi Gubitosi).

LE RISPOSTE DI TIM

“Siamo a favore di una transizione verso la rete unica, ribadendo come una duplicazione della rete non abbia alcun senso e non sia nell’interesse del Paese”, ha rimarcato Tim rispondendo alle domande dei piccoli soci, ma oggi ancora di più è “fondamentale, come peraltro stiamo già facendo, compiere un’ulteriore accelerazione per andare a coprire il più rapidamente possibile le aree del Paese non ancora raggiunte dalla rete a banda ultra larga (cosiddette aree bianche)”.

LE DISTANZE

Ma le distanze fra l’ex incumbent e Open Fiber sembrano incolmabili, ognuna sostiene la supremazia del proprio modello di business, notano alcuni osservatori. “Il modello da adottare è una rete sotto il controllo di un operatore verticalmente integrato quale Tim, piuttosto che un modello “wholesale only” che si è rivelato fallimentare ovunque sia stato applicato”, sostiene Tim convinta “fermamente” di poter competere “attraverso una combinazione imbattibile di reti e soluzioni tecnologiche”.

LA POSIZIONE DI OPEN FIBER

Invece secondo l’operatore Open Fiber, controllato da Enel e Cdp, il modello wholesale only è “il più adatto per favorire gli ingenti investimenti necessari” che “al contrario non sono stati effettuati dall’operatore verticalmente integrato (Tim, ndr) causando il ritardo in cui si trova il nostro Paese”.

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